agosto 10th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink
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Nell’ingessato panorama della stampa di casa nostra (dove i direttori dei giornali si danno la turnazione con eterni ritorni di stampo vichiano), resiste da decenni (almeno dai primi anni novanta, per ciò che rammento) un mistero doloroso del lunedì, relegato ai margini della prima pagina del Corriere. Questo mistero è la rubrica di Francesco Alberoni, “Pubblico e Privato” (ma forse sarebbe da rinominare “Banalità in abito da sera”): concentrato di frasi fatte e pensierini da prima elementare tale che potrei pure scriverlo io stesso.*
Per esempio, oggi:
“Non serve eliminare il rivale per meritare il suo posto”
Leggere oltre non serve mai: tutto è già contenuto nel titolo. Nel pezzo ci sarà spazio per una massima apodittica appena appena più sviluppata, con il corredo di alcuni esempi tratti dall’esperienza personale dell’autore (sempre del tenore “Conoscevo un tale che…”; “un’amica di mia madre diceva sempre che…”) e la chiusa finale che rimarca il concetto. Davvero, tutto sempre così.
Unica sottigliezza (apparente): la rubrica dal nome strabico deve permettere una lettura bifronte. Alberoni ci parla del Privato per insegnarci ciò che è buono in Pubblico e viceversa. Ecco allora la chiusa, rapido tuffo nelle vicende della morente Repubblica romana alla metà del I secolo a.C.:
L’errore è sempre lo stesso, pensare che l’ostacolo sia rappresentato da una persona, da un rivale, senza domandarti se l’altro ti vuole, se sei all’altezza, se meriti il posto a cui ambisci. Nei concorsi universitari molti perdono molto più tempo in intrighi e acrobazie per ingraziarsi i potenziali commissari, che a studiare, a fare ricerche di valore, o scrivere opere importanti che vengono apprezzate da tutti.
Ma il caso più famoso della storia è quello dei congiurati che hanno assassinato Cesare. Erano tutte persone di grande ingegno. Pensiamo che oltre a Bruto e Cassio, fra loro c’era addirittura Cicerone. Erano ossessionati da Cesare, non pensavano altro che a farlo sparire. Ma non avevano la benché minima idea di che cosa avrebbero fatto dopo. Morto Cesare, mentre il popolo angosciato urlava nelle strade, sono stati presi dal panico e sono scappati sul Campidoglio! E Antonio ha preso il potere.
Insomma attenti, amici Democratici: a Silvio non c’è alternativa. Caduto lui, dobbiamo aspettarci il terrore, un vuoto di potere ed un novello Antonio a “ristabilire l’ordine”.** Quindi meglio Silvio Re nei secoli dei secoli (chè, per rimanere in tema, non ce lo vedo molto Berlusconi nei panni di Silla). Lettura dei fatti alquanto terra terra –come, appunto, nello stile della casa- e piuttosto deprimente. Fortunatamente il corpo di Giulio Cesare è stato cremato, altrimenti sai che capriole si faceva adesso, nel suo sepolcro.
* prontamente la nostra redazione ha avviato già promettenti contatti con l’esimio studioso, ai fini di una collaborazione anche su PaleoZotico
** che poi dopo è arrivato pure Augusto, ma non sottilizziamo
agosto 2nd, 2009 § § permalink
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Un aborto è un aborto. La legge 194 ne disciplina la pratica ormai da 30 anni: in generale ha funzionato, visto che il numero di interruzioni di gravidanza è in costante calo e migliora invece la salute delle donne nel nostro paese. Immagino che la scelta di abortire sia un dramma enorme, per una persona; dubito sia presa a cuor leggero (ovviamente ci saranno le eccezioni: ma sono appunto eventi eccezionali e non si può pretendere che una legge normi il singolo caso). Il dibattito sulla liceità morale dell’aborto può pure essere accettabile, se si evita di condannare con la stigma dell’assassino chi ricorre a tale pratica. Per quanto mi riguarda, penso sia profondamente ingiusto costringere una donna a portare avanti una gravidanza se non lo vuole; diversamente, è criminale costringere una donna ad abortire contro il suo volere. Quindi se Buttiglione vuole condannare l’interruzione di gravidanza come metodo di controllo demografico, non ci vedo nulla di male e lo appoggio pure.
Mi sconcerta, invece, il polverone che la Chiesa fa sulla pillola abortiva ru486: le argomentazioni sono capziose, le minacce di nuove apocalissi morali sembrano non tenere conto della legge 194. Qui non si tratta di stabilire nuovamente se l’aborto debba essere legale o meno: si tratta semplicemente (e immagino quanto questo avverbio farebbe roteare gli occhi sconsolati del cardinal Bagnasco) di utilizzare un metodo alternativo e meno cruento per realizzare un intervento medico legale. Plaudiamo quando la chirurgia escogita metodiche meno invasive per il trattamento dei tumori; plaudiamo quando un nuovo farmaco evita di dover scoperchiare le pance (oggi, ad esempio, difficilmente si viene operati a causa di un’ulcera gastrica). Non c’è alcun valore conoscitivo o morale in una sofferenza che può essere evitata; il compito precipuo di qualsiasi medico che si rispetti è di evitare al paziente il dolore fisico e di minimizzargli i rischi quando opera su di lui. Mi rifiuto di credere che abortire sia meno penoso solo perchè non si subisce un raschiamento chirurgico.
luglio 30th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink
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Spettabili signore (signorine?) Parche,
chi vi scrive è un umile esserino del XXI secolo che attualmente non tiene di meglio da fare. Sono conscio del grande carico di lavoro che filare i destini umani richiede per voi, soprattutto ora che la vita media si è allungata ed il numero di persone su questo povero pianeta è in continuo ed esponenziale aumento; so pure che non siete solite porgere orecchio alle richieste che vi vengono formulate da quaggiù (altrimenti, hai voglia: non si finirebbe mai di correggere il filato della giornata!) e che nemmeno gli dei possono mettere il becco negli affari vostri. Qui però si tratta di una questione veramente insostenibile, di uno stato di cose intollerabile. Come certamente saprete il genere umano ama sollazzarsi sfidando la vostra collega, la cosiddetta dea bendata: Fortuna, insomma. Immagino che tra di voi ci sia una certa rivalità, che Fortuna goda nel farvi inciampare, qualche volta, sì da ingarbugliare un po’ i fati già stabiliti: quindi suppongo che, senza tema di smentita, si possa dire che vi sta abbondantemente sulle palle. Se vi chiedo allora, per la tranquillità mia e di tutti gli italiani, di corcarla di mazzate? Così, giusto per una piccola forma di vendetta per voi e di assicurazione per noi: che la finisca di far crescere ‘sto montepremi del Superenalotto! Non se ne può più! Rendetevi conto: siamo in completa balia di tg che prima occupano minuti preziosi mandando in onda servizi e servizi sullo stramaledetto 6 che non esce e su cosa ci farebbe o non ci farebbe l’ipotetico vincitore; poi occupano minuti preziosi comunicando i numeri estratti e facendo finta che ci interessi qualche cosa di sapere chi ha vinto; infine non perdono mai (proprio mai) l’occasione per segnalare che questo è il più alto jackpot di tutti i tempi. Vedete, care le mie Parche (posso permettermi questa vena confidenziale?), non vi sembra che sarebbe ora di finirla? Dopo tutto, che vi costa? Lei è pure bendata, manco saprà mai che siete state voi.
Un grazie infinito per qualsiasi cosa vi riuscirà di fare,
Andrea
luglio 28th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink
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Quando scrivevo di “ritorno del MinchioPadanus” non pensavo di cogliere così nel segno. Evidentemente la Lega, esaurite le cartucce contro lo straniero invasore (se ti concedono tutto quello che chiedi non hai più di che aizzare il tuo elettorato), per mantenere il consenso torna al suo vecchio amore: il dagli al terùn. E quale miglior esempio di terùn che l’insegnante? L’insegnante ignorante, che sale al Nord con la sua valigia di cartone e un titolo di studio comprato per rubare il lavoro ai nostri. Questo è ciò che, papale papale, afferma tale Paola Goisis, deputato del Carroccio:
«Noi avevamo presentato una proposta di legge di riforma della scuola. Ma questa non è stata condivisa da tutta la maggioranza. Così abbiamo chiesto che ne venisse recepita almeno una parte nel testo unificato che ora era all’esame della Commissione Cultura. Abbiamo rinunciato a tutto, tranne che ad un punto sul quale insisteremo fino alla fine: ci dovrà essere un albo regionale al quale potranno iscriversi tutti i professori che vogliono. Ma prima dovrà essere fatta una pre-selezione che attesti la tutela e la valorizzazione del territorio da parte dell’insegnante».
La Lega, cioè, vuole inserire un test, per i professori, che attesti, per dirla con le parole di Paola Goisis, «il loro livello di conoscenza della storia, della cultura, delle tradizioni e della lingua della regione in cui vogliono andare ad insegnare». I titoli di studio, quindi, passeranno decisamente in secondo piano. «Non garantiscono un’omogeneità di fondo – osserva il deputato del Carroccio – e spesso risultano comprati. Pertanto non costituiscono una garanzia sull’adeguatezza dell’insegnante. Questa nostra proposta che, ripeto, è l’unico punto che noi chiediamo venga inserito nella riforma, punta ad ottenere una sostanziale uguaglianza tra i professori del Nord e quelli del Sud. Non è possibile, infatti, che la maggior parte dei professori che insegna al nord sia meridionale».
Lo stupore per questa gente in parlamento mi è ormai venuto a noia, tanto domani i parlamentari del PDL non faranno altro che dire un bonario cattivelli ai simpatici provocatori della Lega, senza alzare nemmeno un po’ la voce. Sarebbe inutile parlarvi degli insegnanti che ho incontrato negli anni della scuola: molti delle mie lande, alcuni (nemmeno lontanamente la maggior parte) meridionali. La migliore professoressa di matematica che ho avuto era di Napoli; la peggiore di Venezia. A mia sorella invece è capitato il contrario. Tutti casi personali e aneddotici, buoni solo a spiegare che generalizzare lanciando anatemi contro una latitudine specifica sia forse davvero segno di un’abissale ignoranza. Perciò vediamo un esempio concreto per l’applicazione di queste norme farneticanti: il Friuli Venezia Giulia. In questa regione si trovano due distinte tradizioni culturali (per non dire tre, o forse quattro): quella friulana, che usa il dialetto (lingua, in realtà) omonimo; quella giuliana, che parla il veneto. Friulani e giuliani non si amano alla follia e molte sono le storielle popolari tramandate contro l’una o l’altra parte (a dimostrazione che la patria è tanto più piccola quanto più la vuoi delimitare). Mettiamo che si faccia questo fantomatico esame di cultura locale: l’aspirante professore dovrebbe conoscere la cultura veneta o quella friulana? Quanti dialetti dovrebbe parlare? Quanti esami sostenere? Senza contare che a capo del Ministero dell’Istruzione sta una che ha dato l’esame di stato per l’avvocatura a Catanzaro –alla faccia delle fanfaluche sul merito. Perchè uno che insegna scienze o educazione fisica dovrebbe conoscere il dialetto locale? E in subordine, perchè fare del dialetto materia scolastica? Come saremo orgogliosi dei nostri figli quando, dopo essere stati rifiutati ad un colloquio di lavoro siccome non conoscono l’inglese e non sanno usare il congiuntivo, usciranno bestemmiando nel loro idioma natio!
luglio 26th, 2009 § § permalink
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“Cari amici di Voyager, un cordiale buonasera dal vostro Roberto Giacobbo. In questa puntata speciale vogliamo raccontarvi una storia che ha dell’incredibile e che, se confermata, ci costringerebbe a rivedere del tutto le attuali teorie sullo spazio-tempo. Cominciamo, come di consueto, con una serie di domande: è possibile prevedere il futuro? Ed è possibile, grazie a questa conoscenza, influenzarne il decorso? Ed è possibile che una popolazione del IV secolo A.C. possedesse le conoscenze necessarie per tutto ciò senza nemmeno un aiutino da parte di un’entità aliena super-evoluta? Per iniziare a darci qualche risposta, ci troviamo in una zona ultrasegreta della Sardegna, uno scavo archeologico nascosto nella proprietà di un noto Presidente del Consiglio italiano (di cui però non possiamo, per motivi di privacy, farvi il nome). Qui con noi è la professoressa Zedda Piras, docente di PaleoUfoCastronologia all’Università del Mentecattì. Ecco, professoressa Piras, che luogo è questo?”
“Beh, si tratta di una piccola necropoli a inumazione di origine fenicia, da poco rinvenuta nel sottosuolo della Villa: sono circa 30 tombe, risalenti al 300 A.C.”
“E cosa c’è di così rivoluzionario nelle sepolture di questi fenici?”
“Vede, all’inizio non sembravano esserci stranezze di sorta. Un’analisi più attenta del sito, unita ad una testimonianza antica reinterpretata alla luce di questa scoperta ci ha però fatto sobbalzare.”

“Come mai, professoressa? Qualche legame con i Templari? Forse anche di qui è passata Maria Maddalena? Un portale dimensionale verso Rennes-Le-Chateau?”
“No, nulla di tutto ciò. La singolarità di queste sepolture risiede nel fatto che tutti i defunti sono avvolti da manti di porpora: una cosa molto strana per i fenici, che notoriamente rifuggivano (per motivi religiosi) le vesti di tale colore.”

“E questo come si spiega, secondo lei?”
“Vede, nel mondo antico c’era una leggenda, riportata pure da Tacito negli Annales, secondo cui sarebbe esistita una piccola cerchia di fenici “resistenti” alla romanizzazione, dei non assimilati; una sorta di enclave anti-sistema, per usare una terminologia moderna. Un gruppo antagonista venato di misticismo, che usava come segno distintivo una tunica color porpora.”

“Bene: ma cosa c’è di singolare? Facevano cerchi nel grano?”

“Senta cosa scrive Tacito:
In Sardinia homines tradunt fuere […] qui purpureas vestibant tunicas et contumelias contra illum Divum Silvium dicere solebant. Cum semper simul stabant, Punici alii Comunistas eos dicebant.
Trad.: “In Sardegna si narra vivessero uomini […] che vestivano tuniche rosse e solevano riempire di calunnie il Divo Silvio. Poichè stavano sempre insieme [tra di loro], gli altri fenici li definivano Comunisti.”
Capisce? Nessuno aveva mai compreso cosa intendesse lo storico latino con l’espressione “illum divum Silvium,” fino ad oggi. Si pensava che il riferimento andasse ad una setta dedita a un culto misterico eccentrico in contrapposizione alla divinità boschiva sarda (in questo senso il termine “divum Silvium” starebbe per “il dio delle selve”). Ma ora, dopo il ritrovamento di questa necropoli, l’esistenza di un gruppo di Comunistes dedito alla distruzione tramite calunnie (contumelias) del Divo Silvio, acquista una nuova e sinistra luce.”
“Vuol dirci forse che questa setta di Illuminati possedeva una reale capacità divinatoria e che, tramite tale conoscenza esoterica, sia riuscita ad individuare un nemico lontano in un capitalista di oltre 2300 anni dopo?”
“Non vedo altra spiegazione più ragionevole, caro Giacobbo.”
“Ma è stupefacente! Tutto ciò però, mi consenta professoressa Piras, significherebbe che lei è riuscita a svelare il primo complotto comunista della storia umana!”
“Credo proprio che lei abbia colto nel segno, in effetti. Pensi alla perfida e lucida follia di questo gruppo di mistici visionari: abbiamo motivo di credere che abbiano deciso di togliersi la vita qui e tutti insieme solo allo scopo di poter poi far accusare il loro acerrimo nemico della mancata denuncia alla soprintendenza archeologica della loro stessa sepoltura!”
“Ah, professoressa, ma questa storia non ha nulla da invidiare a quella dei Maya sulla fine del mondo! Spero ne vorrà trarre un best-seller complottardo da milioni di copie!”
“Non mancherò, stia sicuro!”
“Bene, ringraziamo la professoressa Piras per le sue preziose informazioni. Cari amici, anche questo puntatone speciale è purtroppo terminato. Speriamo di avervi svelato, con il consueto approccio pragmatico e l’amore per la verità che sempre ci contraddistingue, ancora una volta uno degli occulti segreti della nostra storia . Alla prossima!”
luglio 15th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink
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Donne, è arrivato lo scudo fiscale! Protegge manigoldi, finanzieri spericolati, caimani da borsa, contrabbandieri incalliti, briatori! Donne è arrivato lo scudo fiscale e il condono! Aggiustiamo i vostri guai col fisco! Ripariamo i bilanci in rosso: abbiamo le pezze per i vostri giochetti fiscali! Se avete espatriato capitali illegalmente noi li ripuliamo, se i vostri soldi sono bloccati in Svizzera noi sblocchiamo i vostri soldi!
(dall’annuncio di oggi del ministro Tremonti)
Nell’Italia dove il sole bacia i belli ed il turismo rifiorisce al semplice tocco di maquillage della ministra Brambilla*, dove questa famigerata crisi c’è e non c’è a targhe alterne (quando il governo vara qualche provvedimento c’è, quando qualcuno lamenta l’immobilismo dello stesso allora siamo nel bengodi) e basta un po’ di cerone sul viso per nascondere il rossore d’imbarazzo quando si raccontano le peggio baggianate; nell’Italia di Mastella che si lamenta della diaria troppo esigua al Parlamento Europeo (290 euro, oltre lo stipendio ovviamente) finalmente il buon Giulietto Tremonti, il nuovo Guru dell’Economia, quello che “io l’avevo predetta la crisi in tempi non sospetti e comunque è sempre colpa degli altri principalmente della sinistra truffaldina” ci piazza il suo colpo da maestro, il cavallo di battaglia della sua attività politica, il provvedimento che in un solo colpo risolleva le imprese e aiuta i poveracci: lo “scudo fiscale”!
Di nuovo? Ancora? Una misura dall’esito incertissimo (tanto che, per sicurezza, questa volta verrà iscritta a bilancio solo per 1 euro di entrate), che già nella sua incarnazione precedente (intorno al 2003, se non erro) aveva raccolto quasi nulla in termini di denari rientrati e molto solo nella percezione che evadere si può, basta avere pazienza? E che ne è del solenne “no more condony” giurato e spergiurato un anno fa? Forse era l’aria rarefatta della campagna elettorale che dava un po’ alla testa…
*e intanto scopro sofferente di essere quell’unico italiano su 4 che resterà a casa.
giugno 23rd, 2009 § Commenti disabilitati § permalink
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Di come si plasma la classe dirigente
Se tutto il marcio che sta uscendo dal bubbone di Silvio il t(r)ombeur si rivelerà fondato (come pare), toccherà rivalutare lo psichiatra che una volta, in tivvù, parlò di narcisismo patologico riferendosi al Premier.
Alcuni fatti sono incontestabili: le feste con ragazzuole tanto arriviste da non schifarsi di far parte di un pollaio, per di più con un gallo senza piume; i regali munifici del vecchio satrapo, che intrattiene con le barzellette sui comunisti, i filmati degli storici incontri con Bush (almeno quelli fanno ridere) e le canzoni lagnose (come un Nerone qualsiasi, ma con l’aggravante Apicella); le successive candidature nel PDL di alcune di codeste ragazzuole.
Se questo vi sembra gossip…vuol dire che probabilmente siete il direttore del TG1. Perchè qui non interessa per nulla sapere se siamo al cospetto di un ghediniano utilizzatore finale o solo di un satiro spuntato (per quanto patetico tutto ciò possa suonare), ma capire come si fa carriera nel partito che governa l’Italia. Già sapevamo che Silvio si era portato in Parlamento prima i legali, poi le segretarie e infine le fisioterapiste; stanno per arrivare le massaggiatrici?
Vedi un po’: quei grigi figuri del Pd si scannano nelle primarie, cercano freneticamente il rinnovamento della classe dirigente stretti stretti in afose riunioni nel loro loft, mentre intanto a pochi metri ci sono queste splendide feste dove Silvio il Magnifico letteralmente plasma le nuove leve del suo partito!
giugno 14th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink
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In principio furono le “Ronde apartitiche”, nate con la storiella della sicurezza in pericolo –in realtà perchè sono a costo zero e il Berlusconi IV non ha soldi nemmeno per la benzina delle auto della Polizia. Ma, si sa, l’italiano medio ama immaginarsi come epigono di Leonardo Da Vinci. Ecco allora la nascita della prima (seconda, visto le già operanti Guardie Padane) polizia parallela che, vedi un po’, origina come costola del mai domo MSI, ad opera di quel Gaetano Saya già finito nell’occhio del ciclone per i suoi hobby lievemente eversivi. Questi buontemponi hanno scelto il nome discreto di “Guardia Nazionale Italiana” e una divisa dai toni dimessi, su cui spiccano una serie di stemmini per gente infoiata del terzo reich (l’aquilotto imperiale, una specie di sole celticheggiante al braccio, l’immancabile scritta Essepiquere, qualche patchwork da bancarella): il tutto pare un costume di scena per quei film ambientati nelle dittature sudamericane (dove MacGyver, per salvare il povero pacifista perseguitato, deve attraversare la frontiera a bordo di un’ariete costruito a partire da un triciclo e da uno scolapasta). Invece questi benefattori potremmo trovarceli per strada mentre si pavoneggiano (nella migliore delle ipotesi) fingendo di accrescere la nostra “sicurezza”. Dice che saranno disarmati, però si portano dietro elmetto, anfibi neri, guanti di pelle e una grossa torcia elettrica di metallo nero. Dice pure che sono una ONLUS. Non dice se aiuteranno le vecchine ad attraversare la strada.
Frattanto Silvio denuncia piani eversivi a suon di Noemi e veline “per sovvertire il voto popolare” e invita i giornali a non lasciare spazio alle opposizioni.
giugno 9th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink
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Oggi inizio pescando a piene mani da La Stampa online (somma pigrizia):
Le Dieci domande qualunque di Gramellini.
Poi La Spina:
Si può anche mascherare una sconfitta, consolandosi per il mancato sfondamento elettorale del premier, ma Franceschini non può davvero pensare che con l’addizione delle attuali opposizioni si possa costruire un’alternativa di governo a Berlusconi. Per il Pd si aprono due grandi problemi: inventare un grande progetto di moderno cambiamento del centrosinistra italiano e accelerare, a tappe forzate, un ricambio di ceto dirigente assolutamente indispensabile. Un partito che viene votato solo da un italiano su quattro non può pensare di coagulare un’alleanza del 51 per cento né con una riedizione dell’alleanza prodiana con la sinistra radicale, né con una intesa con l’Udc di Casini.
Penso che Franceschini abbia fatto quanto possibile e che Veltroni non abbia più colpa di altri. Che il dato più preoccupante sia il crollo alle amministrative, perchè certifica come il buon governo locale (laddove c’è veramente) non basta se a livello nazionale la credibilità è zero.
Da cosa ripartire? Paradossalmente dai Comuni, credo. E dalle preferenze date a gente come la Serracchiani: che non è Berlinguer, però nemmeno una buttata lì all’improvviso perchè girava su you tube (cioè, sì: è proprio una buttata lì all’improvviso perchè girava su you tube, ma fortunatamente è una che fa politica da tempo e sembra pure competente).
Poi, in qualche modo, bisogna cercare di abbattere il consenso della Lega: se un terzo dei corregionari vota Carroccio, una riflessione sul perchè diventa necessaria (saranno mica tutti xenofobi e razzisti? o tutti fessi, per non accorgersi che la questione sicurezza sta esattamente come 365 giorni fa, ovvero senza soldi per la polizia?).
Tanto lavoro, insomma. Meglio cominciare subito.
maggio 16th, 2009 § § permalink
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Vi piacerebbe se, contro la malasanità, il vostro medico di base fosse eletto dal popolo? Votereste quello che promette più aspirina per tutti o quello che vi garantisce perseguirò tutti i virus, i batteri e gli elminti e potenzierò la dotazione di antibiotici e vaccini a tutta la popolazione? Oppure preferireste uno che vi intortasse con un discorso del genere le risorse non sono sufficienti per garantire la salute di tutti, perciò io mi orienterò verso le persone giovani e forti, il futuro della nostra gente: meno case di riposo, più palestre; meno pacemaker, più angioplastiche; meno antiparkinsoniani, più lifting e istituti termali?
Ancora a questo la Lega non è giunta: frattanto Bossi comizia da queste parti vaneggiando l’elezione diretta dei magistrati (addirittura la promette entro la data delle imminenti consultazioni europee). Sperando siano le solite fanfaluche per accalappiarsi nuovi consensi, mi pregio di segnalare al buon Umberto che non sono disposto a dover scegliere tra perseguire gli stupri e le rapine o l’evasione e la mafia. Checchè ne pensino i miei concittadini.