Ecco, tutto ora è a posto.
Li abbiamo mandati via, trasferiti (deportati?). Andranno altrove a prendere la pioggia, magari pure le botte di un nuovo caporale (parlerà una lingua diversa dall’italiano, forse: ma negli occhi avrà lo stesso freddo distacco); i clandestini saranno rimpatriati. Intanto radiamo al suolo i luoghi della vergogna dove vivevano, così non ci pensiamo più: una ruspa e via, tutto a posto.
Qualcuno nell’ombra probabilmente sogghigna, perché tutto è andato –ancora una volta- come doveva andare (si sa, c’è la crisi anche per la mafia: mica potevano pretendere la cassa integrazione, questi qua).
Fino alla prossima emergenza, tutto a posto.
Naturalmente, a raccogliere arance e pomodori, giungeranno ora a frotte contingenti di candidi e volenterosi braccianti delle valli bergamasche che svolgeranno il duro lavoro tra canti, balli e lodi al Signore. E gratuitamente, s’intende. Le chiameranno “ronde agricole”, un bell’aiuto per i nostri fratelli del Sud che potranno così vendere le loro derrate allo stesso prezzo di prima, ma guadagnandoci finalmente quanto basta per sopravvivere. Già sono stati approntati gli albi per l’iscrizione a queste nuove ronde: ci dicono siano stati presi letteralmente d’assalto dal generoso popolo leghista. Nei pullman in partenza per Rosarno ormai non c’è più posto, sarà necessario noleggiare dei treni speciali.

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