Panorama italiano

ottobre 29th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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Cosa succede in Italia? Qual è lo stato di salute del nostro paese? Viaggiamo verso una stentata ripresa o siamo ancora nel pantano della crisi? E pioggiachi ci governa sa quel che fa? A queste domande io non so rispondere, posso al massimo segnalare alcuni fatti emblematici.

 

 

La polizia scende in piazza contro i tagli del governo, la Brunetta e le ronde -che, per inciso, raccolgono pochi volontari: sarà colpa del freddo, forse non immaginavano che a presidiare il territorio tocca andarci anche sotto la neve.

I carabinieri, più creativi, cercano di raggranellare soldi per le volanti con mezzi spicci e contributi non del tutto volontari: hanno imparato da Corona, il quale infatti si è un po’ risentito e avrebbe voluto almeno i diritti sul metodo.

Berlusconi si è cuccato la scarlattina: ci dicono una forma lieve, ma deve avere una febbre ben alta per essere intervenuto a Ballarò ancora sui giudici comunisti (il comunista di questa volta ha condannato Mills ieri, ma due anni fa aveva assolto Silvio sulla faccenda Sme).

Irap giù, Irap su: non appena tornati tutti amiconi con Tremonti, sembrava fatta per l’abolizione dell’odiata tassa. Ora il ministero dell’Economia fa sapere che non ci sono i soldi. Nuovo pellegrinaggio ad Arcore in vista.

La riforma dell’Università si farà con i fondi ottenuti grazie allo scudo fiscale: per dire quanto ci contino, alla riuscita della cosa. Senza contare che due settimane fa Tremonti sosteneva una cosa differente: «I fondi dello scudo fiscale saranno destinati innanzitutto a finanziare il 5 per mille»(ovvero il no profit).

Perfino il Corriere ha notato che all’Aquila la ricostruzione del centro storico non è mai iniziata: Bruno Vespa busserà a Palazzo Chigi per chiederne conto?

A proposito di Bruno Vespa: in questi giorni, dalle “anticipazioni” sul suo ennesimo ultimo libro, abbiamo appreso nell’ordine: che Rutelli lascia il PD; che Veltroni ritiene un suicidio il “rifluire nel socialismo”; che Bersani pretende un rapporto civile con Berlusconi; che lo stesso Berlusconi non vuole elezioni anticipate nel Lazio.  Neanche Nostradamus sarebbe stato in grado di prevedere i fatti con tanta lungimiranza: chissà se nel libro ci trovo anche l’anticipazione sui numeri del superenalotto della settimana prossima.

 

Il mio dito sinistro (primarie a Nord-Est)

ottobre 26th, 2009 § 2 comments § permalink

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Ditelo, dai, che non vedete l’ora di conoscere il disordinato resoconto della mia esperienza da scrutatore alle primarie.
Per iniziare, però, due parole sull’esito della disfida:  ha vinto il candidato migliore, con il programma peggiore. L’idea di riproporre l’Unione –o qualcosa di similmente arzigogolato- per contrastare il dinamico duo Pdl+Lega può forse essere efficace nel breve periodo, ma rischia di condurre al consueto problema di un impossibile governare. Speriamo il nocchiero conosca le correnti in cui ci inoltra.
Da persona che ha convintamente votato Marino, non posso che condividere lo sforzo per un leale sostegno all’azione del nuovo segretario: uno concreto e molto capace senza dubbio, che già oggi sarà a Prato per confrontarsi direttamente con gli artigiani del tessile in crisi. Come inizio, non c’è male.
Oh, scusate: voi aspettavate trepidanti  (?), lo sguardo febbrile a scorrer le righe, le mie impressioni sulla domenica elettorale! Vi accontento subito. Butto giù le cose un po’ come vengono (son pigro, si sa):
1. L’indice della mia mano mancina (che a fianco potete ditovedere immortalato, ancora malconcio ma soddisfatto) è il segno più eloquente della massiccia presenza al voto, andata ben oltre le attese. Il vescicolone sulla faccia interna della stremata propaggine è certo l’effetto traumatico delle orrende penne bianche fornite dalla provincia, ma si sarebbe prodotto in ogni caso: il PD insomma, inteso come la gente che prova a crederci, non sembra in via di estinzione.
2. Dopo tutte le carte e i verbali redatti, vorrei proporre di cambiare nome al partito: da Partito Democratico a Partito Burocratico. Troppe scartoffie non scoraggiano chi vuole imbrogliare (anzi), ma inguaiano chi vuole essere corretto e scrupoloso.
3. Ho visto, quasi in parata di fronte al banchetto dov’ero seduto, una rassicurante folla di diversità. Multiformi  gli atteggiamenti, l’abbigliamento, le camminate, le parole e gli sguardi: mani grandi, consumate dal lavoro insieme a mani delicate e sottili; passi veloci e sicuri, spesso a scortarne di più meditati o esitanti.
4. Pochi giovani, ma tanti bellissimi vecchi con ancora passione per le proprie idee e ideali per le proprie passioni.
5. Sono molto orgoglioso dello spirito di correttezza e grande collaborazione con cui si è lavorato nel nostro seggio: in tempi in cui la politica è vista ovunque come aggregazione di interessi per dividersi spazi di potere,  tutte le persone che ieri sono state chine per ore a scrivere ricevute e compilare registri senza aspettarsi nulla in cambio danno un bel segnale di pulizia.
7. Dai risultati, traspare una differenza tra la forza di Bersani come candidato e la debolezza della candidata regionale per la lista Bersani (che comunque ha vinto, nel Veneto):
Votanti: 817
                          Nazionale:            Bersani 351
                                                  Franceschini 312
                                                            Marino 142
                          Regionale:            Bersani 283                  
                                                 Franceschini 367
                                                            Marino 142
Elettorato scafato, in grado di approfittare al meglio del voto disgiunto, parrebbe.
8. Ora sarà il caso di pensare alle elezioni Regionali: mancano 6 mesi, non abbiamo lo straccio di un candidato (nemmeno in pectore).
9. S’è capito cosa vuole Rutelli (a parte un panino senza cicoria): Casini. Ma perché aspettare Marrazzo?

il cannocchiale

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Il PD e i diversamente onesti

ottobre 16th, 2009 § 3 comments § permalink

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Quando mi sono iscritto al PD, pochi mesi or sono, la procedura è stata rapida, alla faccia della burocrazia: ho fornito i miei dati e, pagata la quota, ho ricevuto la tessera. Se mi avessero chiesto il certificato del casellario giudiziale sarei rimasto perplesso e, quantomeno, pure scocciato. “Gran rottura”, avrei pensato sulle prime; e subito dopo “ma come, non vi fidate di me? Con questa faccina pulita e paciosa? E’ la barba, forse?”

Non è materialmente possibile, me ne rendo conto, controllare le credenziali di chiunque si iscriva ad un partito politico (quale che sia); tantomeno è possibile prevedere chi sceglierà, in un futuro più o meno lontano, il lato oscuro della forza –a meno di non avere a disposizione uno dei precog di Minority Report. Diverso è il caso dei dirigenti, di chi si assume il compito di rappresentare questo partito all’esterno o, addirittura, in Parlamento: costoro dovrebbero fornire concrete garanzie sulla loro onestà (almeno presente), in qualche modo. Ma noi siamo (pseudo)scienza, non fantascienza: dunque, bando alle fantasticherie e veniamo al dunque.

Nonostante le premesse di cui sopra, ci sono nel PD evidenti problemi di reclutamento differenziato: va bene che bisogna riconquistare terreno nei confronti del PDL, ma farlo riequilibrando la quota di diversamente onesti non pare la scelta migliore. Passi per il caso dello stupratore seriale romano; passi per lo scriteriato che reclama la testa di Berlusconi su facebook pensando di stare ad un convivio nel covo di Riina.

Ma quello che sta succedendo a Castellammare di Stabia sembra una triste conferma  di ciò che dice Marino sui problemi di trasparenza nel partito, per lo meno nel mezzogiorno. Le vicende sono due: una agli onori delle cronache, l’altra sullo sfondo. Come riferisce Repubblica, tutto nasce dall’omicidio di un consigliere comunale del PD, Luigi Tommasino, ucciso il 3 febbraio mentre era in auto con il figlio tredicenne (illeso). Gli inquirenti ritengono si tratti di un’esecuzione ordinata dal locale clan D’Alessandro. I killer sono già stati individuati: il più giovane, 19 anni, è pure lui nel PD. Si scopre così che questo baldo giovine fa parte di una leva di iscritti particolarissima, affiliati in un fine settimana di fuochi artificiali per il partito: 3000 nuovi tesserati in un colpo solo, traffico bloccato in paese la domenica mattina per l’assalto alla sede. Ora il PD ha commissariato la sezione di Castellammare: meglio tardi che mai.

A voi i commenti, io non ho nulla da aggiungere.

 

Fisiologia e Patologia parlamentari

ottobre 5th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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Non sono un costituzionalista: quel che so mi viene dall’Educazione Civica delle scuole medie (ci pensate? 20 anni fa, quando ancora pure la Gelmini andava a scuola, la materia che lei ha inventato si studiava già) e da letture sparse. Perciò vi prego fin d’ora: “se sbalio, mi corigerete”.

Quando finisce un governo? Fisiologicamente, alla chiusura del ciclo parlamentare, contestualmente al rinnovo delle Camere. Patologicamente, a causa di spinte centripete o centrifughe: le prime sono grossomodo eserciti in marcia sulla capitale, le seconde la sfiducia parlamentare all’esecutivo o le dimissioni. Il peso degli scandali e le “iniziative giudiziarie”, la riprovazione della pubblica opinione possono far cadere un governo?   No di certo, non direttamente: il meccanismo deve sempre prevedere le aule parlamentari, la presa di coscienza della maggioranza in carica che chi guida il paese non è più atto al compito e dunque ancora la sfiducia. Ci vuole almeno una fronda interna, come successo a Prodi con Mastella. Nemmeno mille manifestazioni o pronunciamenti su lodi o lodetti, neppure millanta sentenze possono cambiare questo dato: è la maggioranza che scioglie un governo. Non vi sembra strano, allora, tutto questo strepitare di complotti e complottini da parte di una maggioranza sulla carta inattaccabile? Se tutto il marcio che ormai straripa fuori da Palazzo Grazioli fossero solo calunnie, quale bisogno ci sarebbe di manifestare per il premier? Chi si vuole convincere?

La caduta di Berlusconi ci costringe alle urne? No. Non giocoforza. Possiamo girarla come vogliamo, ma la costituzione tuttora stabilisce   che l’Italia è una Repubblica Parlamentare. Dopo la sfiducia ad un governo, il Capo dello Stato è obbligato (non può agire altrimenti) a sondare le forze politiche in Parlamento per capire se possa formarsi una maggioranza (la stessa di prima o una nuova) che designi un altro presidente del consiglio. Tutto questo iter sembrerà magari stucchevole e superato, ma è ineludibile: non c’è nulla di eversivo. Perciò, quando in questi giorni Bossi minaccia le elezioni anticipate o Berlusconi le chiama come arma contro i suoi (che mai gliene può importare, difatti, al PD o agli altri delle elezioni anticipate: allo stato attuale possono perfino guadagnarci qualche punto, pur nella sicura sconfitta), in realtà si parla di aria fritta. Il solo Napolitano può sciogliere le camere, e comunque non finché esiste una maggioranza parlamentare.

Belpietro, ovvero Padre Pio

ottobre 2nd, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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Come riuscire razionalmente a spiegare la contemporanea presenza di Maurizio Belpietro ad AnnoZero e a Porta a Porta, ieri sera? Grave cimento, ma necessario. Qui di seguito, le ipotesi maggiormente plausibili.

 

Pio 1. Ipotesi mistico-teologica: Belpietro è Padre Pio. Oltre al dono dell’ubiquità, del frate di Pietrelcina possiede difatti lo sguardo torvo e la glaciale cattiveria; alcuni giurano che il suo arrivo in studio è sempre preceduto da uno strano (non del tutto piacevole, a dirla tutta) profumo. Già approntate una serie di puntate monografiche di Porta a Porta sui miracoli del direttore di Libero. Bruno Vespa attende impaziente la comparsa delle stimmate per poter annunciare in diretta la sconvolgente rivelazione a tutti i fedeli. 

 

High 2. Ipotesi storico-mitologica: Belpietro è un Highlander, un immortale dotato di poteri paranormali e privo di sentimenti umani. Pensateci: non invecchia, è comparso improvvisamente  un giorno in televisione dal nulla cosmico, può teletrasportarsi da un luogo all’altro. Nei secoli passati è stato Leonida, Ponzio Pilato, Savonarola, Cagliostro, Rasputin.

 

termi 3. Ipotesi tecnologica: Belpietro è un terminator, un androide. Anzi, si tratta di una famiglia di androidi. Presenti in diverse copie nei sotterranei della Rai e negli scantinati di mediaset e la7, i Belpietro vengono attivati e aggiornati subito prima di una trasmissione di cartello (a Viale Mazzini, ad esempio,  hanno un funzionario apposito in quota PDL addetto alla bisogna). Attualmente i Belpietro integrano il software iPolemos X (release 10.2, “Iena Ridens”), che ha introdotto una nuova modalità di gestione dell’intelligenza artificiale, in grado di attaccare istantaneamente qualsiasi interlocutore senza incremento dei parametri di calore interno e pressione idraulica (con un guadagno netto di prestazioni del 15% ed un calo dei consumi del 33%, molto apprezzati in tempi di economia verde). 

 

bolt 4. Ipotesi podistica: Belpietro è Usain Bolt, ma in più dopato. Nel momento esatto in cui su Anno Zero è calato il sipario, lui è scattato dai blocchi di partenza. Con la rapidità dell’antilope e senza scomporsi nemmeno un capello, è giunto nello studio di Porta a Porta. Nel fare tutto ciò, ha infranto il precedente record dei 110 a ostacoli per adulatori di premier, ancora detenuto da Emilio Fede.

 

Si accettano altre ipotesi, purchè motivate.

 

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Idee per un’opposizione consapevole

ottobre 1st, 2009 § 3 comments § permalink

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Persa tra le lenzuola del premier o nella costruzione dell’ennesimo grande centro, la sedicente opposizione si perde le prelibate polpettine che la Maggioranza si avvelena da sola. Permettetemi sommessamente allora, oh miei rappresentanti al Parlamento, di farvele notare. So che potrebbe sembrarvi cosa arrogante da uno che di strategia politica ignora anche l’ABC, di economia capisce nulla o quasi, di diritto poco di più: eppure ho due tre cose in punta di penna, che proprio non vogliono restarvi.

 

roghi--191x131 1. Palermo. Forse considerate che oltre lo Stretto tutto sia perduto. Che la Sicilia è come un’Emilia Romagna rovesciata, dunque antropologicamente a destra. Magari sarà pure vero, ma non mi sembra serio evitare la battaglia perchè si è troppo pochi. Perfino Striscia la Notizia riesce meglio (e di certo non è forza d’opposizione). Ultimamente ha partorito uno scoop che, raccolto in qualche modo (una marcettina di protesta s’è fatta?), avrebbe costretto alle dimissioni il sindaco Cammarata: ma come, questo fa assumere e stipendiare dal Comune uno che invece lavora a tempo pieno sulla sua barca e se la cava annunciando che venderà il natante? E che dire della situazione della raccolta rifiuti? Nell’ultimo anno la tassa per la raccolta è aumentata del 175% e ora siamo (di nuovo) ai roghi Napoli-style? Berlusconi ci ha vinto le elezioni con una cosa così. Cominciamo a rinfacciargli il disastro di questa giunta, no?

2. Le New town. Le new town? Passi per l’Aquila (ma tra qualche anno temo il disastro per un tessuto sociale disgregato e un centro storico fantasma o preda della speculazione), c’era un’emergenza da gestire. Passi per le nuove carceri. Ma ci piace così tanto l’idea che le nostre città in futuro siano costituite da aggregati multicolori di villette in serie dove piazzare genericamente “le giovani coppie” come in piccoli favi, mentre nel cuore delle aree urbane restino solo vecchi e uffici? E in mezzo a queste due realtà, i capannoni prefabbricati (che qui in Veneto già crescono come funghi). Niente Niutàun, please.

3. Sostegno all’energia solare. L’altro giorno Berlusconi ha rassicurato Marchionne: gli incentivi per l’auto saranno confermati. D’accordo, ci può stare. Sembra che, invece, gli incentivi per ristrutturazioni volte a ridurre l’impatto ambientale (es.: fotovoltaico) non saranno riproposti. Domanda (provate, chissà,  a farci una campagnuccia sopra): il presidente Obama spinge parecchio sulla necessità di favorire l’economia verde e il governo italiano –a parole- ha lodato tali sforzi, dichiarando di condividerli. Come interpretare allora questa palese marcia indietro? Dove è finita la nuova politica per cui la moralità è mantenere gli impegni presi?

 

Ecco, sono piccole cosine, ma ci tenevo a metterle in evidenza.

Cordialmente,

Andrea

 

Il contesto

settembre 25th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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…a mille anni luce da Sciascia

 

Pur non essendo un sostenitore del femminismo tout-court o delle quote rosa stabilite per legge (mi paiono un semplice contentino), riconosco che la società del nostro paese è ancora molto maschilista, forse a causa degli stessi che si indignano per un burqua al supermercato o che vorrebbero schedare gli islamici per certe forme “tribali” (e non certo religiose) di concezione del ruolo della donna che poi sfociano nei crimini più abietti.

A riprova di ciò, le vicende di questi giorni.  Ma partiamo dal contesto, l’humus in cui germogliano certi fatti, pienamente rappresentato dall’uomo politico più importante del paese mentre riconosce il suo debole per il sesso femminile (debolezza che garantisce, mediante una sorta di ius primi voti nel lettone di Putin, la candidatura nelle liste PDL) con parole che offendono ogni donna. Durante una conferenza stampa cui è presente pure Zapatero, per tutta giustificazione se ne esce così (e non è la prima volta):

“…Ed io dico che…alzi, fra i maschi, i miei colleghi, qualcuno qui presente la mano a dire che non è una cosa gradevole quello di sedersi a un tavolo e invece di trovarsi soltanto persone… lontane dall’estetica, se invece gli occhi si possono posare su delle presenze femminili gradevoli….e simpatiche…”

Ovvero l’idea della donna ornamento, utile solo per allietare le cene in compagnia (tenendomi casto).

Indignazione? Marce di protesta? Gente in piazza?

Nulla.

Sondaggi in calo?

Poco.

Insomma, quanti la pensano così?

Se questo è il contesto, non stupiscono neppure i singoli episodi. Quindi perchè levare il sopracciglio se una giunta provinciale di centrosinistra, dopo le tirate continue del PD sul valorizzare il ruolo delle donne in politica, deve essere costretta da San Tar a dimettersi in quanto formata da soli maschi? E perchè eccepire della giustificazione del presidente della provincia, che accusa genericamente i partiti?

Ulteriore caso ieri sera ad Anno Zero. Tra gli altri presenti, la direttora de l’Unità De Gregorio e il direttore di Libero Belpietro. Concita De Gregorio, ottima giornalista ma ieri un po’ in difficoltà (alcune argomentazioni erano poco convincenti), comincia ad interrompere Belpietro fino a farlo innervosire. Ecco come allora l’algido ex direttore di Panorama apostrofa ripetutamente la collega:

“…Guarda, allora…ti cito dei casi, magari visto che fai la giornalista così ti informi pure…[…] Beh, se hai intenzione di continuare a parlare tu, facciamo prima…capisco che non hai argomenti e devi continuare a interrompere…[…]…Capisco che sei una signora e credi di poter parlare liberamente dicendo anche una serie di sonore stupidaggini […]…”

Nel porgere tutta la possibile solidarietà alla (eventuale) signora Belpietro, mi preme però far notare il problema di fondo: una grave mancanza di cultura del rispetto per l’altro, per le sue opinioni e per il suo valore come individuo. La via da percorrere è ancora lunga, molto.

 

Padre padrone

settembre 11th, 2009 § 1 comment § permalink

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Probabilmente ci si rende impopolari a scriverlo (tra i cosiddetti italiani, perchè tra i quattro lettori di queste paginette potrei ottenere la ola), ma non importa: il principale problema di questo paese è Silvio Berlusconi (ma va?). Persino in Italia e persino nel centrodestra, qualsiasi altro politico con certe frequentazioni equivoche (paramafiose, in primis; peripatetiche, in secundis) e certe dichiarazioni neroniane sarebbe caduto, da tempo e giustamente, per “fuoco amico.” Non parliamo poi di un Prodi o di un Veltroni: sai la gara, nel Pd, a chi arriva primo al trono per rovesciarlo!

Senza Berlusconi, finalmente si potrebbe parlare in maniera libera dello stato dell’Informazione: sono convinto che anche nel Pdl si sappia che la Rai non può continuare ad esistere così com’è. Che sia necessario ridurre il numero delle reti, cambiare il sistema di nomina del Consiglio di Amministrazione, aprire ad altri soggetti con nuove concessioni. Una circolazione maggiore delle idee ci renderebbe più equilibrati nelle valutazioni e aperti al cambiamento; credo anche ridurrebbe la cortina fumogena che oggi grava sui fatti del nostro paese.

Ma Silvio resta  lì. E’ la popolarità tra la gente a salvarlo? In parte, forse. Sono le televisioni che possiede per dritto o per storto? Certamente, ma non solo. Meglio: le televisioni ne sono braccio armato e conseguenza, ma l’origine di questa straordinaria longevità politica sta (ovvio, lo so) nei danè. Un immenso cumulo di soldi profusi per il Pdl: ad un buffet così ricco, chi non vorrebbe prender parte? Come potrebbe questo partito finto, di cartone, tenuto insieme solo col cerone stantio del suo leader, sopravvivere al creatore? Un agglomerato di soggetti senza una linea politica, che ondeggia al vento dell’opportunismo di giornata (oggi bisogna compiacere la Chiesa, domani Dell’Utri, poi chissà chi altro), al cui cospetto le fibrillazioni del Pd sono almeno un segno di vitalità?

Per quanto il padrone di casa sia solito picchiare figli e consorte, sporcare a bella posta i pavimenti appena puliti, apostrofare i vicini a male parole quando chiedono di abbassare il volume della Tv alle 3 di mattina, se questi è l’unico che porta a casa uno stipendio, la moglie resterà con lui. Magari lo difenderà pure con le amiche, quando riesce a vederle. Non aspettiamoci che Silvio cada, non ci sono Bruto all’orizzonte.

 

Impiccalo più in alto, Ghedino

settembre 4th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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Strategia, la definisce il Corriere:

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In qualunque modo la si voglia intendere, ha ragione l’avvocato: il Cavaliere è potente, molto.

Saremmo di fronte, insomma, solo ad una questione di lesa virilità:

Bisognerà accertare se Berlusconi è potente, come lui lascia intendere quasi ad ogni comizio, o impotente. «Ho capito. Vuol sapere se noi dovremo fornire prove? No, noi assolutamente no. La controparte, semmai, se crede…».

Querele a profusione, intimidazioni a mezzo stampa e tutto perchè hanno messo in dubbio che il nostro Re (delle) Sole possa fisicamente fungere da utilizzatore finale?Da questa surreale intervista a Ghedino, ricaviamo qualche lezione importante.

La prima lezione è che gli scudieri andrebbero scelti meglio: altrimenti appena allenti un po’ il morso, sparano fesserie come raffiche di mitraglia, con conseguenze spesso disastrose.

Cosa dire, ad esempio, dell’ultima Capezzonata?

(ASCA) – Roma, 3 set – ”C’e’ da immaginare che la scelta di Dino Boffo – e quella del suo editore che l’ha immediatamente accettata- sia stata sofferta e difficile. Cosi’ come sofferti e difficili devono essere stati questi giorni per Boffo, che merita da parte di tutti umana comprensione”. Lo afferma il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone, il quale aggiunge: ”Ma cio’ che e’ politicamente, culturalmente e politicamente inaccettabile e’ l’attacco sferrato dalla sinistra contro Vittorio Feltri”.

O della gaffe sesquipedale di Gasparri (vorrei dirla tracotanza, ma non penso lui capirebbe)?

"Non so quale sarà la pronuncia della Consulta sul Lodo Alfano ma noi supereremo un eventuale giudizio negativo". Lo ha detto il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri parlando alla Summer School della Fondazione Magna Carta a Frascati. "Avremo un avvocato, un Ghedini o Ghedoni – ha ironizzato Gasparri – che troverà un cavillo…".

La seconda lezione riguarda il merito della questione e concerne l’arte del depistaggio mediatico: avvocato Ghedini, lei dice che la querela a “l’Unità” vale a fugare i dubbi sulla virilità del Premier:

«È stata l’Unità a tirar fuori i problemi di erezione di Berlusconi».

Mi consenta: è una balla. Il primo a sostenere che Silvio avesse dei problemi al pennone fu, difatti, Vittorio Feltri: l’Unità si rifaceva a quanto egli aveva dichiarato dopo lo scoppio dello scandalo escort. Perciò andrebbe querelato l’attuale direttore de “il Giornale”.

Dire qualcosa (appena appena) di sinistra

agosto 27th, 2009 § 1 comment § permalink

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ansa_16565535_01020 Può darsi sia stata la necessità di accaparrarsi i favori del pubblico (magari in vista di una futura candidatura a Segretario del PD, data la persistente virile vigoria del Priapo di Palazzo Chigi), ma questo Fini qui pare il gemello sveglio di quello che ha firmato la legge Bossi-Fini sull’immigrazione (tuttora in vigore, purtroppo):

"In tutte le lingue europee [patria] significa terra dei padri. Ma oggi cosa diciamo ai figli nati qui che hanno genitori nati altrove e vestono le maglie delle nostre nazionali, come Balotelli o i giovani campioni juniores di cricket?". Non sono italiani anche loro? E non sono esseri umani quelli che muoiono nel Mediterraneo o riescono ad arrivare stremati sulle nostre coste? Le risposte della Lega a queste domande "sono superficiali, propagandistiche e vagamente razziste".

E le parole sul Testamento Biologico?

"Non si tratta di favorire la morte, ma di prendete atto dell’impossibilità di impedirla". E "senza fare crociate contro i cattolici" se qualcuno pensa che "decide il Vaticano e non il Parlamento, io, Costituzione alla mano, dico no".

Ve lo immaginate un leader Pd che dice queste cose? Sarebbe accoltellato seduta-stante da Paola Binetti. Quest’apertura verso una rivisitazione del papocchio partorito al Senato sul fine-vita dovrebbe essere colto al balzo dall’opposizione: finalmente, sotto un ombrello abbastanza forte quale quello offerto da Fini, molti del PDL potrebbero spendersi per una legge più umana.

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