febbraio 11th, 2010 § § permalink
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Al di là della sussistenza o meno dei fatti addebitati a Bertolaso, nel paese in cui il “nero” è sport nazionale e dove spesso i provvedimenti legislativi appaiono redatti già con in codice il trucchetto per gabbarli, l’impressione è che, su qualunque superficie si posi il piede, questo inevitabilmente è destinato a sprofondare in mezzo metro di guano.
Il che non costituisce affatto un problema politico –almeno se al termine “politico” attribuiamo quel senso squallido di “contesa tra mediocri per accaparrarsi prebende e posizioni di potere” cui siamo assuefatti- bensì un problema di etica pubblica e privata: ovvero, in fin dei conti e guardando più in profondità, un problema di cultura. Problema che ci coinvolge tutti, pertanto, e mette a nudo soprattutto la nostra incapacità di leggere questo tempo alla ricerca di modelli ed esempi meno facili di quelli proposti ad ogni angolo di strada: incapacità che non si può certamente pensare di risolvere con la semplificazione di un voto di condotta o di un’ora di religione nelle scuole, né tanto meno con ipocriti processi in diretta televisiva al “cattivo maestro” di turno.
febbraio 4th, 2010 § § permalink
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Sono proprio commosso, amici cari. Oggi è nata la nuova “riforma epocale” della scuola superiore (di cui già avevo scritto qui, per chi volesse annoiarsi): in realtà, tutt’al più uno sforzo di riorganizzazione dell’esistente. Un’opera di taglio e cucito che mescola pezze di tessuti diversi (la vecchia seta Moratti, l’impalpabile lino Fioroni e perfino la grezza lana Berlinguer), per realizzare un patchwork di dubbio gusto e scarso valore culturale.

Frattanto nel mondo reale, proprio qui a Portogruaro, capitano cose siffatte (da “il Gazzettino” di oggi):
Scuole senza soldi: studenti a casa
Scuole portogruaresi in ginocchio, genitori pronti a manifestazioni di protesta. All’istituto professionale Luzzatto si è svolto l’altra sera un vertice tra i dirigenti scolastici e i presidenti dei Consigli di circolo e di istituto di tutte le scuole del Portogruarese. Un primo faccia a faccia per capire come affrontare assieme la grave situazione finanziaria in cui versano tutte le scuole.[…]
In due parole, le scuole hanno pagato le supplenze dello scorso anno con i propri avanzi di cassa, in attesa di ricevere dallo Stato i contributi dovuti. Il quale Stato, venuto a conoscenza della cosa, ha semplicemente fatto questo ragionamento: bene, visto che i soldi li avevate già, io non ve ne do altri. Ah, poi: per quest’anno vedete di risparmiare ancor di più. Ergo: niente supplenze, se non per le scuole “ricche”. E magari anche niente pulizie.
Come questo possa coniugarsi con la millantata attenzione all’educazione dei nostri giovani e con l’impegno a far sì che gli studenti italiani raggiungano i livelli di quelli europei, non arrivo a comprenderlo.
gennaio 24th, 2010 § § permalink
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la nuova tariffa “You 4 Me” del Governo
Avete presente le pubblicità dei gestori telefonici, quelle che promettono “ADSL a 5 euro al mese”, “tutto senza canone”, “3 milioni di minuti gratis al mese verso tutti”? Quelle che poi, per capire veramente dove sta la fregatura della mega-offerta, devi andare a leggere con la lente d’ingrandimento le cosine scritte sull’angolo esterno del teleschermo o nelle insidiosissime “Note” occultate all’interno dei siti dei gestori?
Quelle apparenti inutili appendici, che in realtà celano il succo del messaggio, mi sono venute in mente oggi, allorché il portavoce del ministro Brunetta ha ritenuto necessario diramare una nota esplicativa di quanto asserito dal suo capo nel corso di Domenica In.
Nel prestigioso consesso pubblico, Brunetta aveva appena “lanciato” una nuova tariffa destinata ai “bamboccioni”: la “You 4 Me” . Niente di trascendentale, quasi tutti i gestori hanno una proposta simile nella loro offerta. Questa la versione Brunetta:
Secondo me si deve agire sulle pensioni di anzianità, quelle che partono dai 55 anni di età. Facendo in questo modo si potrebbero trovare risorse che consentirebbero di dare ai giovani non 200 ma 500 euro al mese» ha spiegato il ministro, sottolineando che su questa proposta «è d’accordo anche il ministro Tremonti».
Si tratta di togliere ai meno poveri (i genitori), per dare ai poveri in canna (i figli): prendi 500 euro dalla pensione di papà e li consegni al giovane universitario per pagarsi la camera da fuori sede. La camera costa sempre 500 euro, ma vuoi mettere la soddisfazione di pagarla direttamente, invece di chiedere soldi a casa?
Subito dopo l’annuncio, sono venute le (dolenti) note (evidentemente i pubblicitari del Pdl si sono resi conto del rischio di una sanzione per pubblicità ingannevole):
«Qualsiasi intervento a favore dei giovani come i 500 euro di sgravi, detrazioni sugli affitti, borse di studio, prestiti d’onore, incentivi per autoimprenditorialità e altro, ipotizzati oggi dal ministro Brunetta su Raiuno, va realizzato, come ha ben precisato lo stesso ministro, senza aggravare in alcun modo il deficit di bilancio della spesa corrente». «Le risorse necessarie vanno quindi reperite intervenendo interamente sulle anomalie e sulle distorsioni del sistema pensionistico e di welfare che, come noto, dà troppo ai padri e quasi nulla ai figli». «Su questa e altre ipotesi a favore dei giovani il dibattito è aperto e il ministro Brunetta ne parlerà nei prossimi giorni con i competenti membri del Governo, a partire dai ministri Tremonti, Sacconi, Meloni e Gelmini».
gennaio 21st, 2010 § Commenti disabilitati § permalink
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La meditata soluzione italiana alla dispersione scolastica
Pensa un po’ quanto è facile fare politica, a volte. Uno si immagina gli amministratori della cosa pubblica come persone studiose e meditabonde, magari ingobbite dal continuo consultare carte, dossier, rendiconti e codici. Perdinci! pensa il cittadino incolto, con le questioni epocali che costantemente ingombrano i loro pesanti tavoli e le loro limpide menti, quanto studio!
E invece no: perché ora è giunto il governo Berlusconi. Quello che ha sempre la ricetta pronta per ogni emergenza: una piccola toppa qua, un po’ di arresti là, un bel piano epocale da varare. Amici, la politica può essere colore e fantasia, brio e cene di gala, piccoli e semplici interventi che risolvono in un attimo (e per un attimo) questioni annose.
Seguitemi, allora: c’è un problema di dispersione scolastica? Ragazzi che non raggiungono l’obbligo formativo e lasciano la scuola prima dei 16 anni? E che in sovrappiù, siccome legalmente non possono lavorare, vengono impiegati in nero o stanno a casa a poltrire? E che sarà mai: abbassiamo l’età per l’ingresso nel mondo del lavoro! A cosa serve un anno di scuola in più, in fondo: in Italia il sistema istruzione funziona già così bene, lo dicono tutti. Meglio entrare subito nella mischia: basta con questa storia dei lavori “che gli italiani non vogliono più fare”. Un ragazzo meno istruito è un ragazzo che sarà disposto anche ad impieghi poco “professionalizzanti”: certo non avrà grandi prospettive avanti a sè, ma con i chiari di luna di questi tempi, meglio sapersi accontentare. Altrimenti, vogliamo tutti bamboccioni?
Dopo tutto, se un quindicenne va a raccattare arance nei campi a Rosarno, a cosa gli serve saper far di conto? Se non si fida dei soldi che gli allunga il caporale di turno, può sempre chiedere aiuto a compagni di lavoro più istruiti (magari a quello senegalese, che sa inglese e francese e al paese suo faceva il maestro).
gennaio 21st, 2010 § Commenti disabilitati § permalink
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Oggi il prode Bertolaso parte per miracol mostrare in quel di Haiti: coordinerà. Cosa, non si sa: ma intanto va. La popolazione della vecchia Hispaniola, pesantemente fiaccata dall’ira di Madre Natura ma non ancora doma, tiene gli occhi puntati al cielo, in trepida attesa: ognuno vuole potersi vantare, un giorno, di essere stato il primo ad avvistare il nuovo Colombo.
Frattanto, il dinamico duo Apicella-Bondi ha già preparata la canzone che celebrerà nei secoli a venire l’Evento: si vocifera verrà inserita a sorpresa nel programma del festivàl (come diceva il compianto Mike) di Sanremo, tra Povia e l’accoppiata Pupo-Emanuele Filiberto (in un ideale Trittico della Nuova Italia).
La canzone si chiamerà Faccetta Creola. Ecco, in esclusiva per Paleozotico, il testo del ritornello:
Faccetta Creola
Faccetta creola, bell’haitina
Aspetta e spera, Bertolaso si avvicina!
Quando saremo insieme a te,
noi ti daremo il nostro Silvio quale Re.
P.S.: Non ce l’ho con Bertolaso, che il suo mestiere pare saperlo fare. E’ che non sopporto la propaganda.
gennaio 13th, 2010 § § permalink
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“Ribadisco la nostra volonta’, ma ad oggi non c’e’ nessuna possibilita’ di riduzione delle tasse. La crisi non lo consente”
(Silvio Berlusconi, 13 gennaio 2009)
Finalmente si è capito cosa vada a fare Berlusconi nelle sue visite periodiche dal chirurgo plastico: per evitare che si allunghi in maniera troppo visibile, si fa limare il naso.

No, non per le bugie: che avete capito, maliziosi…è un effetto collaterale del Viagra (ben conosciuto e descritto su tutti i testi, sapete…).
P.S.: per vedere, nero su bianco, tutti gli annunci sulla “riduzione delle tasse” dalla discesa in campo a oggi, qui (un ringraziamento a “non una cosa seria”).
gennaio 8th, 2010 § § permalink
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…W la pappa-pappa col popo-popo-popo-pomodoro
Negli ultimi giorni dotti editoriali delle firme più prestigiose ci spiegano dal Corriere i guasti dell’immigrazione in Italia e dell’integrazione a tutti i costi tra culture, suggerendoci che senza il lassismo di certa sinistra e di quei preti cattocomunisti che non capiscono nulla della nostra società, non ci troveremmo a questo punto: ci vuole più rigore, insomma. Curiosamente, costoro sono gli stessi che ci bacchettano aspramente per come non difendiamo i valori cristiani e occidentali nei confronti del mondo islamico: evidentemente non ritengono accoglienza, tolleranza e solidarietà umana parte di questi fantomatici valori occidentali. Pazienza: sicuramente sbaglieremo noi, che di nulla siamo esperti e dunque titoli non abbiamo per scrivere sui giornali.
Frattanto nel mondo reale, alla punta estrema dello Stivale, una rivolta di quelli che un tempo avremmo detto sottoproletari agita il Paese intero: si tratta di braccianti agricoli (pensavate fossero estinti, nevvero? invece i pomodori bisogna pure raccoglierli, prima di poterli comprare al supermarket), reclutati e sfruttati senza tutela alcuna per quattro soldi, costretti a vivere in alloggi fatiscenti e sovraffollati. Il ferimento di alcuni di loro ha fatto esplodere il malcontento in questa comunità di diseredati, che si sono riversati nelle strade a più riprese.
Se queste persone fossero italiane, la gente sarebbe al loro fianco per la difesa della dignità umana calpestata: purtroppo, si tratta di irregolari, per giunta di colore. Quindi per noi, cittadini a tutti gli effetti, il problema di oggi non è lo sfruttamento inumano di manodopera appositamente reclutata tra chi non ha voce per lamentarsi e deve fuggire quando vede una divisa passare: nossignore! Noi siamo preoccupati dall’eccessiva tolleranza nei confronti dell’immigrazione clandestina. Se non ci fossero immigrati, sosteniamo arguti, non ci sarebbero rivolte: un po’ come sostenere che, senza armi, non ci sarebbero guerre.
A questo modo pare ragionare, ahimè, perfino il ministro dell’Interno Maroni:
"A Rosarno c’e’ una situazione difficile come in altre realta’, perche’ in tutti questi anni e’ stata tollerata, senza fare nulla di efficace, un’immigrazione clandestina che ha alimentato da una parte la criminalita’ e dall’altra ha generato situazione di forte degrado"
Beh, non fa una piega: sterminiamoli tutti, oppure regaliamo loro un biglietto di sola andate per la stiva di una trireme, così abbiamo risolto il problema.
Comunque, visto che siede al Governo quasi senza soluzione di continuità da circa 10 anni, se fosse coerente con le sue parole Maroni dovrebbe dimettersi. Ma che volete: la colpa è sempre degli altri, di quella certa sinistra e dei cattocomunisti. Sono loro che hanno sbagliato: noi sapevamo tutto fin dall’inizio, ma ci hanno impedito di lavorare nella giusta direzione.
Per chiudere, una domanda: pur di avere la salsa di pomodoro per il sugo, voi ci andreste a fare i braccianti a 25 euro al giorno (lavoro di qualche giorno al mese, in nero; oggi qui, domani chissà dove; si lavora con la pioggia o la neve, col solleone o la tempesta, magari reclutati dalle cosche locali)?
Ecco, appunto.
gennaio 5th, 2010 § § permalink
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Il sempre gigione ministro Brunetta ha recentemente esternato sulla Costituzione italiana e sull’opportunità di revisionarla: tema su cui giunge da buon ultimo, a dirla tutta. Ma siccome non puoi essere Brunetta senza spararla più grossa degli altri (e si viene sempre più rafforzando il sospetto che quello della bassa statura sia un complesso tuttora ingombrante per l’Ego del nostro), il ministro sostiene la necessità di modificare persino i principi fondamentali, quei primi 12 articoli che molti sostengono ancora brillare, nonostante la polvere e il tempo depositatisi sulla nostra Carta, per la loro attualità:
“a partire dall’articolo 1: stabilire che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro non significa assolutamente nulla”
L’articolo 1 è questo:
1. – L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
In questa sede non ci interessa entrare in quegli sterili dibattiti di stile così marcatamente novecentesco e fondati su posizioni puramente ideologiche, vecchio retaggio di una politica che non ci appassiona e che non può trovare spazio alcuno nel rinnovato clima di apertura senza pregiudiziali verso le necessarie riforme istituzionali appena inauguratosi in nome di quell’Amore che tutto vince: pertanto prendiamo alla lettera l’auspicio del ministro Brunetta e proponiamo un testo emendato, alternativo e adatto ai tempi, per l’articolo che lui tanto fatica a capire.
Ecco dunque il nuovo articolo 1:
1. – L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sull’Amore.
L’ Amoralità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Meglio, no? Più adatto all’Italia del 2010, se non altro.
dicembre 28th, 2009 § § permalink
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Il Nuovo Evo Berlusconiano si è aperto nel 2001 al grido di “meno tasse per tutti”, “pensioni più dignitose” e consimili annunci. Quasi dieci anni dopo, pur con il breve e inglorioso interregno dei 20 mesi di Prodi Bisse, el governa semper lù -e così sarà ancora per almeno altri 3 anni.
In questi giorni sui media si cominciano a vedere i bilanci di chiusura degli “anni zero”, quella sorta di elogio funebre che tocca sempre ad un decennio morente (tradizione forse inaugurata da uno dei nostri intellettuali di riferimento, il Raf di “Cosa resterà di questi anni ‘80”). Dieci anni sono abbastanza per giudicare, no? Non vi sembra sia il caso di iniziare a chiedere un rendiconto di quanto ha fatto il centrodestra in tutto questo tempo? Delle promesse non mantenute? Delle realizzazioni effettive in tema di tasse, pensioni, opere pubbliche?
Chi di noi potrebbe, in assoluta franchezza, dire che dal 2001l’Italia è cambiata (come asserito dalla propaganda forzitaliota fin dal 2006)? Che viviamo meglio di 10 anni fa? Che la legge Biagi, ad esempio, ha portato a migliorare le condizioni dei lavoratori? Che la pressione fiscale è diminuita? Che tutte le riforme epocali che ci hanno sbandierato tronfiamente si sono compiute?
Prendiamo un esempio facile, la Scuola: abbiamo avuto almeno due riforme autodefinite epocali, che avrebbero dovuto mandare in soffitta l’impianto dell’istruzione pubblica voluta da Gentile più di 80 anni fa e proiettarci nel futuro.
Per prima fu la Moratti: le tre “I”, ricordate? Internet, impresa, inglese. Pareva che andare a scuola non sarebbe stato mai più come prima: nuovi indirizzi, nuovi istituti, nuove materie. Tante lingue straniere, tanta tecnologia, maggior collegamento con le richieste di professionalità provenienti dal mondo del lavoro. In realtà tanti proclami, pochi soldi impegnati: ovvero tutto come prima, perchè se vuoi l’aula di informatica bisogna anche costruirla, arredarla di Pc, assumere docenti con le giuste competenze (e non semplicemente convertire gli insegnanti di Educazione tecnica in provetti hacker per decreto), magari predisporre una linea dati per la connessione ad internet ad alta velocità –il doppino telecom di 50 anni fa corroso e ossidato non va tanto bene, mannaggia.
Poi venne la Gelmini, la grande moralizzatrice, deputata a cassare la riforma Moratti senza farlo troppo notare: in soffitta le 3 I, nuove parole d’ordine merito e tirare la cinghia. A ben vedere, un programma ad ambizioni zero, dunque a stanziamento zero: naturalmente, propagandato ancora come ennesima rivoluzione. Risultati della cura: riduzione del numero di indirizzi scolastici alle superiori, perché evidentemente il mondo del lavoro non ama competenze troppo settorializzate; licenziamento dei precari, stretta sulle supplenze; votazioni espresse in decimi e voto di condotta eretto a toccasana per il cosiddetto “bullismo”. Ah, niente sapone nei bagni.
La conclusione è che si continua a stare sui banchi sostanzialmente come decise Gentile, probabilmente con gli stessi stanziamenti che decise Gentile e drammaticamente con la stessa trascuratezza per quelle discipline giuridico-economiche e tecnico-scientifiche che Gentile evidentemente non riteneva importanti.
Le vere rivoluzioni non son certo queste qui, mi pare.
dicembre 15th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink
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…e i guasti che causa il percorrerla
Chi semina vento, raccoglie tempesta; ma anche chi semina fiori, spesso tempesta lo coglie. Se hai qualcuno da odiare, il mondo è più semplice e, in definitiva, fa meno paura. Perché il tuo nemico, la fonte dei tuoi guai, ce l’hai davanti agli occhi: sai da dove vengono le minacce per la tua vita, per la tua sicurezza. Che quelle minacce siano reali oppure no, poco importa: per la nostra mente, reale è quello che essa si figura sia tale, non esiste alcuna “nuda cronaca”.
Compito di chi ha un po’ di sale in zucca e conosce queste dinamiche psicologiche elementari dovrebbe essere quello di favorire la riflessione ed il dibattito, non di fomentare le paure o di scagliarsi contro singoli o vaghe pseudocategorie di persone da additare alla folla come capri espiatori: Berlusconi (ma anche Prodi, quando governava), i rom, gli immigrati, i comunisti, i fannulloni, i terroni, i giudici, i social network -e chi più ne ha, più ne metta.
Il fatto è che pensare costa tempo e fatica, non garantisce il successo immediato e, anzi, spesso fa perdere voti: lussi che, oggi come ieri, nessuno sembra volersi concedere.