settembre 30th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink
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Sempre in sella alla sua bici, ****** in oratorio ci capitava ogni giorno. Io ero piccolo e quell’uomo grande dalle gambe forti ed allenate mi faceva una certa soggezione, anche se poi la sua mente, a disagio ormai in quel corpaccione di quarantenne, era la stessa di un bimbo come me. Girellava ovunque, giorno e notte: potevi trovarlo per strada ad inveire contro chi lo sorpassava in auto come pure al centro di un incrocio nel tentativo di aiutare a suo modo i vigili urbani nel far defluire il traffico dopo un incidente. Fiero del suo gagliardetto della Croce Rossa, favoleggiava di interventi fianco a fianco con il personale sanitario e di brevetti da pilota aeronautico: gli piaceva raccontare queste sue storie cui nessuno credeva, ma lo faceva con tale foga e convinzione, da farle quasi sembrare reali. Ancora mi chiedo se fosse cosciente di quelli (non tutti, per fortuna) che lo avvicinavano solamente al fine di sollazzarsi quasi fosse un fenomeno da baraccone, e che decidevano se accendere le sue idiosincrasie o stuzzicarne la vanità a seconda di quale filo dei suoi orditi fosse per loro più ridicolo.
Quei siparietti tristi e sconsolanti mi sono tornati alla mente domenica pomeriggio mentre sonnacchioso (potete immaginarmi vecchierello e rinsecchito con la copertina sulle gambe, non vi discosterete molto dal vero) attendevo un improbabile guizzo dalle auto in coda a Singapore: una fugace compulsatina al telecomando mi ha condotto sul “secondo canale” nel momento in cui Simona Ventura si dedicava alla presentazione degli ospiti. In collegamento dallo stadio Olimpico di Roma, afflitto da un sospetto (ancorché lieve) tremore, Aldo Biscardi pareva non del tutto “a piombo”. La conduttrice, nell’ilarità generale, si beava per l’aria di chiaro rimbambimento dell’anziano giornalista e badava bene di stuzzicarlo affinché la sparasse ancor più grossa (con notevoli risultati, a dirla tutta). Gli amici dovrebbero ridere con te e non di te. Invece troppo di frequente ci viene quasi naturale approfittare di chi è al momento in posizione di inferiorità per beffarci di lui, forse come inconscia vendetta per le volte in cui la vittima siamo stati noi.
P.S.: Anche adesso, quando percorro il lungo viale che porta al mio quartiere, trovo ****** sulla sua bicicletta: corre, diritto e velocissimo, rasente il ciglio della strada. Ormai da qualche anno c’è una pista ciclabile, ma ****** non la usa: forse pensa che, guidando in fin dei conti un veicolo anche lui, gli spetti di occupare la carreggiata; o forse nessuno gli ha spiegato a cosa serve quella striscia di asfalto azzurina. In ogni caso, se lo supero alza il braccio minaccioso e mi manda platealmente a quel paese.
settembre 25th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink
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…a mille anni luce da Sciascia
Pur non essendo un sostenitore del femminismo tout-court o delle quote rosa stabilite per legge (mi paiono un semplice contentino), riconosco che la società del nostro paese è ancora molto maschilista, forse a causa degli stessi che si indignano per un burqua al supermercato o che vorrebbero schedare gli islamici per certe forme “tribali” (e non certo religiose) di concezione del ruolo della donna che poi sfociano nei crimini più abietti.
A riprova di ciò, le vicende di questi giorni. Ma partiamo dal contesto, l’humus in cui germogliano certi fatti, pienamente rappresentato dall’uomo politico più importante del paese mentre riconosce il suo debole per il sesso femminile (debolezza che garantisce, mediante una sorta di ius primi voti nel lettone di Putin, la candidatura nelle liste PDL) con parole che offendono ogni donna. Durante una conferenza stampa cui è presente pure Zapatero, per tutta giustificazione se ne esce così (e non è la prima volta):
“…Ed io dico che…alzi, fra i maschi, i miei colleghi, qualcuno qui presente la mano a dire che non è una cosa gradevole quello di sedersi a un tavolo e invece di trovarsi soltanto persone… lontane dall’estetica, se invece gli occhi si possono posare su delle presenze femminili gradevoli….e simpatiche…”
Ovvero l’idea della donna ornamento, utile solo per allietare le cene in compagnia (tenendomi casto).
Indignazione? Marce di protesta? Gente in piazza?
Nulla.
Sondaggi in calo?
Poco.
Insomma, quanti la pensano così?
Se questo è il contesto, non stupiscono neppure i singoli episodi. Quindi perchè levare il sopracciglio se una giunta provinciale di centrosinistra, dopo le tirate continue del PD sul valorizzare il ruolo delle donne in politica, deve essere costretta da San Tar a dimettersi in quanto formata da soli maschi? E perchè eccepire della giustificazione del presidente della provincia, che accusa genericamente i partiti?
Ulteriore caso ieri sera ad Anno Zero. Tra gli altri presenti, la direttora de l’Unità De Gregorio e il direttore di Libero Belpietro. Concita De Gregorio, ottima giornalista ma ieri un po’ in difficoltà (alcune argomentazioni erano poco convincenti), comincia ad interrompere Belpietro fino a farlo innervosire. Ecco come allora l’algido ex direttore di Panorama apostrofa ripetutamente la collega:
“…Guarda, allora…ti cito dei casi, magari visto che fai la giornalista così ti informi pure…[…] Beh, se hai intenzione di continuare a parlare tu, facciamo prima…capisco che non hai argomenti e devi continuare a interrompere…[…]…Capisco che sei una signora e credi di poter parlare liberamente dicendo anche una serie di sonore stupidaggini […]…”
Nel porgere tutta la possibile solidarietà alla (eventuale) signora Belpietro, mi preme però far notare il problema di fondo: una grave mancanza di cultura del rispetto per l’altro, per le sue opinioni e per il suo valore come individuo. La via da percorrere è ancora lunga, molto.
settembre 21st, 2009 § Commenti disabilitati § permalink
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Se voglio dei jeans sdruciti, con le patacche sulle ginocchia o gli strappi sulle cosce basta che lasci i pantaloni nell’armadio, aspettando le tarme. Se voglio dei pantaloni scoloriti e pieni di pieghe, basta che continui a mettermeli per due settimane senza farli lavare o stirare. Perchè allora dovrei pagare 100 euro o anche più per farmi dare un capo di vestiario già rovinato? Possibile che, se entro in un negozio di abbigliamento e chiedo un paio di jeans, mi portino solo quelli “vissuti”? E come mai, se sommessamente chiedo un paio di jeans blu “normali”, mi guardano scuotendo dolcemente il capo, come fossi appena piovuto lì da un coma di 30 anni?
P.S.: per una modica cifra (diciamo sui 10 euro) posso rovinarveli io i pantaloni. La mia mail la sapete.
settembre 18th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink
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Hate your next-door neighbor,
but don’t forget to say grace
(B. McGuire – Eve of Destruction)
Ogni volta che qualcuno di questi ragazzi (ormai sono più giovani di me), inviato in maniera più o meno condivisibile e responsabile nei teatri di guerra del nostro ribollente mappamondo, torna avvolto dal tricolore in una cassa, accanto a tristezza e dolore per l’assurdità del tutto mi si ripropone un irrisolto dilemma di moralità personale. Se tutto sommato nel 2001 era facile essere contrario all’intervento armato in Afghanistan e ancor di più al coinvolgimento italiano in quella folle impresa, sostenere oggi che “i nostri devono tornarsene subito a casa” lo è molto meno: un eventuale disimpegno delle truppe occupanti, infatti, porterebbe fatalmente alla riconquista del territorio da parte dei talebani. Con quali conseguenze e quanto altro spargimento di sangue tra i civili è fin troppo ovvio da immaginare. D’altra parte i soldati del contingente italiano sono in quel lontano lembo dell’Asia su mandato del nostro Paese (ovvero e purtroppo, di noi tutti): se saltano su di una mina lo fanno sostanzialmente al posto nostro. Discettare dunque, dalla mia postazione sicura di fronte allo schermo, a proposito della necessità assoluta di “rimanere” mi viene allo stesso modo (e forse maggiormente) difficile: la tentazione è quella di pesare i morti sulla base della nazionalità e non del numero assoluto –se mai una vita umana può essere pesata in una maniera che non sia quella di chi la perde e dei suoi affetti strappati. Tanto più che vigliaccamente, lo confesso, mai accetterei di prendere parte ad una missione di pace: come permettere che altri si sacrifichino per chi non farebbe lo stesso per loro?
settembre 7th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink
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Capita, ai medici, di montarsi la testa. Passi un giorno in corridoio, saluti un compagno di studi che ti risponde allegro; magari lo fermi, gli chiedi come procedono gli esami e i tirocini. In capo a qualche qualche giorno lo incontri di nuovo, ma lo saluti appena; qualche mese dopo, terzo incontro: circondato da altri camici bianchi ed ammantato della tuta verde da chirurgo, nemmeno ti accorgi di lui. E questi ci resta male. Si chiede: gli avrò fatto uno sgarbo? Non gli ho prestato gli appunti? Gli ho soffiato l’ultima brioche al bar? Piano piano, man mano che i capelli gli si imbiancano, capisce l’arcano: è il naturale processo di decadimento biologico dello studente di Medicina. Non capita a tutti, ma spesso avviene. Il primo passo è la laurea: saltato il fosso, improvvisamente i colleghi universitari diventano “gli studenti”. Cammini 30 cm al di sopra di loro, fraternizzi ancora solamente per necessità (quando entrano, timorosi e con il camice sgualcito, nel reparto cui sei assegnato, li accogli col sorriso di quello che ce l’ha fatta e ti diverti a mostrare loro i casi più strani, ammiccando alla caposala che appena sa chi sei). Il secondo passo è quello dell’ingresso nella Scuola di Specialità: allora gli studenti li scansi proprio e li guardi come fossero beoti scansafatiche; quando li scorgi entrare in reparto corri a nasconderti nel primo bagno disponibile, per non doverli condurre a visitare i tuoi pochi pazienti agonizzanti.
Immaginate quindi la boria quando giungi alla cima e puoi comprarti la targa con la scritta Specialista. Alla fine niente di strano se ti chiamano Padreterno (“Eh, quello si crede un Padreterno solo perchè c’ha la laurea!”): ti farà pure piacere sentirlo dire. Basta non confondere realtà e fantasia, come avvenuto a Foggia:
Sanita’: 11 medici denunciati per truffa a Foggia
Gdf, risultavano presenti contemporaneamente in piu’ strutture
Perchè il dono dell’ubiquità è prerogativa esclusiva del vero Padreterno (e di pochissimi altri scelti e selezionati nell’elite dei dotati di aureola).
settembre 3rd, 2009 § Commenti disabilitati § permalink
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E cucchiamoci anche questo. A leggere l’enfatico titolone, l’articolo dovrebbe iniziare più o meno così:
“In un mondo devastato dalla crisi e dal Virus A, solo un uomo può sopravvivere e donare una nuova speranza alla specie umana. Il suo nome è Rambo: ha 24 anni, vive a Monza e ha sconfitto il virus.”
Su questo virus H1N1 per ora si fa tanto allarmismo e si sanno poche cose: tutto sommato è normale, visto che si tratta di una variante nuova di un organismo conosciuto (sempre quello dell’influenza cosiddetta stagionale: questo è un cugino di altro lignaggio) e che solo ora si sta diffondendo abbastanza da fornire valutazioni epidemiologiche adeguate. A quanto pare non è così cattivo come lo dipingono, ma naturalmente è molto pericoloso per le persone più fragili: anziani, cardiopatici e broncopatici, immunodepressi. Come avrete ormai letto dappertutto, non è l’influenza che uccide, ma le sue complicanze: in primis una polmonite sovrapposta (diciamo che il virus “prepara il terreno” perchè i batteri si scatenino). Quindi il vaccino è quanto mai necessario, anche se sicuramente porterà molti soldini alle case farmaceutiche: speriamo non ci marcino troppo sopra.
Vedendo quest’istantanea che ho tratto dal sito de “la Stampa”, possiamo notare l’anticipazione del succulento ed illuminato* parere di un Carlo Rossella ipocondriaco per l’occasione: nel testo, che vi invito a leggere per bearvi nel vuoto cosmico in cui proietta, come sempre Rossella si dimostra lieve come una piuma e fresco come una rosa. Anche discettando delle sue presunte fobie di contagio, da uomo mondano e chic qual è, riesce comunque a citare qualcuno dei suoi viaggi internazionali (qui in Grecia e a Londra), prima di lasciarci con il prezioso consiglio di una casta astensione dai baci.**
*dalle lampade abbronzanti, credo
*dello stesso tenore questo splendido pezzo del Corriere di qualche giorno fa, in cui l’ex-direttore del Tg5 regala altre perle su come tornare al lavoro senza stress, dopo le sudate vacanze.
agosto 26th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink
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Eccellentissimo Mr. God,
non Vi sembri inopportuno il mio ardire nel contattarVi direttamente (se ho peccato di superbia, fatemelo sapere tramite qualche presule: digiunerò in preghiera), ma ho ormai presa quest’abitudine di rivolgermi direttamente alle divinità, visto che con gli uomini i risultati sono scarsi. Vi scrivo dunque in relazione alla vicenda della signora che, durante il suo pellegrinaggio a Lourdes, avete recentemente guarita dalla SLA: naturalmente sono molto ammirato e felice per il lieto evento e per le circostanze in cui esso è maturato. Permettemi, però, Vostra divinità, un umile appunto al riguardo: certamente sostenere il criterio del merito è fondamentale in ogni campo della nostra società alla deriva e così è molto magnanimo da parte Vostra assecondare i lodevoli sforzi del nostro governo in questo senso. Ma siete sicuro di non manifestare, in quest’ambito specifico della vostra pur lodevole attività, una certa qual ritrosia poco giustificata, un braccino corto che per nulla si confà alla vostra nomea di Misericordioso? So già cosa obietterete: le vie del Signore sono infinite, solo chi si abbandona completamente a me potrà avere la Salvezza. Tutto giusto, tutto addirittura sacrosanto. Ma ditemi, allora: possibile che in quell’infornata di pellegrini lì, per esempio, solamente una persona meritasse il miracolo? E gli altri, poverelli? Erano tutti poco convinti? Sotto sotto nutrivano dei dubbi? E’ mai possibile che valgano solo i meriti di fede? Se uno vive come San Francesco o passa le sue giornate a sanare le piaghe dei mendicanti è meno virtuoso? Sono perplesso, my God. Creare dei fedeli di serie A e dei fedeli di serie B non mi sembra rispettoso di questo impasto di terra e sputo che siamo in fondo noi mortali.
Con immutata stima,
Andrea
agosto 23rd, 2009 § Commenti disabilitati § permalink
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Bene, finalmente c’è un vincitore per questo superfantajackpot. Dice che sarebbe un quarantenne, single, di bell’aspetto: praticamente un annuncio da agenzia matrimoniale. Ora dalla Germania organizzeranno dei charter pieni di teutoniche cacciatrici di dote? Faranno un reality con questo nuovo scapolo d’oro? Ci saranno tante noemiletizie a bussare alla sua porta? Ma soprattutto: il fisco riuscirà ad individuarlo?
agosto 22nd, 2009 § Commenti disabilitati § permalink
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Dal suo pessimo punto di vista, Bossi ha tutto il diritto di criticare la CEI che lamenta la demagogia e la fredda indifferenza (quando non il malcelato orgoglio) con cui chi ci governa ha accolto la notizia dei migranti morti al largo delle nostre coste, abbandonati al loro destino da una politica scriteriata.
Ancora mi mancano le reazioni sdegnate dei vari difensori “a prescindere” delle dichiarazioni d’Oltretevere: dov’è il curiale Bondi? E Gasparri? Ribaltando l’accusa spesso rivolta al centrosinistra, dovrebbero tuonare, perchè il buon Umberto sta attentando alla libertà religiosa, al diritto della Chiesa di dire la sua. Invece, silenzio. La morale è ovvia: tutti vogliono andare con la Chiesa, ma solo finchè fa comodo.
Intanto i poveretti salvati nel canale di Sicilia (zona in cui si fa la guerra allo scaricabarile, con Malta in prima fila) dovranno essere incriminati per immigrazione clandestina.
agosto 20th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink
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- Forse la farsa estiva del Super Enalotto sta per trovare la sua ingloriosa fine? Difatti pare che il trend delle giocate sia in calando. Vuoi vedere che, casualmente, la prossima estrazione decreterà un vincitore?
- Alla fine del secolo decimonono (cento anni fa, mica millenni), il bagno al mare si faceva conciate così:

Fatti salvi eventuali problemi igienici, perchè strapparsi le vesti se qualcuno vuole immergersi con un abbigliamento molto simile?
Il fatto che sembrino dei Power Rangers e possano parer ridicole è un affare di gusto personale (altrimenti dovremmo vietare anche a Lapo Elkann di girare indisturbato).
- Fosse per me, l’Ora di Religione sarebbe già morta e sepolta (basta il catechismo), ma mi accontenterei che diventasse un’ora obbligatoria di Storia delle religioni con un insegnante laico, nominato dal Ministero e non appaltato alla Curia. Come male minore, se dobbiamo mantenere lo status quo diventa necessario stabilire che anche chi non frequenta l’Ora di Religione deve rimanere a scuola e ricevere un insegnamento sostitutivo, da cui ottenere gli stessi crediti garantiti ai suoi compagni: in tale maniera si risolverebbe la questione dell’insegnante di religione agli scrutini senza danneggiare nessuno.
Update: in questo post c’è un errore di valutazione. Devo fare meno previsioni e ricordarmi di rifiutare qualsiasi impiego come meteorologo.