Se tutto il marcio che sta uscendo dal bubbone di Silvio il t(r)ombeur si rivelerà fondato (come pare), toccherà rivalutare lo psichiatra che una volta, in tivvù, parlò di narcisismo patologico riferendosi al Premier.
Alcuni fatti sono incontestabili: le feste con ragazzuole tanto arriviste da non schifarsi di far parte di un pollaio, per di più con un gallo senza piume; i regali munifici del vecchio satrapo, che intrattiene con le barzellette sui comunisti, i filmati degli storici incontri con Bush (almeno quelli fanno ridere) e le canzoni lagnose (come un Nerone qualsiasi, ma con l’aggravante Apicella); le successive candidature nel PDL di alcune di codeste ragazzuole.
Se questo vi sembra gossip…vuol dire che probabilmente siete il direttore del TG1. Perchè qui non interessa per nulla sapere se siamo al cospetto di un ghediniano utilizzatore finale o solo di un satiro spuntato (per quanto patetico tutto ciò possa suonare), ma capire come si fa carriera nel partito che governa l’Italia. Già sapevamo che Silvio si era portato in Parlamento prima i legali, poi le segretarie e infine le fisioterapiste; stanno per arrivare le massaggiatrici?
Vedi un po’: quei grigi figuri del Pd si scannano nelle primarie, cercano freneticamente il rinnovamento della classe dirigente stretti stretti in afose riunioni nel loro loft, mentre intanto a pochi metri ci sono queste splendide feste dove Silvio il Magnifico letteralmente plasma le nuove leve del suo partito!
Un film molto bello di qualche anno fa, La Scuola, si svolge in un istituto superiore nel giorno degli scrutini. Descrive in maniera perfetta (così mi dicono, almeno) quanto avviene ogni anno al momento delle valutazioni finali. Ci sono gli insegnanti inflessibili, che fanno i loro conti sulla base della media aritmetica dei voti e non vogliono derogare di nulla; quelli più attenti al progresso manifestato dagli alunni nel corso dell’anno, che cercano di mediare; quelli distrutti dall’insegnamento e dalla vita, che vorrebbero mandare tutti in miniera e bocciare a man bassa. Anche nelle aule reali, gli scrutini sono il momento del redde rationem e spesso i conflitti su chi promuovere e chi bocciare portano almeno alla discussione: ciò che esce da questi conclave didattici è un giudizio complessivo e mediato –per chi ha a cuore il suo mestiere.
Di tutto ciò, sembra che il ministro Gelmini non sappia nulla. Difatti cala sugli scrutini con la solita circolare esemplificativa che certifica uno status quo come fosse l’ennesima rivoluzione (tenderei a chiamarla propaganda):
Con i nuovi provvedimenti sulla valutazione finale degli studenti della scuola secondaria di primo grado «si introduce – spiega il ministero – una maggiore responsabilizzazione del consiglio di classe proprio in fase di scrutinio. In passato, invece, era prassi assegnare giudizi non sempre comprensibili e valutazioni che nascondevano anche gravi insufficienze». Il consiglio di classe, infatti, da quest’anno potrà ammettere all’anno successivo uno studente che riporti qualche lacuna considerata non grave e recuperabile. Con insufficienze considerate gravi, invece, si ripeterà l’anno. Negli anni scorsi è accaduto spesso – fa notare il dicastero di viale Trastevere – che fossero assegnati giudizi negativi senza informare le famiglie dell’alunno e senza aprire un confronto con gli altri docenti. Con la vecchia normativa talvolta gli alunni con gravi carenze venivano ugualmente promossi. Da oggi, invece, il consiglio di classe deciderà se ammettere o meno l’alunno alla classe successiva dopo una attenta valutazione del percorso scolastico e delle capacità dello studente.
Se il ministro ha bisogno di capire come funziona il mondo che si suppone dovrebbe amministrare, ecco il link dove reperire “LA SCUOLA” (va bene anche in vhs, sia mai non possedesse il lettore DVD):
P.S.: Incidentalmente, vorrei far notare che stanno smantellando la famosa Riforma Moratti delle 3 I (che avevano fatto loro e ai tempi era stata definita una cosa tipo “la più grande riforma della scuola dall’invenzione dei caratteri cuneiformi”), sostituendola con una cosa raffazzonata che già è stata di nuovo definita come epocale e la più grande etc. etc.
Un po’ tutti i giornali danno ampio risalto alla laurea con lode conseguita in carcere da Erika diErikaeOmar: tesi su Socrate (buon compagno di viaggio lungo la via di un Pensiero in riparazione). Immagino che in questi anni la ragazza abbia fatto anche altre cose (ricordo una celebre partita di pallavolo immortalata in televisione per giorni); magari una volta ha avuto l’influenza o, chessò, ha completato un percorso di analisi sul male compiuto.
Siccome spesso mi sfugge il senso ultimo delle azioni umane, mi domando quale risultato produce, sotto traccia, questo genere di Informazione.
La Stampa, ad esempio, riporta la notizia (?) con una nuance vagamente inquietante:
Dall’orrore alla tesi: cosa vuol dire? Forse che una persona sta riuscendo ad emergere dal suo abisso interiore (e dunque ci raccontano una notizia)? O magari che andare a sfruculiare oggi nella vita di questa sventurata ci permetterà di lamentare domani il lassismo della giustizia quando otterrà di lasciare la detenzione (e dunque ci raccontano un pettegolezzo da bar)? Ricordando come è stata trattato l’episodio della partita di pallavolo più sopra menzionato, opterei per la seconda ipotesi.
Mentana simbolo di informazione libera? La sua cacciata dovuta alle trasmissioni dedicate a Di Pietro? Non so. Grandi differenze tra Matrix e Porta a Porta non le ho mai notate: anzi, mi è sempre parso che la trasmissione di Canale 5 si fosse semplicemente accodata alla scia di Vespa, cercando di superarlo sul suo stesso terreno. Alternanza tra temi pesanti e puntate “sceme”, pubblicità ai film di Natale e alle fiction di rete mascherate da approfondimenti sui temi più impensabili, molta cronaca nera e politica solo quando tocca. Dal punto di vista editoriale ipocrita equidistanza da qualsiasi tema, tendenza a sfruculiare su dettagli morbosi e acchiappa-audience, domande banali e poco incisive ai politici invitati (tutti sempre e immancabilmente trattati con guanti bianchi). Se questo tipo di televisione può dar fastidio a qualcuno, questi potrà forse essere il telespettatore alla ricerca dell’approfondimento, non certo il Presidente di turno. Altrimenti stiamo messi proprio male.
Enrico Mentana non sa dire esattamente «cosa si è incrinato» nel rapporto con Mediaset ma ribadisce che per lui il suo Matrix era «uno spazio aperto» mentre a Mediaset «forse alcuni ospiti piacevano meno di altri» e «Di Pietro può essere stata la penultima goccia che ha fatto traboccare il vaso» prima dello scontro per la diretta sulla morte di Eluana: Mentana lo ha detto intervenendo alla puntata dell’Infedele di Gad Lerner, dedicata alla crisi del Pd.
La diretta sulla morte di Eluana io non la volevo (non volevo nemmeno il Grande Fratello, se è per questo). Ho trovato orribili le trasmissioni di Vespa e Fede, quella sera: se ne reggeva a stento qualche minuto. In certi momenti l’unico programma adeguato sarebbe il vecchio monoscopio:
Non potendo ragionevolmente spegnere una rete, apprezzo di più chi ha continuato con l’orrore quotidiano, invece di imbastirne seduta stante uno ancor peggiore e straordinario.
Quelli che lamentano la “giustizia ad orologeria” per la condanna di David Mills (il legale inglese che si è cuccato quattro anni e rotti per corruzione), in realtà ridono sotto i baffi: la disfatta di Cagliari, con la conseguente implosione del PD, maschera la portata di un evento potenzialmente dirompente per il nostro Silvietto. Perchè, Lodo Alfano o meno, la cosa sta così: l’avvocato Mills è stato riconosciuto (in primo grado) colpevole di aver intascato 600000 dollari per fornire falsa testimonianza (a favore della difesa) in due processi a carico di Berlusconi.
La domanda banale del cui prodest porta ovviamente in una direzione assai chiara, gettando le ombre che deve gettare sulla figura che sappiamo. Nel consueto paese normale* quella figura si sarebbe già fatta da parte, pur di non danneggiare la sua parte politica. Qui da noi, come è ovvio, niente: il solo sospetto di avere stuprato qualcuno ti vieta i domiciliari (ovvero ti condanna senza processo), mentre una sentenza di corruzione è una medaglia da appuntarsi al petto.
Nulla sarebbe successo nemmeno se in Sardegna Soru fosse stato portato in trionfo per tutta la Costa Smeralda tra ali di folla plaudente e festosi sventolii di palme. Volete mettere, però, che rottura di scatole in meno: le dimissioni di Veltroni saranno la prima notizia di ogni TG per giorni, mentre il caso Mills scivolerà inesorabilmente tra le brevi.
*ok, è un’espressione che fa venire l’orticaria anche a me; altre non ne avevo, però. Perdonatemi.
Lubrichi come solo loro sanno essere, i tiggì ci informano quotidianamente dell’apparente evoluzione epidemica degli stupri nel nostro paese: sembra ormai un male più virulento dell’influenza (che forse, invece, dal punto di vista mediatico quest’anno non "tira"). Tiene banco, in particolare, la questione "lassismo dei giudici”: ma come, lamentano Alemanno e sodali di trasversale provenienza, gli arresti domiciliari a questi "animali"? Sottinteso, il teorema dei magistrati inetti (o comunisti). Mi risulta, però, che i magistrati siano tenuti ad uniformarsi ad una serie di norme che si chiama Codice. Ora: chi redige le leggi? Il Parlamento, ovvero Alemanno e soci. Quindi con chi si dovrebbe protestare, qualora si ritengano queste stesse leggi non adeguate?
Preoccupante calo di criminalità nel Belpaese. A denunciarlo, allarmata, una nota della Federazione Nazionale della Stampa rivolta al Governo: “In una società mediatizzata come la nostra, in cui è impensabile riuscire a mettere in piedi un telegiornale solamente con servizi sulle vacanze vip, diventa fondamentale l’apporto della Cronaca Nera. Registriamo purtroppo come i delitti di particolare efferatezza, così copiosi e truculenti con il precedente esecutivo Prodi, si siano improvvisamente arrestati all’indomani delle elezioni di aprile. La situazione si è ormai fatta insostenibile: siamo giunti al punto di aver dovuto importare dalla Spagna il Giallo dell’Estate 2008. Senza contare la concorrenza sleale di paesi emergenti come la Cina che, grazie alla sua eccessivamente numerosa popolazione, preme sui nostri confini con centinaia di casi di Nera (spesso taroccati: si pensi alla vicenda di Ko Gne) a bassissimo costo. Spiace notare come, ancora una volta, il nostro paese stia perdendo terreno rispetto al resto d’Europa anche in materie in cui si era sempre distinto nel primeggiare. Chiediamo pertanto al Governo ora in carica di adottare al più presto le misure necessarie a sanare questa grave emergenza.” Pronta la risposta dell’Esecutivo che, per bocca del suo portavoce, ha chiarito come non ci sia stato nessun reale intervento del Governo per scoraggiare concretamente questo genere di crimini, ma che la loro riduzione è unicamente da ascriversi alla sconsiderata azione della lobby del Sindacato Ladri e Assassini, il quale ha ottenuto (nella scorsa legislatura) di poter inserire nel rinnovo del Contratto di Lavoro una clausola con effetti perversi. Secondo il dettato del nuovo contratto, difatti, i criminali iscritti al sindacato possono effettuare le ferie in blocco nel periodo giugno-settembre e non son più obbligati, come sempre accaduto in precedenza, a scaglionarle nel corso dell’anno solare. Da parte sua, ha concluso il portavoce, il Ministro dell’Economia Tremonti è già impegnato per risolvere la questione con una Legge Quadro di riordino del settore che verrà presentata a breve in Parlemento.
Che avrà detto mai ‘sto birichino di Travaglio da Fazio? Ha diffamato delle persone? Oppure ha raccontato dei fatti che già stanno nero su bianco in molte pubblicazioni? E’ un giornalista, fa il suo mestiere. Io certe cose le voglio sapere, credo di averne diritto. La tv raggiunge ogni casa, è giusto che tutti siamo rappresentati. Sarebbe bello ci fosse un numero di canali ampio quanto è quello dei quotidiani, ma molti miei concittadini non paiono pensarla così. E che il centrosinistra non abbia sanato questa situazione è una delle sue colpe maggiori. Per intanto, la Rai non è solo l’azienda di una parte d’Italia, ma di tutti. Quindi anche di quelli come me, che vogliono informazione e non talk-show alla Porta a Porta dove i fatti non esistono, perchè ognuno la racconta come vuole. Un giornalista sa che può essere querelato; ci sono le smentite (vabbè che finiscono in ultima pagina sui quotidiani…) e le condanne per diffamazione. Tutte le fesserie di Igor Marini e di Scaramella hanno circolato nei tg Rai senza freno per settimane.
La scusa del contraddittorio è, appunto, solo una scusa. Mettiamo che ci sia un omicidio. Viene accusato il signor Ciccio Formaggio. Posso darne notizia solo se ospito anche il signor Formaggio per avere la sua versione? E se Formaggio non vuole intervenire?
Travaglio ha detto che risultano dei rapporti di Schifani con alcuni personaggi che sono conosciuti come mafiosi. Non ci interessa? E’ irrilevante? Non vogliamo sapere che natura hanno avuto questi rapporti?
Durante la chiacchierata con Marcello Dell’Utri diffusa oggi tramite il suo spazio su tutubi, Klaus Davi ha totalmente ridefinito il concetto stesso di intervista sdraiata: domande chiaramente ideate da Dell’Utri stesso per garantirgli di menare fendenti livorosi e obliqui in tutta tranquillità, atteggiamento ossequioso da lacchè in livrea. Non perdete tempo a chiedervi la ragione della presenza di Klaus Davi nelle nostre vite: mi risulta sia una scoperta di Simona Ventura, il che dice già tutto.
Apprezzate invece i veri scoop di questa intervista. Tra le altre cose infatti, il buon Marcello ci fa sapere quanto segue:
- lui conosce quasi tutti i pentiti di mafia (Ohibò…e come fa? Tutti casualmente transitati nella gloriosa Bacigalupo?) - la sinistra è una piovra che stende i suoi tentacoli sulla cultura italiana e soprattutto sulle case editrici (strano, credevo che Mondadori Einaudi Piemme Electa Sperling & Kupfer fossero guidate da Marina Berlusconi…) - “i fatti storici devono rimanere, ma la ricetta retorica sulla resistenza va rivista”: ecco, almeno i fatti storici li teniamo, eh? - Mangano era un eroe (pare di capire in quanto non pentito)