dicembre 14th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink
BlogNews
…siamo tutti moderati
Eh, amico mio, bisognerebbe abbassare i toni…mi passi il sale, per favore?
Ecco qua, carissimo. Sì, certo, darsi tutti una regolata: così non si può andare avanti. Perché sarà pure un gesto isolato, però…
Già, avete creato un clima di odio tale che ho paura a girare per strada, ora…
Beh, intanto prova questi spaghetti: un pesto così nemmeno a Genova! Comunque, tornando a bomba: veramente il clima di odio l’avete creato voi.
Cosa? Eh no, caro: anche se il pesto effettivamente è ottimo, debbo dissentire con te. Ma se da anni non fate altro che accusare e spargere veleno: senza prove poi, imbastendo processi mediatici che si reggono su dei personaggi francamente…
Ma cosa dici? A spargere veleno siete voi, che non sopportate le regole democratiche e attaccate chiunque invece vi si attenga: ogni giorno una forzatura, guardate come avete ridotto questo Paese…come stupirsi, poi, se qualcheduno…
Ah, beh, certo: prima, con la vostra ideologia marcia e condannata dalla storia avete creato le premesse ideologiche e quasi direi armato la vile mano che ha materialmente agito, poi… ma è tutta colpa vostra, dai…guarda, mi stai facendo passare la fame…
Eh, no, permettimi un attimo: chi semina vento, raccoglie tempesta. Come puoi pensare che, con tutte quelle accuse ai non allineati al pensiero dominante e quella prepotenza…
Ma fammi il piacere: le banche, gli industriali e i soliti poteri forti, alleati con una certa stampa che ben conosciamo -e di cui purtroppo voi vi servite poiché non avete argomenti politici- hanno praticamente inneggiato al tirannicidio da mesi!
Guarda, non ti permetto di insinuare nemmeno lontanamente una cosa del genere: anche come storia personale, io sono lontanissimo le mille miglia da qualsiasi forma di violenza. Figurati se ti puoi permettere di farmi la morale tu, che coi tuoi vieni da una storia che…e per non parlare dei tuoi alleati!
Ecco, vedi come siete: con quelli che avete tirato in casa pur di vincere (gente che a malapena sa l’italiano…), vieni tu a fare la morale a me! Puh, con voi non si può discutere, siete tutti intrisi di ideologia! Sai che faccio? Torno in aula, chè sennò ti tiro in faccia il bicchiere!
Complimenti per la moderazione! Complimenti vivissimi! Sotto sotto siete ancora i picchiatori di allora… Ah, non vale nemmeno la pena di discutere con gente così, mi squalifico solamente. Però, almeno beviamoci un caffè per chiudere il pasto. Tocca a te offrirlo, no?
Fattelo offrire dai tuoi sodali terroristi, il caffè!
dicembre 9th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink
BlogNews
…ma che piace alla Lega
Per mandare avanti uno stato come l’Italia, il federalismo è un’opzione come tante: oggi va di moda e fa vincere le elezioni e, se ben gestito, potrebbe pure fare al caso nostro. Quindi parlo senza pregiudiziali, quando dico che siamo ben lontani dall’aver imbastito un modello decente di riforma federale: di più, se mi obiettaste che in realtà non abbiamo scelto alcun “modello”, ma procediamo a casaccio secondo le convenienze elettorali del momento, non potreste che trovarmi d’accordo.
Ricordate? Tutto nasce nelle valli lombarde, con l’ascesa di un ganassa che sbarca il lunario ingegnandosi come può, mentre la moglie lo crede medico ospedaliero (ah, Ippocrate, quanti lutti addussi agli umani…). Costui, in qualche modo venuto a contatto con le idee di Cattaneo –o forse semplicemente avendo in mente Svizzera e Germania- un giorno deve aver realizzato che i mali d’Italia sono “i terroni.” Cominciò così a elaborare profonde analisi politico-economiche che, efficacemente sintetizzate nel motto “Roma ladrona, la Lega non perdona!” gli permisero di fondare un partito dal successo tumultuoso. Quel ganassa, giunto fino a noi con il nome di Bossi Umberto, e quel partito, la Lega Nord, tuttora decidono le sorti del nostro stivale.
Nel tentativo di contrastare questa avanzata e di non perdere le imminenti elezioni politiche, intorno al 2001 i capoccia del centrosinistra allora al governo decisero di pasticciare una sorta di riforma che chiamarono “il federalismo”: in due minuti misero su tre o quattro modifiche costituzionali fumose e pericolosamente vaghe, le votarono a maggioranza e persero comunque le elezioni. Da allora si è continuato ad affastellare provvedimenti slegati gli uni dagli altri, senza alcuna idea precisa in mente: l’importante era fare “del federalismo.” Abbiamo pure bocciato (per fortuna!) con referendum il progetto di riordino federale e presidenzialista partorito dal centrodestra nel 2001-2006. Però il federalismo s’ha da fare, ci dicono.
L’impressione è che comunque nessuno lo sappia, cosa sia ‘sto federalismo: perchè dubito basti dire “padroni in casa nostra”, anche se ai leghisti pare sufficiente riempirsi la bocca con questa espressione vuota. Soprattutto mi pare che pochi si rendano conto di alcune conseguenze disgreganti dei principi di base della nostra repubblica, insite nello spingere verso una eccessiva devoluzione.
Prendiamo l’ambito sanitario, uno dei più importanti e certamente il più vicino a tutti noi: chi non ha un parente malato, un nonno da accudire, delle terapie da seguire per malanni di varia entità?
Allo stato attuale, la situazione è questa: nonostante sia tuttora vero che ognuno di noi può farsi curare in una qualsiasi struttura italiana servendosi del SSN, sempre più le prestazioni si vanno pericolosamente “regionalizzando.”
Alcuni esempi:
- se richiedete una lastra nella vostra regione e vi dicono tempi astronomici per l’esecuzione, basta che andiate nelle regione vicina e magari ve la fanno in 48 ore: in genere non perchè siano più organizzati (nè perchè “l’erba del vicino è sempre più verde”), ma perché la prestazione che fanno a voi rientra praticamente in una diversa lista d’attesa. Siete classificati “fuori regione”: nel mio caso (di residente in Veneto), ad esempio, ciò significa che otterrò la prestazione col ticket in Friuli, ma poi sarà il Veneto a pagare al Friuli un rimborso piuttosto oneroso (solo in quest’anno 2009, 39 milioni di Euro pagati per le cosiddette “fughe extra-regione” dal Veneto Orientale)
-non è detto che le ricette fatte dal vostro medico di base con il suo ricettario (non a caso “regionale”) siano accettate dalle farmacie delle altre regioni
-se il vostro nonnetto che ha bisogno del letto speciale antidecubito vive con voi ma ha la residenza nel territorio di un’altra ASL, fatevi coraggio: dovrete organizzarvi con un furgoncino e andarvi a prendere (a vostre spese) il fatidico ausilio presso l’ASL di residenza (pensate ad uno di Avellino che risiede in Piemonte, per esempio)
E che le cose vadano sempre più verso un’ulteriore involuzione, lo testimoniano alcune prese di posizione della Lega Nord friulana:
Dopo la cancellazione della legge sull’immigrazione e l’esclusione degli extracomunitari dal fondo antipovertà, non si è fermata la carica della Lega Nord in Friuli Venezia Giulia. L’ultima proposta in ordine di tempo è di condizionare per tutti, italiani e stranieri, l’accesso al welfare agli anni di residenza o lavoro in regione.
E poi:
Ora i benefici della Carta famiglia solo a chi risiede in regione
dicembre 6th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink
BlogNews
Praticare uno sterile complottismo non è bella cosa; nè vale sempre quella famosa massima spesso ripetuta da Giulio Andreotti per cui “a pensar male si fa peccato, ma ci si azzecca”. Però che l’ennesimo “duro colpo alla mafia”, l’arresto di due delle più temibili firme criminali all’interno di Cosa Nostra, avvenga il giorno dopo le deposizioni (per la verità difficilmente riscontrabili, a quanto mi è dato di capire) del famigerato Spatuzza lascia interdetti: nella migliore delle ipotesi, si tratta di un ben fortunato accidente. Si vedrà poi se questi due resteranno in carcere per scontare le loro malefatte (un mafioso teme poco l’arresto, che considera una jella passabile, quando non una medaglia da appuntarsi al petto; teme assai invece l’ergastolo e le restrizioni del 41-bis).
Per ora, questo singolare concatenarsi di eventi mi ha –mio malgrado- riportato all’analoga sensazione di perplessità che provai circa quattro anni or sono, nel momento dell’arresto di Binnu Provenzano: giusto il giorno dopo le elezioni dell’aprile 2006 (quelle vinte per un pugno di voti dal centrosinistra).
E’ che le coincidenze sono sì strani capricci del caso, che alle volte tali non son nemmeno: ma a dimostrarlo, beh, è tutto un altro paio di maniche.
dicembre 5th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink
BlogNews
Prima che qualcuno accusi Visto che qualcuno già accusa la manifestazione di oggi, il no-B day (su cui pure ho espresso le mie perplessità, ma che spero serva a risvegliare qualche elettore sopito), di essere antidemocratica e di “demonizzare l’avversario politico”, rileggiamoci alcune delle cronache datate 2 dicembre 2006.
In quella data, l’allora opposizione di centrodestra organizza una grande manifestazione contro il governo Prodi, una sorta di no-P day. In una giornata memorabile, si registrano –tra gli altri- questi fatti :
16:11 Prodi nel mirino dei cortei
E’ il presidente del Consiglio Romano Prodi il principale bersaglio di slogan e striscioni della manifestazione della Cdl che sta sfilando a Roma contro la Finanziaria. Il popolo dell’opposizione sceglie l’ironia e il sarcasmo per dare addosso al presidente del Consiglio, più volte soprannominato ‘mortadella’. Ecco alcuni degli striscioni in piazza: "Prodi non ci ridurre in mutande. Mortadella, mortadella, solo per te la vita è bella. Del Porco non si butta niente, di Prodi buttiamo tutto". E su una maglietta la scritta: "Meno male che a me piace il prosciutto".
15:15 Corteo funebre per Prodi
Anche un vero e proprio funerale, con tanto di bara, è stato organizzato dai manifestanti del corteo di Roma. "Stiamo qui a celebrare la morte del governo Prodi", dicono coloro che a spalle stanno portando la bara. Subito dietro, una serie di manifesti listati a lutto con, sotto una croce, la scritta "governo mortadella"
Quella volta per Bondi si trattava di una “festa della democrazia”:
14:55 Bondi: "Oggi la democrazia è più forte"
"Una partecipazione aldilà di ogni possibile previsione, è una festa della democrazia: oggi la democrazia in Italia è più forte". Così il coordinatore nazionale di Forza Italia, Sandro Bondi
Speriamo non abbia cambiato opinione, ma aspettiamo al varco.
dicembre 4th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink
BlogNews
…buttando tutto in vacca
A margine della puntata di Anno Zero di ieri sera (mio bilancio: visti 10 insostenibili minuti di caciara senza costrutto; constatato tristemente che l’accertamento dei fatti in simili circostanze è impossibile; cambiato immediatamente canale), discorsi rubati (parlavano forte) oggi al bar della Stazione:
“…e quello, il tunisino …quello mi è piaciuto: ci saranno pure le sentenze, ma se lui ha le carte, anche se non le ha presentate in tribunale…lui ha le carte, (bestemmia)!”
“E pensa, poi: anche [Berlusconi] fosse colpevole –e sarà pur colpevole-, ma che vita gli hanno fatto fare in questi ultimi 15 anni! Una vita distrutta, poveretto!”
“Eh, sì: che gli diano l’immunità! Lo dico io, che pure…cosa vuoi farci: a me piace Fini!”
“Ah, Fini: va a …. Fini!”
“Eh, vedi: lo attaccano coi giudici perché non hanno argomenti! Non sanno come altro fare! Ma è politica, questa?”
novembre 18th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink
BlogNews
Persi nelle ubbie di un uomo solo: Nell’osservare i tumulti nel centrodestra, di questi tempi vien da rivalutare la sventurata esperienza dell’Unione, piccola e tenera accozzaglia di partitini autoreferenziali che almeno si divideva su principi e non su salvacondotti biecamente spacciati per esigenze dei cittadini: tra indulto e prescrizione, per dire, io prendo il primo. In carica c’è una maggioranza dai numeri granitici, costituita di due soli partiti: teoricamente la stabilità e l’azione di governo dovrebbero essere assicurate. Invece assistiamo al totale immobilismo sui problemi più urgenti (vedi crisi e sostegno a redditi e imprese), mentre si approvano oggi norme concepite almeno 10 anni fa e oramai vecchie e superate (quando non avversate perfino tra chi le propone: vedi privatizzazione dell’acqua). In tale situazione, ci vorrebbe un capo del governo capace di una certa lungimiranza, di comprendere i cambiamenti del quadro politico e sociale ed intervenire di conseguenza per regolare le storture e assecondare gli sviluppi positivi. Abbiamo invece Silvio Berlusconi, uno che vive ancora in una condizione mentale da “guerra fredda”: uno per cui il muro non è mai crollato, i comunisti sono sempre al governo (il che è vero, ma sono quelli che ci ha portato lui) e sempre gli tramano contro, contro la volontà popolare che lo ha eletto. In questa condizione paranoica, non stupisce che Berlusconi veda complotti anche nel suo schieramento ed agisca di conseguenza: con tutta evidenza abituato a minacciare licenziamenti per i collaboratori aziendali non allineati, minaccia (per interposto Schifani) di licenziare i parlamentari che ha assunto due anni or sono. Poi, naturalmente fa seguire smentita: la collaudata tecnica del bastone e della carota.
C’est fini: Fini (sempre più la voce di uno che grida nel deserto) aveva definito non più nel novero delle cose possibili la candidatura di Cosentino, sottosegretario alquanto chiacchierato di essere colluso con la camorra, alla guida della Campania: ebbene, Cosentino non intende fare passi indietro, Berlusconi non intende chiedergliene. Valuti ora Fini, dal suo scranno di co-fondatore del PDL, le conseguenze da trarre dopo una sconfessione tanto plateale: mi sa che lo stanno buttando giù dal predellino. Peccato, perché sempre più appare salutare per la Campania (e per il PD) che il centrosinistra stia fermo (almeno) un turno.
novembre 17th, 2009 § § permalink
BlogNews
Centinaia di modelle reclutate da una delle solite agenzie (hostessweb, nello specifico), con l’accortezza che siano giovani, carine e vestite in modo sobrio. Caricate su pullman (carri bestiame?) e portate a destinazione (no, non palazzo Grazioli, bensì l’ambasciata di Libia). Ricompensa: una cena-buffet, 60 euro di gettone, una copia del Corano e un incontro con il mitico Muammar Gheddafi.
«Cercansi 500 ragazze piacevoli, tra i 18 e i 35 anni, alte almeno un metro e 70, ben vestite ma, rigorosamente, non in minigonna o scollate», è stato il messaggio dell’agenzia, che ha offerto ad ognuna un «gettone» di 60 euro. Per fare cosa? «L’obiettivo è avere alcuni scambi di opinione e donare omaggi libici», chiariva la «lettera d’ingaggio».
Ma non si tratta di un festino: è l’ora di religione coranica in salsa libica. Un giorno una lectio magistralis, il giorno dopo un botta e risposta con il più famoso dei sosia di Micheal Jackson. Argomento unico: l’Islam.
Pensate all’invidia dei poveri docenti cattolici: costretti ad entrare in classi dove molti nemmeno li vorrebbero, ridotti a far la guardia ai crocifissi e a parlare di droga e castità a sbruffoncelli che intanto fanno i compiti per la lezione successiva. A casa Gheddafi invece si fa la fila per entrare e farsi indottrinare su diritti e doveri della donna musulmana e sulla necessità della conversione. Addirittura ci si affolla per il casting online come in un grande fratello islamico: pure con un certo successo, se è vero che molte delle invitate si sono dichiarate lusingate per l’opportunità ricevuta. Ogni cosa ormai è un happening, un evento mondano di cui gloriarsi al prossimo aperitivo.
Alcune perplessità assortite:
- ai fini di una completa parità di genere, c’è differenza tra provinare le escort regalando loro ciondolini a foggia di farfalla e indottrinare le hostess regalando loro il Corano?
- le donne più basse di 1.70, di oltre 35 anni o meno piacenti non sono degne di ascoltare le parole del Profeta?
- da 1 a 10, quanto debbo credere che tutta questa pagliacciata abbia come scopo il proselitismo religioso?
- non c’è una signora Gheddafi che possa scrivere una lettera ai giornali parlando di ciarpame senza pudore?
- …e una mamma Gheddafi, da avvertire della nefasta influenza che Silvio ha sul suo pargoletto libico?
novembre 15th, 2009 § § permalink
BlogNews
I tormenti di un giovane blogger
“Si no te sa, tasi!”, si dice da queste parti. Se non sai, taci. Saggezza popolare che, a darci retta, condurrebbe a chiudere la maggior parte dei blog (compreso questo). Perché, insomma, i blog sono l’apoteosi della tuttologia applicata e del giudizio apodittico su questioni per cui un Montaigne avrebbe magari versato botti di inchiostro. Volendo riassumere all’osso, mi pare che nella blogosfera si vivacchi molto sul latino hic et nunc: il commento arguto, la frecciatina che inchioda il fatto del giorno, un certo accanirsi sulla carogna di giornata. Ci sfoghiamo, insomma. Forse è il mezzo che chiama alla brevità, forse è il pubblico che vuole il mordi e fuggi. Ripeto, mi ci metto in mezzo totalmente: ogni volta che lancio un pezzo nella rete, sento l’amarezza per la piccineria delle analisi che riesco a produrre.
Prima di pronunciarsi su di un argomento, bisognerebbe averlo ben ruminato: ci vogliono tempo, pazienza e silenzio. Leggi e rifletti, osservi e fai esperienza fino a costruire l’edificio di un ragionamento che si possa paragonare almeno ad una palafitta, primitivo ma abbastanza stabile da non rovesciarsi per un po’ di mare grosso.
E comunque pure dopo questo lungo ruminare alle volte ti sbagli.
E comunque non puoi mai sapere quando sarà “una di quelle volte”.
Perché la verità è un caleidoscopio di opinioni che osserva il reale, a sua volta un caleidoscopio di eventi di cui possiamo cogliere tutt’al più le tendenze generali: vince chi approssima meglio –alle volte per ragioni puramente stilistiche.
Ma forse basta non prendersi troppo sul serio.
P.S.: le mie scuse a Mr Montaigne per averlo coinvolto in questo post.
novembre 10th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink
BlogNews
Il futuro che non arriva: Tabacci lascia l’UDC? Di nuovo? E quando c’era rientrato, il figliuol prodigo? Io ero rimasto alla prima fuga, quella della “Rosa Bianca”. Stavolta andrebbe con Rutelli, il che lo porterebbe a ritornare, di nuovo ma da fuori, a Casini. Mentre Rutelli è uscito dal PD, ma del suo ex vuol rimanere amico per costruire un’alternativa al centrodestra: il che lo porterebbe a ritornare, di nuovo ma da fuori, a Bersani. Tutte queste manovre paiono patetici bisticci su chi trova il posto più al centro nel centro: mi dicono invece sia politica vera, quella alta e nobile. Chiedersi quali risultati concreti per il paese abbiano prodotto in questi ultimi anni le fibrillazioni anarco-centriche (che io ricordi, giusto la porcheria di legge con cui votiamo il parlamento) sarebbe fare un torto alla grande intelligenza politica di Casini e soci: loro guardano sempre oltre, al futuro. Che colpa ne hanno se il futuro non arriva mai?
I devoti di San Euro: Credo che Tremonti, nel chiuso della sua stanza più segreta, abbia un altarino con l’effigie di Romano Prodi che ostende la moneta unica: nei momenti tragici, è sempre San Euro a lanciare un salvagente al nostro paese. Ricordate l’incredibile sorpasso della settimana scorsa ai danni della perfida Albione? L’Italia “sesta potenza economica, sorpassata la Gran Bretagna”? Sembrava una fesseria, nevvero? Beh, si dà il caso che lo fosse. Tutto è legato al fatto che il Pil inglese è espresso in sterline, quello italiano in Euro: la famigerata crisi ed il deprezzamento della moneta britannica sulla divisa europea hanno fatto il resto. In quell’occasione, un Tremonti gongolante ha sentenziato che “il tempo è galantuomo”. Chissà se lo pensa ancora, dopo l’uscita dei dati sulla produzione industriale di settembre: Italia –5,3%, peggiore risultato da quando è iniziato il rilevamento di questo parametro.
A quando i cadaveri ammucchiati lungo la via? Non seguo la tg-soap Studio Aperto –beh, solo alle volte, per diletto masochista- ma, se conosco i miei polli, scommetto che han sostituito gli stucchevoli collegamenti sul meteo dalle grandi città italiane con analoghi bollettini sui morti dell’influenza suina. E’ un andazzo molto comune, intendiamoci: però per queste cose quelli di Italia 1 hanno una marcia in più. Pare incredibile, ma fanno meno notizia alluvioni e colate di fango che un po’ di gente a letto con la febbre.
Iniziative culturali: Fece storia televisiva, qualche anno fa, la serie di letture della Divina Commedia Gassman legge Dante. Visto che è il ministro della Cultura, Sandro Bondi non ha voluto essere da meno. Dal sito del PDL:

Crucifige!Tutta ‘sta caciara per difendere “il crocifisso” nelle aule scolastiche è deprimente: sindaci che lo infilano dovunque (ai bagni pubblici sono già arrivati?), tabelle stradali che invece di segnalare gli ingorghi dipingono la croce, gente che vuole piazzare l’immagine del Papa al posto di quella di Napolitano. Poi vai a vedere e ti accorgi che i difensori dell’icona sacra sono quelli stessi che promuovono leggi per privare i senza tetto delle panchine, che vogliono “censire gli islamici,” che vorrebbero bombardare i migranti. Allora ti domandi se il Crocifisso sia più presente quando pubblicamente appeso al muro o quando nascosto (ma vivo) nel cuore delle persone.
novembre 9th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink
BlogNews
Che Giovanardi non sia una cima, è cosa nota; che il suo campo d’azione preferito sia la lotta alla tossicodipendenza, è cronaca; che in questa pur lodevole lotta sia riuscito a produrre solo danni collaterali e zero risultati concreti è storia. Perciò non con sorpresa, ma con costernata rassegnazione accolgo, ad ennesima conferma della sommaria analisi appena svolta, certe sue dichiarazioni di oggi su Stefano Cucchi:
«Stefano Cucchi era in carcere perché era uno spacciatore abituale. Poveretto è morto, e la verità verrà fuori come, soprattutto perché era 42 chili. […] La droga ha devastato la sua vita, era anoressico, tossicodipendente, poi il fatto che in cinque giorni sia peggiorato, certo bisogna vedere come i medici l’hanno curato. Ma sono migliaia le persone che si riducono in situazioni drammatiche per la droga, diventano larve, diventano zombie: è la droga che li riduce così».
Se questo voleva essere uno spot contro la droga, è riuscito malissimo: probabilmente la tossicodipendenza aveva ridotto Stefano Cucchi una larva, ma questo non giustifica il modo in cui è morto. Sembra quasi certo che sia stato picchiato (o per lo meno aiutato a cadere dalle scale); in ogni caso è stato curato poco e male, soprattutto dal punto di vista psicologico (potete trovare online la documentazione sanitaria dei suoi ultimi giorni: il ragazzo non collaborava e rifiutava l’idratazione, sarebbe stato necessario consultare i parenti e almeno uno psichiatra); alla fine è morto di stenti.
Poveretto, è morto: ma che volete, era un tossicodipendente, era uno spacciatore. Se l’era un po’ cercata: ragazzi, mi raccomando, non drogatevi!
Grazie, onorevole Giovanardi.
update, 11 novembre: siamo lieti di poter rilevare che Giovanardi si è scusato per le parole inopportune di due giorni fa.