Sono proprio commosso, amici cari. Oggi è nata la nuova “riforma epocale” della scuola superiore (di cui già avevo scritto qui, per chi volesse annoiarsi): in realtà, tutt’al più uno sforzo di riorganizzazione dell’esistente. Un’opera di taglio e cucito che mescola pezze di tessuti diversi (la vecchia seta Moratti, l’impalpabile lino Fioroni e perfino la grezza lana Berlinguer), per realizzare un patchwork di dubbio gusto e scarso valore culturale.
Frattanto nel mondo reale, proprio qui a Portogruaro, capitano cose siffatte (da “il Gazzettino” di oggi):
Scuole senza soldi: studenti a casa
Scuole portogruaresi in ginocchio, genitori pronti a manifestazioni di protesta. All’istituto professionale Luzzatto si è svolto l’altra sera un vertice tra i dirigenti scolastici e i presidenti dei Consigli di circolo e di istituto di tutte le scuole del Portogruarese. Un primo faccia a faccia per capire come affrontare assieme la grave situazione finanziaria in cui versano tutte le scuole.[…]
In due parole, le scuole hanno pagato le supplenze dello scorso anno con i propri avanzi di cassa, in attesa di ricevere dallo Stato i contributi dovuti. Il quale Stato, venuto a conoscenza della cosa, ha semplicemente fatto questo ragionamento: bene, visto che i soldi li avevate già, io non ve ne do altri. Ah, poi: per quest’anno vedete di risparmiare ancor di più. Ergo: niente supplenze, se non per le scuole “ricche”. E magari anche niente pulizie.
Come questo possa coniugarsi con la millantata attenzione all’educazione dei nostri giovani e con l’impegno a far sì che gli studenti italiani raggiungano i livelli di quelli europei, non arrivo a comprenderlo.
