Eterni ritorni

settembre 20th, 2007 § Commenti disabilitati § permalink

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Brunone nostro è tornato!
Più scoppiettante e inquietante che mai, ha infilzato una doppietta di puntate da paura:

-con la scusa dell’omaggio al tenore scomparso, ieri notte ha imbastito un parterre di cariatidi e presunti amici pavarottiani per solleticarci sull’affaire testamento: all’interno, allusioni sussurrate e piccanti dicerie assortite a scopo di audience; in più, una lacrimuccia al momento dei contributi video e la dichiarazione agghiacciante di essere stato amico dello scomparso (dai nemici mi guardi Iddio, che agli amici…)

-con la scusa della riflessione sui modi dei media nel trattare (e maltrattare) i casi di cronaca nera nel nostro Belpaese, questa sera ha recuperato in extremis il caso Garlasco (e con esso purtroppo il mai troppo assente Carlo Rossella), clamorosamente bucato causa ferie: gran bel colpo di reni, non c’è che dire

Avvoltoi

agosto 23rd, 2007 § Commenti disabilitati § permalink

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Alcune banali considerazioni a margine di questa esondazione di cronaca nera da tutti i media d’Italia:

- abbiamo scoperto di non essere solamente 56 milioni di commissari tecnici, ma anche 56 milioni di Sherlock Holmes (o, se preferite, de Siessai): forse gioverebbe qualche fisscio poliziesca in più e qualche Vita in Diretta in meno

- provate ad immaginarvi il volto di Bruno Vespa in questi giorni, con tanti casi efferati da sfruculiare -primi fra tutti l’assassinio della povera ragazza di Garlasco e la brutale fine dei coniugi di Gorgo al Monticano- e lui fermo ai box: come avere una tavola imbandita di ogni leccornia e doverla guardare soltanto (goloscione…)

- guardacaso, Corona “ostaggio dello stato” è in trasferta a Garlasco: pare si aggiri losco nella cittadina, ma naturalmente si è offerto ai giornalisti (immagino affamati di ogni alito di brezza, pur di scrivere qualcosa meno scontato del solito) per la consueta chiacchierata di grande acume. Mantiene il mistero sul perchè della sua epifania, ma lascia trasparire di ritenere le due cugine della vittima i veri “personaggi da copertina” della vicenda. Ad un certo punto, gli sfugge la frase più inquietante: “Sono qui per fare il mio lavoro e forse per strappare un’esclusiva“. Cos’avrà voluto dire? Scene di panico in sala…

Accidia estiva (+noterella polemica)

luglio 15th, 2007 § Commenti disabilitati § permalink

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Se mai Dante Alighieri avesse avuto la sventura di conoscermi, e se -come probabile- non gli fossi andato a genio, di certo non avrebbe avuto nessuna difficoltà nel classificarmi per un posto nella sua Commedia: mi avrebbe piazzato insieme agli accidiosi. E forse anche chi mi legge farebbe lo stesso, visto la rarefazione dei miei interventi su questo blog.
E non è che non ci sarebbero argomenti su cui esercitare la mia ironia da quattro soldi o per cui esclamare “eh, signora mia, dove andremo a finire…” Anzi, forse la vastità del campionario rende più difficile la scelta, insieme al caldo estivo che scioglie le cervella.
Però…

Però, una cosa la voglio scrivere.
La più bella (per modo di dire) di questi ultimi tempi è la metamorfosi del Gianpiero Fiorani: da oscuro bruco della finanza furbetta a crisalide nella bolgia del Billionaire, con annessa paparazzata sulle pagine di una rivistella insieme alla nota figlia di nota attrice -mentre dalle colonne di un altro foglietto tesse le lodi dell’amore coniugale. Del resto, in questo nostro paese del sole, la fama ti arriva per vie imperscrutabili: tu magari ammazzi qualcuno della tua famiglia e vorresti semplicemente farla franca ma noi italiani, che siamo così brava gente, vogliamo darti di più. E che cos’è quel quid in più che oggi cerchiamo tutti? Un po’ di meritata celebrità, of course. E quindi via con le interviste le ospitate i libri… finchè tu diventi un’icona da esibire come amuleto per gli ascolti. E pazienza per il reato.
Omnia Munda Mundis.

E ora torno a riveder le stelle.

Poi dici che gli americani non son dei grandi bambinoni

giugno 13th, 2007 § Commenti disabilitati § permalink

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Su Tgcom staziona una notizia letteralmente incredibile:

USA, Pentagono studiò “bomba gay”

Far diventare omosessuali i nemici

Per combattere i nemici, il Pentagono, negli anni Novanta, finanziò una serie di studi per produrre la “bomba gay”, un ordigno non letale i cui effetti avrebbero fatto diventare omosessuali i nemici, in questo modo meno efficienti perché attirati dai propri commilitoni. Il programma, confermato dall’amministrazione americana, è stato scoperto da una organizzazione pacifista di Berkeley, in California.

Per quanto la fonte abbia, on-line, la credibilità di uno Studio Aperto (di cui ampiemente ricalca stili e tipo di non-notizie fornite), sembra che l’amministrazione USA abbia confermato questi esperimenti.

Ma come si fa a pensare di poter “far diventare omosessuali i nemici”? A botte di feromoni? E poi, ci si aspettava che i combattimenti diventassero delle orge?

Ditemi che è una bufala, dai…

Spuntini

giugno 9th, 2007 § Commenti disabilitati § permalink

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In ordine crescente di abbrutimento, alcune perle di una settimana non proprio da ricordare:

- il governo si salva, ma dimostra un’innata propensione al paciugo: se ‘sto generale era così infido, non era meglio rimuoverlo prima, o altrimenti aspettare la quasi imminente fine del mandato? E perchè spedirlo alla Corte dei Conti, che sa di ricompensa per il siluramento?

-acuni di coloro che vogliono raggiungere Roma per manifestare contro Bush hanno bloccato le stazioni ferroviarie (se ho ben capito, con la scusa di ottenere biglietti a prezzo politico) e creato diversi disagi: pur trovando estremamente opportuno mostrare pacificamente la propria disapprovazione per come gli Stati Uniti conducono il mondo, questi metodi mi sembrano cose da ultrà, molto vicine (su scala più piccola) ai comportamenti di colui che si va a contestare

- il giovine rampollo Agnelli Lapo, recentemente acclamato come “uomo meglio vestito del mondo” dalla rivista americana Vogue (e guradando la foto qui accanto capisco perchè le star d’oltreoceano son spesso vestite come spaventapasseri), ha voluto deliziarci con alcuni aforismi di massima saggezza dalle pagine del Corriere (in un’intervista rilasciata addirittura alla corrispondente del giornale da New York):

-Lei crede in Dio? «Credo nell’aldilà e in qualcosa di più grande di me. La chiesa cattolica ha dato tanto all’Italia ma adesso rallenta la competitività, interferendo nella politica. Le coppie dovrebbero essere libere di scegliere come meglio credono. La libertà è essenziale e se qualcuno vuole stare con un uomo piuttosto che una donna sono affari suoi, non della Chiesa».

-Il suo tipo di donna preferita? «Mi piacciono molto le israeliane. Tra le italiane preferisco quelle del Sud, perché la loro miscela è più stimolante».

-Cosa rifarebbe, nello stesso identico modo, se potesse tornare indietro?
«Sono contento d’aver lavorato per due mesi in fabbrica, a 18 anni, come Lapo Rossi, in incognita a Pontedera. Perché ho capito che nessuno può pretendere di spiegare cosa vuol dire portare avanti una famiglia con quel magro stipendio, dovendo ogni giorno fare lo stesso movimento in linea di montaggio per tutta la vita. E rifarei il servizio militare. Che mi ha fatto conoscere il Paese a 360 gradi, dal cameriere al muratore, dal laziale allo juventino, scoprendo un sacco di amici».

- è in uscita il “nuovo” singolo della seconda ex di Albano, la signora Lecciso: si chiama “Tuka Kulos”…io non conosco lo spagnolo e nemmeno il rumeno, ma dubito siano parole di queste lingue. Vuoi vedere che alludono a quello che, per assonanza, sembrano alludere? La canzone è insopportabilmente brutta e finta: quindi sarà il successone dell’estate

-il noto Corona Fabrizio, l’uomo “ostaggio dello stato”, il santo martire del gossip italiano, ha inscenato una performance di lanciodellamutandadellamianuovalineafirmata dal terrazzino della casa dove è costretto dai domiciliari; a tenergli bordone, la solita troupe di Lucignolo (giornalismo di alta scuola!); ad adorarlo, giovinette belanti a caccia dello slip-trofeo (firmato e con dedica)

Nuove Erinni

maggio 29th, 2007 § Commenti disabilitati § permalink

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Posso dire che, quasi più del delitto in sè e della storia di violenza che cela -quasi, eh! quasi, ripeto-, di questa storia dell’assassinio della povera donna umbra e della sua creaturina la cosa che mi fa più paura è la gente che ci sta intorno? Quelli che prima chiedono cappi e supplizi per i fantomatici ladri (sempre extracomunitari, of course), poi si convertono a chiedere cappi e supplizi per il (probabile) reale omicida, raccogliendosi come Erinni ululanti di fronte alle telecamere nel momento dell’arresto.

Non metto in discussione il turbamento e lo sgomento che fatti del genere suscitano in tutti coloro che mantengano un minimo di sensibilità. E’ che certi spettacoli mi fanno pensare a torme di lupi affamate di sangue, pronte a scagliarsi sul capro espiatorio di turno: forse nemmeno importa se è colpevole, quel che conta è chetare la propria angoscia nei confronti del male, uccidendo chi ne rappresenta, al momento, la reificazione.

“Ma che lo arrestate, a noi dovete lasciarlo!” Parole che sembrano venire da un passato senza legge, ma che molte volte ancor oggi sento, pronunciate quasi con sadica gioia.



Famiglie col Bollino Blu

maggio 12th, 2007 § Commenti disabilitati § permalink

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Pensieri sparsi su questa strana giornata di Family Pride:

- family day: solito nome inglese, perchè? Festa della Famiglia pareva brutto?

- veramente possono esistere ‘Famiglia’ e ‘famiglia’?

- una famiglia naturale cos’è? Quando c’è un vincolo giuridico a sancire una condizione, si può dire che questa sia naturale? Chiamiamola famiglia legalizzata, piuttosto

- se io vivo insieme a delle persone con le quali ho un rapporto di mutuo soccorso e insieme a costoro sto bene, non posso dire che sono la mia famiglia solo perchè questa convivenza non possiede il Bollino Blu del Vaticano -o di qualcun altro, ovviamente-?

- oggi, a Roma, si scontrano i Guelfi della Famiglia contro i Ghibellini della famiglia: che senso ha? Qualcuno può davvero volere attentare alla famiglia?

- quanto è strumentalizzato, questo tema, da politici che non hanno alzato un dito per operare concretamente durante il cattolicissimo governo precedente? Soggetti che, ipocritamente, starnazzano contro le unioni non cattolicamente compatibili e poi son divorziati e vivono tranquillamente “nel peccato” (naturalmente, per me non ci sarebbe nulla di male in tutto ciò)? Che credibilità ha Casini, “pubblico concubino”? E Calderoli, che si è addirittura sposato con rito celtico?

- serviva a qualcosa la contromanifestazione di Piazza Navona, convocata in fretta e in sordina, destinata a farsi soverchiare da quella del Bottiglione? Così i Puri, i vari Casini Bobba Binetti Mastella Fini Calderoli potranno dire di essere una moltitudine di veri Paladini della società contro pochi corruttori di giovani? Lasciate questo giorno ai puri, noialtri manifesteremo in diversa occasione

- ci sarà anche Cuffaro? e per quale famigghia manifesta?

-un monologo di Giulio Base? Questo Giulio Base?

- quanto conta, sotto sotto, una certa dose di razzismo? Non è che tutto si riduce, alla fine, a dire: fingiamo di attaccare i DICO, ma in realtà puntiamo i gay?

Alta Cucina

aprile 5th, 2007 § Commenti disabilitati § permalink

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Ieri sera, durante la diretta della partita Roma-Manchester -forse nell’intervallo tra I e II tempo, ma non ci giurerei- credo di aver avuto una visione: sullo schermo della tv compariva il sempre pessimo Bruno Vespa che, contornato dalla consueta task force ingaggiata per le puntate truculento-siessai de noantri (il criminologo Bruno, che pare il fratello sciatto di Ferrara; la giudice del Tribunale Minorile, ogni giorno più Vamp; lo psichiatra Cassano, dal cui libro ora mi pento di aver studiato; altri non pervenuti), ci annunciava serafico le prelibatezze della sua tavola. E cosa poteva mai averci imbandito, questo straordinario chef? Ma, naturalmente, l’ennesima sfruculiata nella tristissima vicenda del povero morticino della Val D’Aosta, ormai cucinata in tutte le salse possibili e con crescente sprezzo del ridicolo.
Al che, uno dice: beh, che c’è di nuovo?
Di nuovo c’è che, in questa visione -perchè spero tale fosse-, Vespa impugnava un mestolo ed uno zoccolo, ovvero le presunte armi del delitto, e le additava al pubblico con fare arguto, come piatto forte della serata. Non so cosa dicesse precisamente, perchè generalmente non riesco a prestargli ascolto, ma ricordo l’espressione golosa con cui pregustava la cena.

Ogni Piazza è Catania

febbraio 4th, 2007 § Commenti disabilitati § permalink

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In margine a quanto accaduto durante la partita Catania-Palermo di venerdì, vorrei portare una testimonianza di qualche anno fa. La mia unica esperienza allo Stadio risale ad una partita di qualificazione della Nazionale ai Mondiali 2002, giocata contro la Lituania al Nereo Rocco di Trieste.
Avevamo biglietti numerati, ma arrivammo tardi e qualcuno si era già preso i nostri posti; pioveva, finimmo in Curva tra i tifosi della Triestina.
Ora, io di ciò che successe in campo ricordo ben poco: e ciò non solo perchè scoprii come la visuale dalla Curva sia limitata all’area di rigore antistante e come le reti di protezione rendano ancor più difficile capire cosa accade sul terreno di gioco. Passai infatti tutti i 90 minuti regolamentari, i recuperi e l’intervallo a controllare di essere a distanza di sicurezza dagli ultrà: le loro invettive, intrise di un odio incomprensibile, mi facevano sinceramente paura. Parevano belve in gabbia: grida contro i tifosi di altre squadre italiane e contro la Polizia si alternavano a cori fascisti e a salve di saluto romano.
Non c’era nessun motivo per questo comportamento: la partita riguardava due squadre nazionali, non c’erano stati scontri, nulla -apparentemente- da rivendicare. Quelle persone sembravano automi programmati per reiterare sempre le medesime azioni, anche se fuori contesto.

Berciavano il loro malcontento verso le cose: il Calcio, la Polizia, gli avversari ne erano solo la valvola di sfogo.

La Medicina Morale

gennaio 25th, 2007 § Commenti disabilitati § permalink

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Qualche settimana fa è passata un po’ in sordina una notizia che mi ha fatto molto riflettere: nel Regno Unito si sta pensando di negare cure mediche gratuite alle persone obese che non accettino di modificare il loro regime alimentare e di dimagrire. Questo perchè è ormai ben nota l’associazione tra obesità e altre patologie cronico-degenerative come diabete e malattie cardiovascolari, che “pesano” parecchio sulla spesa sanitaria dei paesi occidentali. Chi decidesse di cambiare vita avrebbe come premio la salute e con i soldi risparmiati, per dirla in politichese, si potrebbero “liberare nuove risorse” per programmi sanitari altrimenti non realizzabili: una sorta di promozione per i “virtuosi”, quindi. Dal punto di vista della politica sanitaria (per quel che ne capisco), nulla da eccepire: per quanto alto sia il budget di cui si dispone, non sarà mai sufficiente a coprire tutte le richieste di salute di una popolazione, soprattutto considerando l’aumento della vita media e la scoperta continua di nuove tecniche diagnostiche e di nuovi farmaci (che devono ripagare le spese di ricerca e arricchire le case farmaceutiche).

Quello che mi infastidisce e un po’ preoccupa è invece il lato diciamo “filosofico” della cosa: mi pare che questa scelta tenda a proporre una visione morale della pratica medica, per cui l’accesso alle terapie è garantito ad un certo numero di eletti, osservanti che la Legge individua tra tutti in base a parametri più o meno arbitrari.
Chi può, in tutta coscienza, dire di non aver mai tenuto comportamenti a rischio per la propria salute? Di quante delle cose che facciamo o mangiamo ignoriamo l’effetto sul nostro fisico? E se un domani si stabilisse che, per ottenere trattamenti gratuiti per un melanoma, bisogna dimostrare di aver preso tutte le precauzioni possibili nell’esporsi al sole?

Non ho mai pensato, quando mi sono iscritto alla Facoltà di Medicina, di fare il Giudice: non credo che un Medico debba istruire un processo ad una persona malata, nè condannarla o assolverla; piuttosto, che ogni paziente debba essere curato sempre e solo sulla base della gravità del quadro clinico e delle possibilità terapeutiche disponibili in quel momento.

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