La nostra influenza

maggio 7th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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Mentre noi tutti ci sollazziamo con il nuovo Bagaglino di Silvio e Veronica, nel paese chi governa sul serio è la Lega. Nemmeno avessimo Annibale coi suoi elefanti in calata dalle Alpi, oggi Matteo Salvini lamenta la necessità di riservare delle carrozze dei tram ai soli residenti milanesi: «L’idea di riservare posti ai milanesi, da qui a qualche anno, potrebbe diventare una realtà. La mia è l’amara considerazione da parte di un utente dei mezzi pubblici. Non c’è ancora una delibera o una proposta di legge, se qualcuno vorrà proporla lo aiuteremo a farlo.» Intanto Maroni gioca con le barchette dei disperati da rispedire in Libia senza nemmeno controllare che sarà di loro, trasforma tutte le badanti in criminali e incentiva la clandestinità (se non hai modo di regolarizzare la tua posizione perchè ti arrestano, rimani come sei). E se il Pd sembra aver capito che deve battere su questi temi (ma suggerirei pure sui giochini di prestidigitazione di Tremonti coi fondi per la ricostruzione in Abruzzo: un giorno li prendiamo di qua, un altro di là, finchè arriva il sempreverde Gratta e Vinci…), la vera delusione è che nel tanto popoloso Pdl nessuno abbia il coraggio di opporsi: giusto qualche mugugnetto, mezze parole; alla fine tutti compatti a votare le peggio cose.  Quando Bossi proporrà un muro lungo tutto l’arco alpino ancora lo sosterranno?

Viene da pensare che, in un’Italia migliore,  lo spettacolo desolante di questi giorni costituirebbe il miglior incentivo al raggiungimento del quorum nel referendum di giugno: troppo ghiotta la prospettiva di spazzare via il virus di Pontida.

Cave (etiam) canem

maggio 5th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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cucciolo_cane Dopo le mirabili castronate pensate su medici delatori e presidi-spia, il sempre più (c)attivo ministro Bobo Maroni sta elaborando nuove metodiche per il contrasto all’immigrazione clandestina. Gira voce che ultimamente il politico leghista tenga sul suo comodino un misterioso libro  di etologia canina*: da quelle pagine sarebbe scaturita un’informazione preziosissima, ovvero che il cane è  il miglior amico dell’uomo. E dunque, deve aver pensato Bobo, dall’altro molto popolare motto popolare per cui dagli amici mi guardi Iddio, che dai nemici mi guardo io, discende direttamente un’idea rivoluzionaria per la sicurezza dei cittadini: chi meglio del compagno più fidato per mordere la mano che lo nutre?  Nei cortili del ministero si sta lavorando alacremente per verificare se, correttamente addestrato, il  cane possa essere in grado di riconoscere l’immigrato irregolare. Sembra che i primi test abbiano dato esito ampiamente sopra le attese: già l’avvocato Ghedini è stato sguinzagliato tra archivi e biblioteche al fine di rendere costituzionalmente valido l’obbligo da parte di qualsiasi cane regolarmente residente sul suolo italiano alla denuncia del proprio padrone clandestino. Al momento l’unico impedimento sarebbe la modalità di questa denuncia:  il semplice “bau” rivolto ad un agente non sarebbe accettato da alcune frange estremiste della maggioranza (leggasi Fini). Per non dover ripiegare su sistemi di segnalazione troppo laboriosi si dovrà ricorrere, perciò, a personale debitamente formato nel riconoscimento del linguaggio canino. A meno di non accettare una proposta alternativa giunta direttamente dall’alto: Renzo Bossi, figliolo del senatùr e soprannominato “la mente” nell’entourage leghista, suggerisce di utilizzare un tracciante naturale, l’urina. Con questo metodo ecologico ed economico, al nostro Fido basterebbe una pisciatina sui pantaloni del padrone per allertare le forze dell’ordine.

 

*Tonio Brugola,  Padanian dogs: how to teach your puppy the meaning of “Bauscia,” Edizioni La Ronda, 2007.

Il ritorno del MinchioPadanus

marzo 11th, 2009 § 1 comment § permalink

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persona_1_202 L’Homo Nordicus (alias Leghista Doc) è la sottospecie politica che oggi va per la maggiore: radicato sul territorio, maschio e virile, sempre pronto alla difesa della nostra gente. Niente a che fare con il gracilino Homo Rubrus (alias Amico Democratico), sempre alle prese con i suoi dilemmi morali e con i mal di pancia a causa di qualche corrente (d’aria).

Del resto, all’Homo Nordicus si richiede un solo tipo di ragionamento, piuttosto terra terra:

1. Le cose in Italia non vanno bene

2.  Siccome non può essere colpa dell’operoso popolo padano

3. allora è colpa degli immigrati (o dei rom o dei comunisti)

Badate bene che questa forma mentis non è in alcun modo legata al momento contingente, bensì connaturata al pensiero leghista, che sempre necessita di una capro espiatorio, di un soggetto debole e poco tutelato su cui scaricare l’ansia e la paura. In tempi più antichi, infatti, la Padania era abitata da una specie di leghista più rozza e senza fazzoletto verde, con il chiodo fisso del terùn: il terùn che ci porta via il lavoro, il terùn che porta degrado, il terùn che porta la mafia. Questo Homo MinchioPadanus si è fortunatamente quasi estinto, soppiantato dalla subspecie SemperDùr, anche detta Bossiana: qualche esemplare, però, ancora abita la pianura e colonizza le amministrazioni locali. E’ il caso del mio (purtroppo) conterraneo Daniele Stival, consigliere regionale del Veneto.

Godetevi questa perla di minchio-leghismo: in previsione dell’apertura della stagione turistica, la Lega boccia la proposta di impiegare i militari per pattugliare le spiagge sul litorale veneziano. "Nelle ronde volontarie – spiega il consigliere regionale Daniele Stival – ci sono meridionali, ma sono da anni integrati con la realtà locale. L’esercito porterebbe invece meridionali che non hanno nessuna conoscenza del nostro territorio. Meglio a questo punto difenderci da soli."

Lodo Terùn

luglio 22nd, 2008 § Commenti disabilitati § permalink

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Una bocciatura è un brutto affare, si sa: non solo per chi viene rifiutato, ma anche per la famiglia, su cui il contraccolpo psicologico si fa inevitabilmente sentire. Certamente un padre comincia a porsi una serie di interrogativi angosciosi, rimette in discussione il suo metodo educativo, si colpevolizza e si domanda se abbia fatto tutto ciò che poteva per evitare il triste accadimento. Questo clima poco sereno inciderà anche sull’ambito lavorativo dell’ipotetico genitore: e se costui fosse un politico impegnato in compiti gravosi e di grande responsabilità verso il Paese? E’ tollerabile che una avventata decisione di magistrati (sì, perchè anche gli insegnanti giudicano gli alunni) spesso comunisti e magari addirittura terroni possa distogliere chi ogni giorno si batte per il bene di noi tutti dalle cure della res publica?

Onde evitare una fattispecie di evento così perniciosa per la collettività, sarà presentato oggi in Parlamento un provvedimento che azzera le bocciature per i figlioli dell prime 40 cariche dello Stato (quindi i presidenti della Repubblica, di Camera e Senato e del Consiglio, i ministri tutti e qualche sottosegretario sorteggiato direttamente a Palazzo Chigi). Il provvedimento, denominato Lodo Terùn (dal nome del primo firmatario, il senatore della Lega Nord Biagio Terùn) è frutto del solito eccellente lavoro di cesellatura ad opera del ministro Calderoli: nella sua prima formulazione, che prevedeva il blocco delle bocciature solamente per i figli di ministri il cui cognome iniziasse per B e finisse per i, era infatti stato tacciato di legge ad personam per Umberto Bossi e dunque ritirato. Calderoli ha assicurato al suo elettorato che sarà comunque mantenuto il diritto per gli scolari del Nord di essere giudicati solo da un loro pari per latitudine ed in dialetto locale.

La stagione delle quote viene e va

maggio 16th, 2008 § Commenti disabilitati § permalink

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L’idea-guida della mai abbastanza vituperata legge Bossi-Fini, che dovrebbe regolare l’immigrazione verso il nostro paese, è molto semplice: vendita per corrispondenza di esseri umani. Infatti può ottenere un permesso di soggiorno solo chi ha lavoro e alloggio. Quindi, immaginiamoci una cosa così: hai bisogno di una badante per il tuo nonnino. Chiedi al consolato/ambasciata, il quale ti invia un catalogo stile Postalmarket con foto e descrizione di competenze e precedenti esperienze delle persone disponibili. Magari ci sono anche le offerte speciali, il sottocosto, il sotto-sottocosto e via delirando.
Fai il tuo ordine e speri: se hai la ventura di rientrare nel ristrettissimo numero di quelli che ottengono di farsi accettare la domanda, grazie all’ausilio di Speedy-Gonzales inviato alle Poste quando si apre la stagione delle quote, ti arriva a casa un bel pacchetto con dentro la signora prescelta. Ah, in aggiunta devi fare una trafila di mesi e mesi con rimpalli reciproci da uffici di varia natura. Nel frattempo, magari il nonnino non c’è più.

Voi scegliereste una persona così importante per la vostra famiglia senza averla mai conosciuta? Sareste disposti ad aspettare tutto questo tempo, rischiando di rimanere con un pugno di mosche perchè la vostra domanda è la numero 170001? O ricorrereste, da buoni italiani -per una volta a ragione-, all’arte dell’arrangiarsi? Perchè questo è ciò che accade ogni giorno: lo so per esperienza diretta.
In conclusione: tutti si rivolgono a persone già sul suolo patrio, anche se irregolari. Poi cercano, se hanno cuore, di regolarizzarle.

La Bossi-Fini è uno specchietto per le allodole che serve soprattutto a trasferire alla discrezionalità della polizia la scelta di espellere gli irregolari: nessuno farà mai rimpatriare una badante, con buona pace dei proclami di Tosi o di Maroni sulla “tolleranza zero” (anche questa è esperienza personale). Come è possibile espellere più di 600000 lavoratori? E tutti gli anziani improvvisamente senza sostegno? I figli potranno assentarsi dal lavoro per accudirli?

Ieri sera ad Anno Zero Castelli si è riempito la bocca con queste fanfaluche, spesso condite dal suo sarcasmo volgare. Solo ad un certo punto ho pensato gli si fosse acceso un neurone: gli ho sentito dire le parole cultura e integrazione; addirittura ha usato l’aggettivo “complesso“. Speriamo in un’illuminazione più duratura.

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Spuntini IV

aprile 29th, 2008 § Commenti disabilitati § permalink

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Non amo molto la montagna, ma certo sapere che da qualche parte lassù si nascondono 300000 giovani e forti pronti a imbracciare i fucili contro “la sinistra” (e dunque contro me pure) potrebbe inibirmi qualsiasi idea di passeggiatine romantiche nei boschi delle Dolomiti. Immagino grotte fredde e buie, dove questi valorosi vivono in attesa, fiutando il vento e virilmente convivendo nell’ansia di poter intervenire. Rudi montanari con verdi fazzoletti al collo, agli ordini del comandante Borghezio e del luogotenente Calderoli. Martiri dalle montagne: paura, eh?

Da un sondaggetto fatto sul solito campioncino di 1000 individui, un terzo degli italiani non vuole moschee nel Belpaese. Devo dedurne che ai due terzi la cosa sta bene: bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Pieno al 66% almeno…

La cordata italiana per Alitalia comincia a prendere forma: dovrebbe essere costituita da un gruppo di persone riunite nell’associazione “i Contribuenti”, attraverso il sistema detto tasse e per il tramite delle Ferrovie Italiane (fonte “Silvio Berlusconi contro l’Unione Europea“).

Nomen omen: l’elezione di Schifani a Presidente del Senato è altamente indicativa della qualità dell’Assemblea. Domani l’elezione di Fini alla corrispettiva carica della Camera segnerà la definitiva scomparsa dalla scena politica italiana di Gianfranco l’ectoplasma (negli ultimi mesi si era segnalato, del resto, solo per l’attività parapoliziesca di controllo di permessi di soggiorno).

No, we can’t

aprile 14th, 2008 § Commenti disabilitati § permalink

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Elegia per la sconfitta
Temevamo andasse male. E’ andata peggio.

Auguriamo a Berlusconi di governare bene, ora che ha vinto questa tornata elettorale -sempre che non abbia da piangere brogli anche oggi. Ci auguriamo che abbandoni in soffitta il suo doppio, quel guitto sbracato e piacione che tanto ci fa vergognare per lui. Ci auguriamo che sappia operare meglio di come fece nella passata stagione o che, almeno, si limiti nei danni. Qualche buona proposta nel suo programma (a guardare proprio con la lente e da vicino) ci sta pure, anche se sono di più i punti che ci rendono inquieti: uno a caso, la ventilata riforma della Legge 180.
Fosse per noi, non sarebbe presentabile nemmeno come amministratore di condominio; pare che siamo una minoranza. Evidentemente, non siamo in sintonia col paese reale. Soprattutto non siamo in sintonia con questo nord che vota Lega, il partito dell’intolleranza più rudimentale.
E forse bisogna partire da qui, però: da tutti questi voti a Bossi e combriccola, dalla fine della Sinistra sinistra (sperando lasci il posto a gente migliore), dalla trasformazione dell’Udc (che ora si chiama MpA).

Veltroni ha fatto quel che ha potuto, forse ha posto le basi per qualcosa di veramente nuovo: magari se teniamo duro 5 anni, la prossima volta si potrà fare sul serio.
Alcuni consigli di un uomo qualunque al PD: accelerare il ricambio della classe dirigente; istituzionalizzare le primarie per ogni carica; evitare i candidati spot (Calearo e operai della Thyssen vari); andare un po’ a sinistra, ora che c’è spazio.

Dopo una giornata di grande delusione e scoramento, stabilisco per questo blog una moratoria di qualche giorno sugli argomenti di politica interna. Cercherò di parlare d’altro: il che farà la gioia di molti, credo.

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Now playing: Francesco De Gregori – Le Storie Di Ieri
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Porcate di lungo corso

aprile 6th, 2008 § Commenti disabilitati § permalink

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Famo a capisse: se ‘ste benedette schede son preparate con i medesimi criteri di 2 anni fa, com’è che nel 2006 andavano bene e mò no?

Il Bossi dichiara:

«Se necessario, per fermare i romani che hanno stampato queste schede elettorali che sono una vera porcata, e non permettono di votare in semplicità e chiarezza, potremmo anche imbracciare i fucili».

Nella mia mente, alla voce porcata appare questo:

P.S.: Senza ironia, Bossi dovrebbe andare in pensione. O almeno smettere di invitare alla sedizione. Non vorrei che i fucili comparissero sul serio, prima o poi.

Il Teatrino della Politica

giugno 23rd, 2007 § Commenti disabilitati § permalink

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“La CDL al Quirinale”

sottotitolo: come far finta di essere sani, denunciando la rogna degli altri
Farsa in atto unico

Piece teatrale di Silvio Berlusconi. Con musiche di Mariano Apicella

Personaggi e interpreti:

Re Silvio, dictator libertatis…………………………………Silvio Berlusconi

I suoi Paladini:
Principino Gianfranco, erede in pensione…………….Gianfranco Fini
L’Umberto, un tempo duro e puro……………………….Umberto Bossi
La NuovaDICCI’, un uomo-Partito………………………Gianfranco Rotondi
Il Bel Pierferdy, uomo dalle mille famiglie……………Pierferdinando Casini

Antefatto:

Un manipolo di eroi di centro-destra soffre per le incerte sorti della Repubblica Italiana, dopo che un golpe ha scalzato dal trono Re Silvio, il legittimo sovrano. A guidare il paese è ora una banda di mercenari comunisti e pedofagi, assoldata dal mellifluo Prodolon, che -truccando le elezioni- si è fatto nominare Presidente del Consiglio. Fan parte di questo gruppo: il Principino Gianfranco, che aspira alla successione del Re, ma ha già maturato tutti i contributi per la pensione e -di sfuggita- ha massacrato il suo vecchio partito; l’Umberto, vecchio filibustiere malato, ma che non si tira mai indietro quando c’è “da fare casino” senza costrutto;
NuovaDICCI’, piccolo uomo saprofita che vive solo all’ombra del Re; il bel Pierferdy, latin-lover cattolico e fronda interna a Re Silvio.


Trama:

Silvio sa che i suoi paladini vorrebbero tutti, in un modo o nell’altro, fargli la pelle. La sua tattica è sempre stata quella del “divide et impera”: oggi concedo un feudo a questo, domani lo ius primae noctis a quell’altro, in modo da accontentare tutti e nessuno. Mantenendo uno stato di conflitto latente continuo e presentandosi some l’unico in grado di tenere unita la marmaglia, il Re è ancora a cavallo. Recentemente, però, il bel Pierferdy ha mostrato di mordere troppo il freno: ha annunciato di non riconoscere più Silvio quale sovrano legittimo e flirta pericolosamente con il Gran Ciambellone Mastella e con l’altro “bello”, il neo-pio Rutello. Forte è il rischio di perdere il comando dell’opposizione a Prodolon: l’unica maniera di riportare Pierferdy all’ovile è isolarlo, ma senza darlo a vedere.
Re Silvio comincia allora, dalla roccaforte di Mediaset, ad impestare la cronaca con dichiarazioni sempre uguali, che suonano così: “Questo governo mira l’immagine del paese nel mondo. Questo governo sommerge i cittadini di tasse ed è paralizzato perchè composto da anime troppo diverse….ecc.ecc.” Con questa strategia, aiutato anche dal fatto che la coalizione che Prodolon guida è effettivamente un’accozzaglia di genti con idee alle volte opposte su un medesimo tema, Re Silvio trova una nuova popolarità e quasi ottiene il risultato di far cadere il governo. Ma il bel Pierferdy non molla e Prodolon rimane al suo posto.
L’ultima possibilità è quella di creare un polverone coinvolgendo il Capo dello Stato. Sapendo che la maggior parte dei “suoi sudditi” ignora che la massima carica del paese non può sciogliere le camere se c’è un governo in carica (e dunque, almeno ipoteticamente, una maggioranza parlamentare), comincia a minacciare di voler “salire al Colle” per chiedere al presidente della Repubblica elezioni anticipate. Nessuno se lo fila de pezza, meno che mai il bel Pierferdy. Sicchè, esasperato, Re Silvio decide di non poter, per l’ennesima volta, rinnegare la parola data: raduna i suoi cavalieri e sale veramente al Colle. Nessuno sa cosa succede durante il colloquio: Silvio dirà di non aver chiesto elezioni, l’Umberto invece affermerà il contrario. Ancora, nessuna reazione popolare: l’attacco è fallito.
Sulla delegazione di paladini senza macchia che, lancia in resta ma monchi di Pierferdy e di qualsiasi risultato da raccontare, lasciano al trotto il Colle fatale, cala il sipario.

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