Quattro passi nell’abbrutimento

settembre 24th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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Lungo post, a potenziale rischio gastrite.

Subito, alcune premesse:

1. vivere è difficile per chiunque e ognuno s’arrabatta come può

2. il concetto di dignità non vale per tutti allo stesso modo, nè può trovare definizione univoca

3. ogni scarrafone è bell’ a mamm’ soja (chiedo venia per la trascrizione)

A fronte di tutto ciò, debbo confessare che certi accadimenti tendono a farmi rivalutare le profezie dei Maya sul 2012. Sono inciampato in questo sito, mot0re di un’iniziativa cui non volevo (per decenza) credere:

Silvio per il Nobel

Sì, il Silvio in questione è Lui; e sì, il Nobel in questione pure: nella fattispecie quello per la pace.

Silvio Berlusconi Nobel

Sito ufficiale per la candidatura di Silvio Berlusconi al Premio Nobel per la Pace 2010

In un Paese in cui la nomination è ormai la misura di tutte le cose, tanto da costituire il fulcro di un impero televisivo in continua espansione e fornire un significato all’esistenza di ormai parecchi individui, dev’essere parsa naturale  la candidatura del nostro re Mida al premio per eccellenza. Che poi l’effetto presso gli accademici di Svezia possa essere uno scompisciarsi generale con pianti e ululati di risa non deve aver costituito motivo sufficiente di cautela per le menti che stanno dietro l’ambizioso progetto. Certo stupisce osservare individui così allegramente annichiliti da non rendersi nemmeno conto delle enormità che partoriscono.

Finalmente un italiano: Silvio Berlusconi

Il Premio Nobel per la Pace non è mai stato assegnato ad un italiano dal 1907 ad oggi. E’  finalmente venuta l’ora di sfatare un tabù che dura da più di cento anni, ovvero da quanto nel 1907, ad aggiudicarselo fu Ernesto Teodoro Moneta.

Alla corsa per l’ambito riconoscimento si sono succeduti, in questi anni numerosi politici e capi di Stato, tra i quali potremmo citare, Yasser Arafat, il presidente della Corea del Sud, Kim Dae-Jung, l’ex presidente americano, Jimmy Carter, ed Al Gore. 
Oggi crediamo che, anche, l’Italia meriti di ricevere tale riconoscimento, e di essere degnamente rappresentata da Silvio Berlusconi, per il suo indiscusso impegno umanitario in campo nazionale ed internazionale.
Il 26 maggio 2009, dalle ore 10:30 alle ore 18:30, in Piazza di Pietra a Roma, il Comitato della Libertà ha dato avvio alla raccolta delle adesioni alla candidatura di Silvio Berlusconi al Premio Nobel per la Pace.
La raccolta delle adesioni si concluderà il 16 gennaio del 2010 in Amalfi.

 

E allora sfatiamo questo tabù! Naturalmente il comitato promotore non poteva non chiamarsi Comitato della Libertà.* Sulla sussistenza del  fantomatico e indiscusso (nientemeno!) impegno umanitario in campo nazionale ed internazionale del Nobel in pectore vorrei limitarmi a scrivere tre sole parole: respingimenti in mare. Invece i cinque geni coinvolti nell’organizzazione ci tengono a sottolineare le motivazioni che li hanno mossi:

Silvio Berlusconi ha rinsaldato il legame con gli Stati Uniti, ha mediato nella crisi in Georgia dell’agosto 2008, e tra USA e Libia, ha svolto, inoltre, un ruolo riconosciuto e autorevole per giungere a una pace duratura tra Israele e Palestinesi, ha ricreato tra Stati Uniti e Federazione Russa lo stesso clima di dialogo e di amicizia che era sfociato nel vertice di Pratica di Mare del 2003, e che pose definitivamente fine alla Guerra Fredda.

Che mondo sarebbe, senza il carisma illuminato del presidente Berlusconi: ha posto definitivamente fine alla guerra fredda!

Testimonial d’eccezione è tale Loriana Lana, che apprendo essere una sorta di Mogol in gonnella: nel suo curriculum vanta diverse collaborazioni con artisti di rango, oltre all’attività a quattro mani con Silvio per alcune Apicellate. Dopo il pezzo immortale “Silvio forever sarà”* Loriana ha scritto “la pace può” :

 

La pace può
ripeterò
queste parole senza smettere
E il vento penserà a diffonderle
e il mondo ascolterà
La pace può
guarda anche tu
l’Abruzzo si risveglia incredulo
la neve e il sole
che s’incontrano
e la tua mano è qua
C’è un Presidente
sempre presente
che ci accompagnerà

Siamo qui per te
cuore e anima
un Nobel di pace
Silvio grande è
Siamo qui per te
coro unanime
un’unica voce
Silvio Silvio grande è

La pace può
miracolo
la guerra è stata solo un incubo
voglio un abbraccio che sia unico
e dove sei sarò
C’è un Presidente
sempre presente
che ci accompagnerà

Siamo qui per te
cuore e anima
un Nobel di pace
Silvio grande è
Siamo qui per te
coro unanime
un’unica voce
Silvio Silvio grande è

 

Insomma, a leggere queste parole (ma vi invito ad ascoltare l’audio, perchè l’inserto lirico Bocelli-style Silviosilviograaaandeèèèèèèèèèèè fa accapponare la pelle) uno pensa che magari dovrebbero cominciare a bocciare anche all’asilo.

 

*dalla punteggiatura, ad occhio e croce

**da cantare sulle note della sigla del cartone animato Nanà Supergirl: “Silvio forever sarà, Silvio realtà, Silvio per sempre, Silvio fiducia ci dà, Silvio per noi, futuro e presente.” “Nobile e giusto, tu piaci per questo…” “Silvio è il carisma che ha, il leader che sa, la genialità… perché Silvio forever sarà”.

 

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Aspettando le tarme…

settembre 21st, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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0151 Se voglio dei jeans sdruciti, con le patacche sulle ginocchia o gli strappi sulle cosce basta che lasci i pantaloni nell’armadio, aspettando le tarme. Se voglio dei pantaloni scoloriti e pieni di pieghe, basta che continui a mettermeli per due settimane senza farli lavare o stirare. Perchè allora dovrei pagare 100 euro o anche più per farmi dare un capo di vestiario già rovinato? Possibile che, se entro in un negozio di abbigliamento e chiedo un paio di jeans, mi portino solo quelli “vissuti”? E come mai, se sommessamente chiedo un paio di jeans blu “normali”, mi guardano scuotendo dolcemente il capo, come fossi appena piovuto lì da un coma di 30 anni?

 

P.S.: per una modica cifra (diciamo sui 10 euro) posso rovinarveli io i pantaloni. La mia mail la sapete.

 

The Great Communicator

settembre 18th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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…divertissement

Silvio communicator

 

Senza risposta

settembre 18th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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Hate your next-door neighbor,

but don’t forget to say grace

(B. McGuire – Eve of Destruction)

 

Ogni volta che qualcuno di questi ragazzi (ormai sono più giovani di me), inviato in maniera più o meno condivisibile e responsabile nei teatri di guerra del nostro ribollente mappamondo, torna avvolto dal tricolore in una cassa, accanto a tristezza e dolore per l’assurdità del tutto mi si ripropone un irrisolto dilemma di moralità personale. Se tutto sommato nel 2001 era facile essere contrario all’intervento armato in Afghanistan e ancor di più al coinvolgimento italiano in quella folle impresa, sostenere oggi che “i nostri devono tornarsene subito a casa” lo è molto meno: un eventuale disimpegno delle truppe occupanti, infatti, porterebbe fatalmente alla riconquista del territorio da parte dei talebani. Con quali conseguenze e quanto altro spargimento di sangue tra i civili è fin troppo ovvio da immaginare. D’altra parte i soldati del contingente italiano sono in quel lontano lembo dell’Asia su mandato del nostro Paese (ovvero e purtroppo, di noi tutti): se saltano su di una mina lo fanno sostanzialmente al posto nostro. Discettare dunque, dalla mia postazione sicura di fronte allo schermo, a proposito della necessità assoluta di “rimanere” mi viene allo stesso modo (e forse maggiormente) difficile: la tentazione è quella di pesare i morti sulla base della nazionalità e non del numero assoluto –se mai una vita umana può essere pesata in una maniera che non sia quella di chi la perde e dei suoi affetti strappati. Tanto più che vigliaccamente, lo confesso, mai accetterei di prendere parte ad una missione di pace: come permettere che altri si sacrifichino per chi non farebbe lo stesso per loro?

Propaganda a costo zero

settembre 15th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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image001 Se per caso, stasera ad Onna chez Vespà, durante la Grande Cerimonia di Riavvicinamento al popolo Italiano, papi Silvio dovesse rivendicare la realizzazione delle casette come suo merito personale, ripensate a quanto riporta oggi la stampa italiana:

Realizzate dalla Provincia autonoma di Trento e finanziate dalla Croce rossa, sono 47 edifici bifamiliari, per un totale di 94 appartamenti dai 45 ai 74 metri quadrati, in grado di ospitare circa 300 persone, la quasi totalità del paese.

(Il Gazzettino, edizione online, 15 settembre 2009)

Parrebbe che Tremonti non abbia sborsato nemmeno un euro, dunque.

Chiavi in mano

settembre 13th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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screenshot.4 Non siate in malfede, suvvia! Si tratta di comunicazione istituzionale; la Rai è servizio pubblico, p-u-b-b-l-i-c-o! Che c’è di più pubblico e istituzionale del Governo? E del Governo che mostra come, in meno di sei (6!) mesi, sia riuscito a tirare su delle belle casettine per i poveri terremotati? E così tante, poi! Tante casettine: piccole sì, ma con tutti i comfort. Mai nessuno ci aveva nemmeno pensato! E addirittura, incredibile: troverete il presidente maggiordomo ad attendervi davanti alla porta per consegnarvi la vostra casetta. Chiavi in mano, come dal concessionario. Notate la magnanimità e l’umiltà del presidente Berlusconi: magari quella sera lì c’aveva altro da fare, impegni meno istituzionali cui dedicarsi (è un uomo anche lui, ha una famiglia!). Inoltre è un signore di 73 anni suonati, ha un collo un po’ malandato: eppure si spinge a sfidare i rigori del settembre aquilano, pur di rendere tangibile la vicinanza della buona politica alla gente. Sapete, non ne avrebbe nulla da guadagnare, Lui. Probabilmente Bruno Vespa lo ha tampinato a lungo, per strappargli l’assenso alla puntata speciale di Porta a Porta con la cronaca del solenne momento: per un uomo così schivo e modesto, immaginatevi essere al centro dell’attenzione con questa gente osannante da cui schermirsi. Figuratevi se Lui possa aver voluto far slittare così, all’improvviso e senza avvertire nemmeno il diretto interessato Floris, l’esordio di Ballarò. Tutta colpa dei dirigenti Rai (nominati dalla sinistra) che hanno voluto fare le cose troppo in grande: “che bisogno c’era”, si sarà certamente lamentato con il buon Vespa disteso ai suoi piedi, “per me che veleggio al 70% dei consensi, di annichilire la concorrenza interna? Non teme, dottor Vespa, che qualcuno possa ritirare fuori l’odiosa menzogna del conflitto di interessi? Anche se… ormai, visto che ci siamo… non si potrebbe trasmettere a reti unificate? Magari lo facciamo anche in collegamento con Mediaset, così stoppiamo tutte le polemiche?”

 

Minchiopadano 3: il risveglio della bestia

settembre 12th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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sanguisuga Non credo sia ancora uscita dai confini della terra dei dogi, ma spero presto anche voi possiate godere dell’ennesima sparata di un illustre rappresentante del minchiopadanesimo locale. Forse pensando di dover in qualche modo rispondere all’alzata d’ingegno del sindaco di Ponteranica, piccolo centro del bergamasco (il quale ha appena rimosso la targa a commemorazione di Peppino Impastato dalla biblioteca comunale, per reintitolare la struttura ad un oscuro personaggio locale), il presidente della provincia di Treviso (ripeto: il presidente della provincia), tale Muraro, si è sentito obbligato a calare un poker d’assi.  Leggiamo le sue acute e sobrie dichiarazioni, riportate da “Il Gazzettino”, in sostegno all’istituzione di gabbie salariali:

«Gli immigrati incidono sui salari perché portano una concorrenza sleale ai trevigiani: accettano la riduzione della paga, lavorando con meno professionalità, perché poi mandano a casa i soldi dove hanno un valore ben diverso – evidenzia il presidente – questo sistema sta drogando il mercato e purtroppo c’è qualche imprenditore che ne approfitta: per questo invito tutte le imprese ad assumere persone trevigiane».

Fino a qui siamo alla solita tirata anti immigrazione, senza capo nè coda. Stucchevole, miope e facilona, ma oramai consueta. Poi, però, Muraro si innalza a vette forse mai raggiunte dal leghismo contemporaneo (il che lo inscrive di diritto nel ristretto Olimpo dei Minchiopadani di ritorno):

Il rischio, però, a conti fatti, e con stipendi effettivamente diversificati, è che i lavoratori del sud si comportino allo stesso modo alimentando una migrazione interna mai sopita. «Ma è proprio per questo che invito ad assumere trevigiani – taglia corto Muraro – i meridionali vengono qua come sanguisughe, e per gli statali poi è ancora peggio perché fanno un mordi e fuggi, e poi chiedono il trasferimento che diventa un privilegio per tutta la vita».

 

Che aggiungere?

 

Qui le altre puntate della Saga del Minchiopadano:

Il ritorno del Minchiopadanus

Minchiopadano torna a far danni

 

Padre padrone

settembre 11th, 2009 § 1 comment § permalink

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Probabilmente ci si rende impopolari a scriverlo (tra i cosiddetti italiani, perchè tra i quattro lettori di queste paginette potrei ottenere la ola), ma non importa: il principale problema di questo paese è Silvio Berlusconi (ma va?). Persino in Italia e persino nel centrodestra, qualsiasi altro politico con certe frequentazioni equivoche (paramafiose, in primis; peripatetiche, in secundis) e certe dichiarazioni neroniane sarebbe caduto, da tempo e giustamente, per “fuoco amico.” Non parliamo poi di un Prodi o di un Veltroni: sai la gara, nel Pd, a chi arriva primo al trono per rovesciarlo!

Senza Berlusconi, finalmente si potrebbe parlare in maniera libera dello stato dell’Informazione: sono convinto che anche nel Pdl si sappia che la Rai non può continuare ad esistere così com’è. Che sia necessario ridurre il numero delle reti, cambiare il sistema di nomina del Consiglio di Amministrazione, aprire ad altri soggetti con nuove concessioni. Una circolazione maggiore delle idee ci renderebbe più equilibrati nelle valutazioni e aperti al cambiamento; credo anche ridurrebbe la cortina fumogena che oggi grava sui fatti del nostro paese.

Ma Silvio resta  lì. E’ la popolarità tra la gente a salvarlo? In parte, forse. Sono le televisioni che possiede per dritto o per storto? Certamente, ma non solo. Meglio: le televisioni ne sono braccio armato e conseguenza, ma l’origine di questa straordinaria longevità politica sta (ovvio, lo so) nei danè. Un immenso cumulo di soldi profusi per il Pdl: ad un buffet così ricco, chi non vorrebbe prender parte? Come potrebbe questo partito finto, di cartone, tenuto insieme solo col cerone stantio del suo leader, sopravvivere al creatore? Un agglomerato di soggetti senza una linea politica, che ondeggia al vento dell’opportunismo di giornata (oggi bisogna compiacere la Chiesa, domani Dell’Utri, poi chissà chi altro), al cui cospetto le fibrillazioni del Pd sono almeno un segno di vitalità?

Per quanto il padrone di casa sia solito picchiare figli e consorte, sporcare a bella posta i pavimenti appena puliti, apostrofare i vicini a male parole quando chiedono di abbassare il volume della Tv alle 3 di mattina, se questi è l’unico che porta a casa uno stipendio, la moglie resterà con lui. Magari lo difenderà pure con le amiche, quando riesce a vederle. Non aspettiamoci che Silvio cada, non ci sono Bruto all’orizzonte.

 

I figli di Ippocrate

settembre 7th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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Clunei Capita, ai medici, di montarsi la testa. Passi un giorno in corridoio, saluti un compagno di studi che ti risponde allegro; magari lo fermi, gli chiedi come procedono gli esami e i tirocini. In capo a qualche qualche giorno lo incontri di nuovo, ma lo saluti appena; qualche mese dopo, terzo incontro: circondato da altri camici bianchi ed ammantato della tuta verde da chirurgo, nemmeno ti accorgi di lui. E questi ci resta male. Si chiede: gli avrò fatto uno sgarbo? Non gli ho prestato gli appunti? Gli ho soffiato l’ultima brioche al bar? Piano piano, man mano che i capelli gli si imbiancano, capisce l’arcano: è il naturale processo di decadimento biologico dello studente di Medicina. Non capita a tutti, ma spesso avviene. Il primo passo è la laurea: saltato il fosso,  improvvisamente i colleghi universitari diventano “gli studenti”. Cammini 30 cm al di sopra di loro, fraternizzi ancora solamente per necessità (quando entrano, timorosi e con il camice sgualcito, nel reparto cui sei assegnato, li accogli col sorriso di quello che ce l’ha fatta e ti diverti a mostrare loro i casi più strani, ammiccando alla caposala che appena sa chi sei). Il secondo passo è quello dell’ingresso nella Scuola di Specialità: allora gli studenti li scansi proprio e li guardi come fossero beoti scansafatiche; quando li scorgi entrare in reparto corri a nasconderti nel primo bagno disponibile, per non doverli condurre a visitare i tuoi pochi pazienti agonizzanti.

Immaginate quindi la boria quando giungi alla cima e puoi comprarti la targa con la scritta Specialista. Alla fine niente di strano se ti chiamano Padreterno (“Eh, quello si crede un Padreterno solo perchè c’ha la laurea!”): ti farà pure piacere sentirlo dire. Basta non confondere realtà e fantasia, come avvenuto a Foggia:

Sanita’: 11 medici denunciati per truffa a Foggia
Gdf, risultavano presenti contemporaneamente in piu’ strutture

Perchè il dono dell’ubiquità è prerogativa esclusiva del vero Padreterno (e di pochissimi altri scelti e selezionati nell’elite dei dotati di aureola).

 

Impiccalo più in alto, Ghedino

settembre 4th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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Strategia, la definisce il Corriere:

screenshot.3

In qualunque modo la si voglia intendere, ha ragione l’avvocato: il Cavaliere è potente, molto.

Saremmo di fronte, insomma, solo ad una questione di lesa virilità:

Bisognerà accertare se Berlusconi è potente, come lui lascia intendere quasi ad ogni comizio, o impotente. «Ho capito. Vuol sapere se noi dovremo fornire prove? No, noi assolutamente no. La controparte, semmai, se crede…».

Querele a profusione, intimidazioni a mezzo stampa e tutto perchè hanno messo in dubbio che il nostro Re (delle) Sole possa fisicamente fungere da utilizzatore finale?Da questa surreale intervista a Ghedino, ricaviamo qualche lezione importante.

La prima lezione è che gli scudieri andrebbero scelti meglio: altrimenti appena allenti un po’ il morso, sparano fesserie come raffiche di mitraglia, con conseguenze spesso disastrose.

Cosa dire, ad esempio, dell’ultima Capezzonata?

(ASCA) – Roma, 3 set – ”C’e’ da immaginare che la scelta di Dino Boffo – e quella del suo editore che l’ha immediatamente accettata- sia stata sofferta e difficile. Cosi’ come sofferti e difficili devono essere stati questi giorni per Boffo, che merita da parte di tutti umana comprensione”. Lo afferma il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone, il quale aggiunge: ”Ma cio’ che e’ politicamente, culturalmente e politicamente inaccettabile e’ l’attacco sferrato dalla sinistra contro Vittorio Feltri”.

O della gaffe sesquipedale di Gasparri (vorrei dirla tracotanza, ma non penso lui capirebbe)?

"Non so quale sarà la pronuncia della Consulta sul Lodo Alfano ma noi supereremo un eventuale giudizio negativo". Lo ha detto il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri parlando alla Summer School della Fondazione Magna Carta a Frascati. "Avremo un avvocato, un Ghedini o Ghedoni – ha ironizzato Gasparri – che troverà un cavillo…".

La seconda lezione riguarda il merito della questione e concerne l’arte del depistaggio mediatico: avvocato Ghedini, lei dice che la querela a “l’Unità” vale a fugare i dubbi sulla virilità del Premier:

«È stata l’Unità a tirar fuori i problemi di erezione di Berlusconi».

Mi consenta: è una balla. Il primo a sostenere che Silvio avesse dei problemi al pennone fu, difatti, Vittorio Feltri: l’Unità si rifaceva a quanto egli aveva dichiarato dopo lo scoppio dello scandalo escort. Perciò andrebbe querelato l’attuale direttore de “il Giornale”.

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