aprile 9th, 2008 § Commenti disabilitati § permalink
BlogNews
Durante la chiacchierata con Marcello Dell’Utri diffusa oggi tramite il suo spazio su
tutubi,
Klaus Davi ha totalmente ridefinito il concetto stesso di
intervista sdraiata: domande chiaramente ideate da Dell’Utri stesso per garantirgli di menare fendenti livorosi e obliqui in tutta tranquillità, atteggiamento ossequioso da lacchè in livrea. Non perdete tempo a chiedervi la ragione della presenza di Klaus Davi nelle nostre vite: mi risulta sia una scoperta di Simona Ventura, il che dice già tutto.
Apprezzate invece i veri scoop di questa intervista. Tra le altre cose infatti, il buon Marcello ci fa sapere quanto segue:
- lui conosce quasi tutti i pentiti di mafia (Ohibò…e come fa? Tutti casualmente transitati nella gloriosa Bacigalupo?)
- la sinistra è una piovra che stende i suoi tentacoli sulla cultura italiana e soprattutto sulle case editrici (strano, credevo che Mondadori Einaudi Piemme Electa Sperling & Kupfer fossero guidate da Marina Berlusconi…)
- “i fatti storici devono rimanere, ma la ricetta retorica sulla resistenza va rivista”: ecco, almeno i fatti storici li teniamo, eh?
- Mangano era un eroe (pare di capire in quanto non pentito)
aprile 6th, 2008 § Commenti disabilitati § permalink
BlogNews
Famo a capisse: se ‘ste benedette schede son preparate con i medesimi criteri di 2 anni fa, com’è che nel 2006 andavano bene e mò no?
Il Bossi dichiara:
«Se necessario, per fermare i romani che hanno stampato queste schede elettorali che sono una vera porcata, e non permettono di votare in semplicità e chiarezza, potremmo anche imbracciare i fucili».
Nella mia mente, alla voce porcata appare questo:

P.S.: Senza ironia, Bossi dovrebbe andare in pensione. O almeno smettere di invitare alla sedizione. Non vorrei che i fucili comparissero sul serio, prima o poi.
aprile 5th, 2008 § Commenti disabilitati § permalink
BlogNews
marzo 30th, 2008 § Commenti disabilitati § permalink
BlogNews
Gustoso ritrattino del generale Speciale, l’uomo che inguaiò Visco e Padoa-Schioppa.
Il martire immolato da un governo protervo.
Che si faceva portare le spigole in montagna da un velivolo della Guardia di Finanza.
E che ora è candidato per il PDL in Umbria e minaccia sfracelli.
Da leggere attentamente, accompagnato ad un calice di bianco (si sa, con il pesce…).
“Le spigole di Speciale ci sono costate 32000 euro”

marzo 27th, 2008 § Commenti disabilitati § permalink
BlogNews
Se non fossi certo di aver avuto le traveggole giurerei di aver visto, stasera verso le 23.00, una specie di tribuna politica con l’ex onorevole
Altissimo (mio
non stimatissimo compaesano) che invitava a votare per il
Partito Liberale Italiano.
Qualcuno mi rassicuri: sicuramente c’è stato uno squarcio nel continuum spazio-temporale e il televisore proiettava immagini di almeno 15 anni fa.
Vero? Vero?
marzo 22nd, 2008 § Commenti disabilitati § permalink
BlogNews
Se cito l’espressione “culto della personalità” e lo associo alla parola politica, voi pensate che mi riferisca all’Unto del Signore da Arcore. Ma non sempre è tutto così automatico.
Perchè anche il moderatissimo Casini ha le sue ultrà, le sue cheerleader. Si definiscono “Le donne del Presidente” e hanno anche un blog:
http://casiniglamour.wordpress.com/
Per ora è un po’ spoglio, ma ospita un delirante omaggio a Pierferdy scovato su youtube dalle donzelle in questione -ciò significa che in giro ci sono altri esemplari e che il virus della Casinite si diffonde, purtroppo…
Dai pierfy…ke 6 il + figo!
Altro che l’uomo di cerone o il bruco de Roma!
Ah…ci ho trovato anche questo:
marzo 20th, 2008 § Commenti disabilitati § permalink
BlogNews

Un grave lutto ha colpito il mondo dell’immaginario collettivo pubblicitario.
E’ morto Capitan Findus (che comunque aveva i suoi 84 anni).
Noi vogliamo ricordarlo così: felice insieme al suo collega di spot, l’attore che impersonava il pappagallo del tonno Palmera.
Fiaccati dalla grave perdita possiamo solo augurarci che l’ippopotamo blu della Lines stia ancora sguazzando nel fango di qualche palude africana. Sapere che anche lui ci ha lasciato sarebbe troppo.
marzo 17th, 2008 § Commenti disabilitati § permalink
BlogNews
Emergo dal letargo per segnalare due articoli dall’edizione odierna de “la Repubblica”.

Nel primo, D’Avanzo riporta la crudissima cronaca delle violenze a Bolzaneto, la famigerata
caserma degli orrori di Genova. Per una volta le iperboli sono giustificate. L’unico commento che riesco a fare è che la realtà supera di molto, e in peggio, la fantasia. Pazzesco.
Le violenze impunite del lager Bolzaneto

Nel secondo, Rampini fa diverse considerazioni sulle vicende del Tibet. Ne emerge quel che tutti sappiamo: il fatto che ogni Paese (pure il Vaticano) si deve piegare alla realpolitik e ai rapporti di forza economici oggi preponderanti. Con buona pace dei portatori sani di democrazia.
Alcuni spunti:
- recentemente il Dalai Lama ha fatto un tour in Europa: Prodi non ha potuto incontrarlo, credo perchè stava “fuori per lavoro” (ma guarda le coincidenze!); problemi analoghi ebbero quasi tutti i capi di stato del continente
- gli USA hanno tolto la Cina dal novero dei paesi che violano i diritti umani giusto il giorno prima dei fatti in questione: che tempismo…
- ieri il papa ha lanciato un appello accorato per la pace in Iraq; deve essergli caduto il foglio con le parole sul Tibet.
- dopo le sue coraggiose prese di posizione per il boicottaggio delle olimpiadi, mi aspetto di vedere Calderoli catapultato sull’Hymalaia a difendere, fianco a fianco con lo Yeti, le ragioni dell’indipendenza tibetana.
Se prevale la realpolitik
marzo 5th, 2008 § Commenti disabilitati § permalink
BlogNews
Uno psicologo israeliano sostiene che Mosè, al momento della consegna delle Tavole della Legge sul monte Sinai (o Oreb?), sarebbe stato sotto l’effetto di stupefacenti. E come dargli torto…
Del resto se voi vedeste uno che, capicollando giù da una montagna, vi annuncia di aver visto un roveto ardente e vi porta delle pietre istoriate sostenendo di averle ricevute da Dio in persona (ehm… in spirito), gli credereste?
Ma mettendo da parte l’ironia: spero che il prossimo passo non sia rivelarci quale polverina bianca si celasse dietro quella storia sulla manna caduta dal cielo.
Roba da farci un musical anni’70: “The freaky years of Moses“. Altro che Cialtron Eston e Iulbrinner.
marzo 4th, 2008 § Commenti disabilitati § permalink
BlogNews

Sottotitolo: ma chi ‘tte credi, Umberto Eco?
Non sempre quello che scrivi e quello che volevi dire coincidono. Almeno, a me capita. Da quando pigio sulla tastiera per tenere in piedi questo blogghetto, mi è accaduto di iniziare un post pensando ad un determinato argomento, ma di concluderlo questionando d’altro. Alle volte perchè non m’è riuscito rendere l’idea, altre perchè il discorso mi ha preso la mano: a scuola si direbbe che sono andato fuori tema. Volendo nobilitare la cosa, potrei sostenere che -romanticamente- ho seguito il flusso dei pensieri, sicchè son state le parole a guidarmi laddove volevano.
In certi casi, però, l’ambiguità può essere voluta e anche ricercata: in fondo, le parole son graffi vuoti sul foglio bianco ed è il nostro cerebro a riempirle di senso. Soprattutto poeti e cantautori sembrano perseguire questo scopo: a Francesco De Gregori si è spesso contestato un eccessivo ermetismo, ma egli lo rivendica perchè ognuno può scivolare lungo i suoi versi e costruirsi l’esegesi personale di ogni testo.
Si tratta di fraintendimenti? Non so. Dopo tutto, noi cerchiamo di dare a ciò che leggiamo un senso che abbia significato “per noi”. E alle volte restiamo delusi quando scopriamo qual è la spiegazione ortodossa.
Faccio un esempio proprio da una bellissima canzone di De Gregori, “Alice”.
C’è una strofa che mi piace particolarmente:
“Il mendicante arabo ha qualcosa nel cappello,
ma è convinto che sia un portafortuna.
Non ti chiede mai pane o carità
e un posto per dormire non ce l’ha.
Ma tutto questo Alice non lo sa…”
Ho sempre pensato che i primi due versi evocassero la presenza di pochi spiccioli nel cappello del mendicante, posto a terra accanto a lui. E mi sembrava un’immagine molto potente. Poi sono venuto a sapere che la strofa era stata rimaneggiata all’uscita del disco, nel 1973, per questioni di censura.
L’originale diceva:
“Il mendicante arabo ha un cancro nel cappello,
ma è convinto che sia un portafortuna….”
L’immagine è potente ugualmente, anche se diversa: dobbiamo figurarci il mendicante col cappello sul capo a nascondere quel che, verosimilmente, lo sta divorando. Forse il senso è più chiaro, però mi sembra meno “poetico”.