L’infame e l’uomo d’onore (le parole sono importanti)

dicembre 16th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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I mafiosi hanno un termine preciso per definire i cosiddetti pentiti: li chiamano “gli infami”. Hanno tradito il vincolo associativo, svelano segreti, fanno nomi: sono considerati peggio delle forze dell’ordine. Al contrario, il galateo del capomafia in carcere prevede che il buon picciotto non parli, o se parli smentisca qualsiasi cosa: in particolare, neghi di conoscere perfino i parenti più stretti, se necessario. Colui che si comporta in questo modo “uomo d’onore è”.

Gaspare Spatuzza è un pentito: accusa (in modo generico e per sentito dire, suscitando molti dubbi sulla veridicità di quanto afferma) Marcello Dell’Utri di collusione con i fratelli Graviano, boss da tempo  in carcere. Con singolare consonanza di titoli, i giornali appiattiti sul PDL definiscono queste accuse “minchiate”, argomentando che non si può dar credito ad una persona che ha un passato criminale tanto efferato. 1 Gianfranco Miccichè 2 sostiene che il pentito sarebbe stato addirittura pagato dai magistrati  (o da “terzi” non meglio identificati) per dire certe cose. Marcello Dell’Utri lo accusa di inventarsi le cose e di tramare contro Berlusconi. Insomma, il “compagno Spatuzza” è un infame.

Filippo Graviano è un capomafia: depone dopo Spatuzza e lo sconfessa su tutta la linea. Oddio: semplicemente dice di non conoscere Dell’Utri, non direttamente nè indirettamente. Cioè non avrebbe mai sentito nemmeno parlare di Dell’Utri in vita sua. Guarda un po’, questo personaggio, che pentito non mi risulta essere e dunque non collabora con gli inquirenti, viene subito salutato come un galantuomo: che sia il mandante degli efferati crimini di Spatuzza è un dettaglio poco rilevante, questa volta. Lo stesso Marcello Dell’Utri sostiene:

“A differenza di Spatuzza  è un vero pentito che sa di espiare le colpe che ha commesso". "A differenza di Spatuzza ho visto nelle parole di Filippo Graviano – ha aggiunto – un percorso di ravvedimento. Mi pare una persona seria".

Non so se Dell’Utri sia un mafioso o meno; nè se per lui possa configurarsi la fattispecie del reato di concorso esterno o quello che è. Le parole di Spatuzza, smentite dal Graviano ciarliero (l’altro fratello muto restò, ma di un mutismo molto eloquente 3 ), in assenza di altri riscontri valgono zero: bisogna pur ricordare, comunque, che il processo non si basa su Spatuzza e che si tratta di un giudizio d’appello. Nel primo grado Dell’Utri è già stato riconosciuto colpevole, senza bisogno di Spatuzza.

Quelle che mi paiono palesi, incontrovertibili evidenze sono l’ambiguità di frequentazioni e comportamenti, la rete di rapporti poco puliti (vedi caso Mangano) e  le sconcertanti dichiarazioni in lode di determinati soggetti, che dovrebbero impedire a chiunque di poter raggiungere anche la più infima carica pubblica: dovrebbe essere il partito in cui questa persona milita ad escluderlo automaticamente da qualsiasi incarico. Questo filtro elementare, garanzia della serietà di una classe politica intera, da noi è poco attivo: probabilmente perché l’elettorato ha dimostrato scarso interesse per la questione, votando ripetutamente personaggi dallo spessore etico e umano pari a quello di una sottiletta fila e fondi.

 

  1. un bel parterre di omicidi, su cui spicca lo scioglimento di infanti nell’acido
  2. che in questi giorni, peraltro, è impegnato a demolire dall’interno il PDL in Sicilia
  3. vuole qualcosa, insomma; va peraltro rilevato che il Graviano di cui Spatuzza parla è questo qui e non quello che ha deposto

La via semplice alla mente umana…

dicembre 15th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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…e i guasti che causa il percorrerla

capro espiatorio Chi semina vento, raccoglie tempesta; ma anche chi semina fiori, spesso tempesta lo coglie. Se hai qualcuno da odiare, il mondo è più semplice e, in definitiva, fa meno paura. Perché il tuo nemico, la fonte dei tuoi guai, ce l’hai davanti agli occhi: sai da dove vengono le minacce per la tua vita, per la tua sicurezza. Che quelle minacce siano reali oppure no, poco importa: per la nostra mente, reale è quello che essa si figura sia tale, non esiste alcuna “nuda cronaca”. 

Compito di chi ha un po’ di sale in zucca e conosce queste dinamiche psicologiche elementari dovrebbe essere quello di favorire la riflessione ed il dibattito, non di fomentare le paure o di scagliarsi contro singoli o vaghe pseudocategorie di persone da additare alla folla come capri espiatori: Berlusconi (ma anche Prodi, quando governava), i rom, gli immigrati, i comunisti, i fannulloni, i terroni, i giudici, i social network -e chi più ne ha, più ne metta.

Il fatto è che pensare costa tempo e fatica, non garantisce il successo immediato e, anzi,  spesso fa perdere voti: lussi che, oggi come ieri, nessuno sembra volersi concedere.

 

Dialogo immaginario alla Buvette…

dicembre 14th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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…siamo tutti moderati

Eh, amico mio, bisognerebbe abbassare i toni…mi passi il sale, per favore?

Ecco qua, carissimo. Sì, certo, darsi tutti una regolata: così non si può andare avanti. Perché sarà pure un gesto isolato, però…

Già, avete creato un clima di odio tale che ho paura a girare per strada, ora…

Beh, intanto prova questi spaghetti: un pesto così nemmeno a Genova! Comunque, tornando a bomba: veramente il clima di odio l’avete creato voi.

Cosa? Eh no, caro: anche se il pesto effettivamente è ottimo, debbo dissentire con te. Ma se da anni non fate altro che accusare e spargere veleno: senza prove poi, imbastendo processi mediatici che si reggono su dei personaggi francamente…

Ma cosa dici? A spargere veleno siete voi, che non sopportate le regole democratiche e attaccate chiunque invece vi si attenga: ogni giorno una forzatura, guardate come avete ridotto questo Paese…come stupirsi, poi, se qualcheduno…

Ah, beh, certo: prima, con la vostra ideologia marcia e condannata dalla storia avete creato le premesse ideologiche e quasi direi armato la vile mano che ha materialmente agito, poi… ma è tutta colpa vostra, dai…guarda, mi stai facendo passare la fame…

Eh, no, permettimi un attimo: chi semina vento, raccoglie tempesta. Come puoi pensare che, con tutte quelle accuse ai non allineati al pensiero dominante e quella prepotenza…

Ma fammi il piacere: le banche, gli industriali e i soliti poteri forti, alleati con una certa stampa che ben conosciamo -e di cui purtroppo voi vi servite poiché non avete argomenti politici- hanno praticamente inneggiato al tirannicidio da mesi!

Guarda, non ti permetto di insinuare nemmeno lontanamente una cosa del genere: anche come storia personale, io sono lontanissimo le mille miglia da qualsiasi forma di violenza. Figurati se ti puoi permettere di farmi la morale tu, che coi tuoi vieni da una storia che…e per non parlare dei tuoi alleati!

Ecco, vedi come siete: con quelli che avete tirato in casa pur di vincere (gente che a malapena sa l’italiano…), vieni tu a fare la morale a me! Puh, con voi non si può discutere, siete tutti intrisi di ideologia! Sai che faccio? Torno in aula, chè sennò ti tiro in faccia il bicchiere!

Complimenti per la moderazione! Complimenti vivissimi! Sotto sotto siete ancora i picchiatori di allora… Ah, non vale nemmeno la pena di discutere con gente così, mi squalifico solamente. Però, almeno beviamoci un caffè per chiudere il pasto. Tocca a te offrirlo, no?

Fattelo offrire dai tuoi sodali terroristi, il caffè!

Renato Schifani – Appello urgente di “Chi l’ha visto?”

dicembre 12th, 2009 § 2 comments § permalink

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Chi l'ha visto- Schifani

Ci giunge un accorato appello da parte della Repubblica Italiana, che denuncia la scomparsa del Presidente del Senato, Renato Schifani. La seconda carica dello stato manca all’appello da giovedì 10 dicembre: quel giorno, verso le 15.30 il presidente Schifani è uscito di casa per recarsi al Senato. Alla moglie avrebbe detto: “Cara, vado a Palazzo Madama per una dichiarazione alla stampa. Sai, mi tocca nuovamente difendere la Repubblica dagli attacchi eversivi del Presidente Berlusconi. Non aspettarmi alzata.” A quella conferenza stampa il presidente non è mai arrivato, né più è tornato a casa. Si teme sia prigioniero nelle segrete di Palazzo Grazioli, ma non si esclude nemmeno la pista dell’allontanamento volontario. Negli ultimi tempi –racconta chi lo conosce- soffriva molto per gli attacchi quotidiani alla Costituzione, di cui sempre si era sentito  indefesso garante.

Il Paese è con il fiato sospeso: chiunque abbia notizie, ci contatti subito.

 

Panorama italiano VII – Il senso di un Paese

dicembre 10th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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…o anche: le comiche finali

Piccolo Quiz per testare la vostra conoscenza delle cose italiane. Leggete queste due dichiarazioni:

“È una presa per il c… il fatto che la legge sia uguale per tutti. In questo paese se ti metti contro i magistrati te la fanno pagare, anche se non hai fatto niente”

“la sovranità sta passando al partito dei giudici. Il Parlamento fa le leggi, ma se queste non piacciono al partito dei giudici questo si rivolge alla Corte Costituzionale e la Corte abroga la legge

 

Il Quiz è banale: le due frasi sono state pronunciate oggi, da due persone molto (?) diverse in due situazioni altrettanto diverse. Le due persone sono:

- Silvio Berlusconi al congresso del PPE

- Fabrizio Corona al tribunale di Milano, dopo una condanna a 3 anni per estorsione

Siete in grado di attribuire la frase giusta a ciascuno?

P.S.: Lo so che è complicato, purtroppo.

 

Il federalismo che (non) vogliamo

dicembre 9th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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…ma che piace alla Lega

Per mandare avanti uno stato come l’Italia, il federalismo è un’opzione come tante: oggi va di moda e fa vincere le elezioni e, se ben gestito, potrebbe pure fare al caso nostro. Quindi parlo senza pregiudiziali, quando dico che siamo ben lontani dall’aver imbastito un modello decente di riforma federale: di più, se mi obiettaste che in realtà non abbiamo scelto alcun “modello”, ma procediamo a casaccio secondo le convenienze elettorali del  momento, non potreste che trovarmi d’accordo.

Ricordate? Tutto nasce nelle valli lombarde, con l’ascesa di un ganassa che sbarca il lunario ingegnandosi come può, mentre la moglie lo crede medico ospedaliero (ah, Ippocrate, quanti lutti addussi agli umani…). Costui, in qualche modo venuto a contatto con le idee di Cattaneo –o forse semplicemente avendo in mente Svizzera e Germania- un giorno deve aver realizzato che i mali d’Italia sono “i terroni.” 1 Cominciò così a elaborare profonde analisi politico-economiche che, efficacemente sintetizzate nel motto “Roma ladrona, la Lega non perdona!” gli permisero di fondare un partito dal successo tumultuoso. Quel ganassa, giunto fino a noi con il nome di Bossi Umberto, e quel partito, la Lega Nord, tuttora decidono le sorti del nostro stivale.

Nel tentativo di contrastare questa avanzata e di non perdere le imminenti elezioni politiche, intorno al 2001 i capoccia del centrosinistra allora al governo decisero di pasticciare una sorta di riforma che chiamarono “il federalismo”: in due minuti misero su tre o quattro modifiche costituzionali fumose e pericolosamente vaghe, le votarono a maggioranza e persero comunque le elezioni. Da allora si è continuato ad affastellare provvedimenti slegati gli uni dagli altri, senza alcuna idea precisa in mente: l’importante era fare “del federalismo.” Abbiamo pure bocciato (per fortuna!) con referendum il progetto di riordino federale e presidenzialista partorito dal centrodestra nel 2001-2006. Però il federalismo s’ha da fare, ci dicono.

L’impressione è che comunque nessuno lo sappia, cosa sia ‘sto federalismo: perchè dubito basti dire “padroni in casa nostra”, anche se ai leghisti pare sufficiente riempirsi la bocca con questa espressione vuota. Soprattutto mi pare che pochi si rendano conto di alcune conseguenze disgreganti dei principi di base della nostra repubblica, insite nello spingere verso una eccessiva devoluzione.

Prendiamo l’ambito sanitario, uno dei più importanti e certamente il più vicino a tutti noi: 2 chi non ha un parente malato, un nonno da accudire, delle terapie da seguire per malanni di varia entità?

Allo stato attuale, la situazione è questa: nonostante sia tuttora vero che ognuno di noi può farsi curare in una qualsiasi struttura italiana servendosi del SSN, 3 sempre più le prestazioni si vanno pericolosamente “regionalizzando.”

Alcuni esempi:

- se richiedete una lastra nella vostra regione e vi dicono tempi astronomici per l’esecuzione, basta che andiate nelle regione vicina e magari ve la fanno in 48 ore: in genere non perchè siano più organizzati (nè perchè “l’erba del vicino è sempre più verde”), ma perché la prestazione che fanno a voi rientra praticamente in una diversa lista d’attesa. 4 Siete classificati “fuori regione”: nel mio caso (di residente in Veneto), ad esempio, ciò significa che otterrò la prestazione col ticket in Friuli,  ma poi sarà il Veneto a pagare al Friuli un rimborso piuttosto oneroso (solo in quest’anno 2009, 39 milioni di Euro pagati per le cosiddette “fughe extra-regione” dal Veneto Orientale)

-non è detto che le ricette fatte dal vostro medico di base con il suo ricettario (non a caso “regionale”) siano accettate dalle farmacie delle altre regioni

-se il vostro nonnetto che ha bisogno del letto speciale antidecubito vive con voi ma ha la residenza nel territorio di un’altra ASL, fatevi coraggio: dovrete organizzarvi con un furgoncino e andarvi a prendere (a vostre spese) il fatidico ausilio presso l’ASL di residenza (pensate ad uno di Avellino che risiede in Piemonte, per esempio)

E che le cose vadano sempre più verso un’ulteriore involuzione, lo testimoniano alcune prese di posizione della Lega Nord friulana:

Dopo la cancellazione della legge sull’immigrazione e l’esclusione degli extracomunitari dal fondo antipovertà, non si è fermata la carica della Lega Nord in Friuli Venezia Giulia. L’ultima proposta in ordine di tempo è di condizionare per tutti, italiani e stranieri, l’accesso al welfare agli anni di residenza o lavoro in regione.

E poi:

Ora i benefici della Carta famiglia solo a chi risiede in regione

 

  1. Sì, è un non sequitur: ma temo che l’associazione mentale federalismo=fuori i terroni sia stato il vero primum movens del nostro e dei suoi adepti
  2. sì, finalmente ho finito il preambolo, coraggio: si entra nel vivo
  3. Servizio Sanitario Nazionale
  4. parola di un ortopedico fidato

Arresti ad orologeria?

dicembre 6th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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Praticare uno sterile complottismo non è bella cosa; nè vale sempre quella famosa massima spesso ripetuta da Giulio Andreotti per cui “a pensar male si fa peccato, ma ci si azzecca”. Però che l’ennesimo “duro colpo alla mafia”, l’arresto di due delle più temibili firme criminali all’interno di Cosa Nostra, avvenga il giorno dopo le deposizioni (per la verità difficilmente riscontrabili, a quanto mi è dato di capire) del famigerato Spatuzza lascia interdetti: nella migliore delle ipotesi, si tratta di un ben fortunato accidente. 1 Si vedrà poi  se questi due resteranno in carcere per scontare le loro malefatte (un mafioso teme poco l’arresto, che considera una jella passabile, quando non una medaglia da appuntarsi al petto; teme assai invece l’ergastolo e le restrizioni del 41-bis).

Per ora, questo singolare concatenarsi di eventi mi ha –mio malgrado- riportato all’analoga sensazione di perplessità che provai circa quattro anni or sono, nel momento dell’arresto di Binnu Provenzano: giusto il giorno dopo le elezioni dell’aprile 2006 (quelle vinte per un pugno di voti dal centrosinistra).

E’ che le coincidenze sono sì strani capricci del caso, che alle volte tali non son nemmeno: ma a dimostrarlo, beh, è tutto un altro paio di maniche.

 

  1. che si inserisce comunque nel contesto di una continua e notevole attività delle forze dell’ordine negli ultimi anni –sotto governi di destra e di sinistra.

Quella volta che Silvio, Umberto e Gianfranco fecero il no-Prodi day…

dicembre 5th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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Prima che qualcuno accusi Visto che qualcuno già accusa la manifestazione di oggi, il no-B day (su cui pure ho espresso le mie perplessità, ma che spero serva a risvegliare qualche elettore sopito), di essere antidemocratica e di “demonizzare l’avversario politico”, 1 rileggiamoci alcune delle cronache datate 2 dicembre 2006.

In quella data, l’allora opposizione di centrodestra organizza una grande manifestazione contro il governo Prodi, una sorta di no-P day. In una giornata memorabile, si registrano –tra gli altri- questi fatti 2 :

16:11  Prodi nel mirino dei cortei

E’ il presidente del Consiglio Romano Prodi il principale bersaglio di slogan e striscioni della manifestazione della Cdl che sta sfilando a Roma contro la Finanziaria. Il popolo dell’opposizione sceglie l’ironia e il sarcasmo per dare addosso al presidente del Consiglio, più volte soprannominato ‘mortadella’. Ecco alcuni degli striscioni in piazza: "Prodi non ci ridurre in mutande. Mortadella, mortadella, solo per te la vita è bella. Del Porco non si butta niente, di Prodi buttiamo tutto". E su una maglietta la scritta: "Meno male che a me piace il prosciutto".

15:15  Corteo funebre per Prodi

Anche un vero e proprio funerale, con tanto di bara, è stato organizzato dai manifestanti del corteo di Roma. "Stiamo qui a celebrare la morte del governo Prodi", dicono coloro che a spalle stanno portando la bara. Subito dietro, una serie di manifesti listati a lutto con, sotto una croce, la scritta "governo mortadella"

Quella volta per Bondi si trattava di una “festa della democrazia”:

14:55  Bondi: "Oggi la democrazia è più forte"

"Una partecipazione aldilà di ogni possibile previsione, è una festa della democrazia: oggi la democrazia in Italia è più forte". Così il coordinatore nazionale di Forza Italia, Sandro Bondi

Speriamo non abbia cambiato opinione, ma aspettiamo al varco.

 

  1. Margherita Boniver: "Non ci verrebbe in mente di insultare e demonizzare l’avversario politico che invece è il fatto saliente della manifestazione, che usa i soliti slogan delle piazze rosse"
  2. dalla cronaca in real-time di Repubblica

(mal)Anno Zero

dicembre 4th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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…buttando tutto in vacca

A margine della puntata di Anno Zero di ieri sera (mio bilancio: visti 10 insostenibili minuti di caciara senza costrutto; constatato tristemente che l’accertamento dei fatti in simili circostanze è impossibile; cambiato immediatamente canale), discorsi rubati (parlavano forte)  oggi al bar della Stazione:

“…e quello, il tunisino 1 …quello mi è piaciuto: ci saranno pure le sentenze, ma se lui ha le carte, anche se non le ha presentate in tribunale…lui ha le carte, (bestemmia)!”

“E pensa, poi: anche [Berlusconi] fosse colpevole –e sarà pur colpevole-, ma che vita gli hanno fatto fare in questi ultimi 15 anni! Una vita distrutta, poveretto!”

“Eh, sì: che gli diano l’immunità! Lo dico io, che pure…cosa vuoi farci: a me piace Fini!”

“Ah, Fini: va a …. Fini!”

“Eh, vedi: lo attaccano coi giudici perché non hanno argomenti! Non sanno come altro fare! Ma è politica, questa?”

 

  1. Tarak Ben Ammar, ex di Craxi e di Berlusconi, intermediario per i diritti televisivi

Panorama italiano VI – Precipizi

dicembre 3rd, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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Dicembre 2009 – I Settimana

Nuovi picconatori: Se volete avere un’idea di come vanno le cose nella maggioranza, date un’occhiata al volto smagrito –e smarrito- del Sandro Bondi di martedì sera a Ballarò:

screenshot.2

Il fatto che, almeno apparentemente, il più efficace oppositore del governo sia al momento il “cofondatore” del PDL dovrebbe rendere inquieto –e non poco!- Pierluigi Bersani: non è certo un buon segnale per il PD.

In subordine, le “picconate” di Fini fanno pensare ad un qualche movimento convergente che potrebbe coinvolgere da sinistra(?) il neonato partito della X di Rutelli e da destra il presidente della Camera con un piccolo manipolo di fedelissimi per una fusione con l’UDC. Una sorta di Kadima, insomma. Probabilmente è solo una suggestione, ma se almeno si decidesse per il sì o per il no ci risparmieremmo lo st(r)illicidio quotidiano di queste accuse di tradimento da parte dei difensor fidei dell’ortodossia berlusconiana.

 

Politica estera: Nel frattempo, in un altro paese…voilà, la politica estera italiana:

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A.A.A. offresi: politico attempato ma ancora ammantato di fascinoso cerone, amante della compagnia e delle belle donne, conoscerebbe dittatore (o anche presunto tale) di paesi emergenti con pari requisiti per proficuo scambio culturale e serate in allegria. Garantisce parole di calorosa stima, discreto glissare su qualsiasi questione di pervasivo controllo su media e opposizione e sicuro sdoganamento presso la comunità internazionale. Astenersi grigi titolari di democrazie occidentali.

 

Crucifige! Il crocifisso, si sa, si porta con tutto: ultimamente, ad esempio, era spesso segnalato su petti rigogliosi di donzellette televisive dalla dubbia devozione. Ora però, complici gli ultimi fatti di cronaca, siamo alla più completa deregulation: si vocifera infatti che, prede di un completo delirio da crocifisso e dopo averlo invocato perfino nel tricolore, quelli della Lega vorrebbero poter reintrodurre il “simbolo” per eccellenza in tutti quegli ambiti da cui un bieco illuminismo post-bellico lo ha da tempo escluso. Ad esempio si cita l’apposizione delle firme: da ambienti vicini al Carroccio si è fatto notare che i nostri nonni solevano siglare i documenti con un crocifisso (dai laicisti banalizzato poi in semplice croce). Questo non per analfabetismo, come recita la vulgata diffusa artatamente dagli studiosi appartenenti ai soliti ambienti radical-chic della sinistra fannullona, bensì per rimarcare la millenaria tradizione giudaico-cristiana che quegli uomini semplici ma retti non dimenticavano mai.

 

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