Della burocrazia Celeste

marzo 18th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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Ovvero: corollario al post precedente

 

26 torcello Oggi mi veniva un po’ da ridere a pensarmi, nel giorno del Giudizio Universale, interrogato dal Padreterno sul buono o cattivo uso del preservativo fatto in vita. Certo dopo quel dì ci sarà l’Eternità, ma pensatevi la gente in coda in attesa del suo turno! Questi, nudi e crudi tutti in piedi; mentre tu, al cospetto della cattedra divina, a disquisire con un filo di voce se quella volta con tua moglie sulla lavatrice lei era in un periodo fertile e quindi il preservativo ha impedito una potenziale fecondazione (e mica puoi contraddire, chè l’interlocutore è onniscente e verace per definizione), aggiungendo un altro gradino alle scale della tua discesa verso l’Ade.

Secondo me ci vorrebbe uno snellimento nelle procedure, magari eliminando una serie di regole farraginose e di peccati francamente ridicoli: credo che il Signore ci ringrazierebbe per la riduzione del carico di lavoro e delle liste di attesa e magari ci guarderebbe con occhio più benevolo. A chi indirizzare questa prece? Qual è il santo della semplificazione normativa?

Cominciamo bene…

marzo 17th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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Papocchio

Certo non lo si risolve, però almeno non lo si prende.

Il ritorno del MinchioPadanus

marzo 11th, 2009 § 1 comment § permalink

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persona_1_202 L’Homo Nordicus (alias Leghista Doc) è la sottospecie politica che oggi va per la maggiore: radicato sul territorio, maschio e virile, sempre pronto alla difesa della nostra gente. Niente a che fare con il gracilino Homo Rubrus (alias Amico Democratico), sempre alle prese con i suoi dilemmi morali e con i mal di pancia a causa di qualche corrente (d’aria).

Del resto, all’Homo Nordicus si richiede un solo tipo di ragionamento, piuttosto terra terra:

1. Le cose in Italia non vanno bene

2.  Siccome non può essere colpa dell’operoso popolo padano

3. allora è colpa degli immigrati (o dei rom o dei comunisti)

Badate bene che questa forma mentis non è in alcun modo legata al momento contingente, bensì connaturata al pensiero leghista, che sempre necessita di una capro espiatorio, di un soggetto debole e poco tutelato su cui scaricare l’ansia e la paura. In tempi più antichi, infatti, la Padania era abitata da una specie di leghista più rozza e senza fazzoletto verde, con il chiodo fisso del terùn: il terùn che ci porta via il lavoro, il terùn che porta degrado, il terùn che porta la mafia. Questo Homo MinchioPadanus si è fortunatamente quasi estinto, soppiantato dalla subspecie SemperDùr, anche detta Bossiana: qualche esemplare, però, ancora abita la pianura e colonizza le amministrazioni locali. E’ il caso del mio (purtroppo) conterraneo Daniele Stival, consigliere regionale del Veneto.

Godetevi questa perla di minchio-leghismo: in previsione dell’apertura della stagione turistica, la Lega boccia la proposta di impiegare i militari per pattugliare le spiagge sul litorale veneziano. "Nelle ronde volontarie – spiega il consigliere regionale Daniele Stival – ci sono meridionali, ma sono da anni integrati con la realtà locale. L’esercito porterebbe invece meridionali che non hanno nessuna conoscenza del nostro territorio. Meglio a questo punto difenderci da soli."

Prospettive

marzo 9th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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La notizia è la stessa, i titoli divergono leggermente: il senso oscilla nel verso voluto. Potere della sintassi.

Dal Corriere:

cor

Da Repubblica:

Rep

Vita e opere di Cjarlèt Bodlèr

marzo 4th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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asta44_236 Poeta chioggiotto del secondo Ottocento, Cjarlèt Bodlèr (1840-1909) è ancora quasi uno sconosciuto per il grande pubblico, forse a causa del fatto che tutte le sue liriche sono scritte in un pastiche molto personale tra dialetto locale e italiano. Fu invece un intelletto notevole, attento alle novità letterarie del periodo, anticipatore di molte tematiche dei movimenti letterari di fine secolo, dal decadentismo al futurismo. Pioniere, mediante i suoi famosi sprissombrete, nell’uso di sostanze psicotrope come chiave per aprire la mente all’esperienza poetica (naturalmente intesa in senso precipuamente dionisiaco); portavoce di rara intensità della sofferenza individuale elevata a metafora della condizione umana (si veda la notevole “el mal de gola”), Cjarlet Bodler fu questo, ma non solo. Molti lo considerano infatti un precursore delle mode e delle tendenze come le intendiamo oggi: la sua chioma fluente e ribelle, impastata dal salmastro (gli amici amavano definirlo “lercio caveòn”), costituì l’inarrivabile archetipo per i lirici della Scapigliatura. Autodidatta, visse tutta la vita a bordo della sua barca, scrivendo  rime struggenti su fogli per incartare il pesce. Sparì tra i flutti il 4 marzo 1909, durante una notte di burrasca: la mattina dopo il mare restituì solamente la cesta con le sue poesie. Felice intuizione, dunque, quella del primo curatore della silloge, che volle chiamarla “I fiori del mare”. 

In occasione del centenario della scomparsa di questo Autore dimenticato, vogliamo presentare uno dei suoi testi più significativi, la canzone L’abbrasso.

 

L’abbrasso

(dalla raccolta “I fiori del Mare”)

Ti, co quea boca

verta

che par te me ciami ancora,

come chea prima volta;

ti, che te agiti e te remeni

ta le me brassa,

più de come te fasevi

ta le onde schiumanti,

poco fa;

ti, che de l’ultima luse sospirando

al siel,

poi te cheti.

Te si’ morto, a la fin,

pesse maedeto: te vedarà,

stasera,

che bel brodeto!

                               (Cjarlèt Bodlèr)

Mentana e il Monoscopio

febbraio 24th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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Mentana simbolo di informazione libera? La sua cacciata dovuta alle trasmissioni dedicate a Di Pietro? Non so. Grandi differenze tra Matrix e Porta a Porta non le ho mai notate: anzi, mi è sempre parso che la trasmissione di Canale 5 si fosse semplicemente accodata alla scia di Vespa, cercando di superarlo sul suo stesso terreno. Alternanza tra temi pesanti e puntate “sceme”, pubblicità ai film di Natale e alle fiction di rete mascherate da approfondimenti sui temi più impensabili, molta cronaca nera e politica solo quando tocca. Dal punto di vista editoriale ipocrita equidistanza da qualsiasi tema, tendenza a sfruculiare su dettagli morbosi e acchiappa-audience,  domande banali e poco incisive ai politici invitati (tutti sempre e immancabilmente trattati con guanti bianchi). Se questo tipo di televisione può dar fastidio a qualcuno, questi potrà forse essere il telespettatore alla ricerca dell’approfondimento, non certo il Presidente di turno.  Altrimenti stiamo messi proprio male.

Dal Corriere di oggi:

Enrico Mentana non sa dire esattamente «cosa si è incrinato» nel rapporto con Mediaset ma ribadisce che per lui il suo Matrix era «uno spazio aperto» mentre a Mediaset «forse alcuni ospiti piacevano meno di altri» e «Di Pietro può essere stata la penultima goccia che ha fatto traboccare il vaso» prima dello scontro per la diretta sulla morte di Eluana: Mentana lo ha detto intervenendo alla puntata dell’Infedele di Gad Lerner, dedicata alla crisi del Pd.

La diretta sulla morte di Eluana io non la volevo (non volevo nemmeno il Grande Fratello, se è per questo). Ho trovato orribili le trasmissioni di Vespa e Fede, quella sera: se ne reggeva a stento qualche minuto. In certi momenti l’unico programma adeguato sarebbe il vecchio monoscopio:

monoscopio

Non potendo ragionevolmente spegnere una rete, apprezzo di più chi ha continuato con l’orrore quotidiano, invece di imbastirne seduta stante uno ancor peggiore e straordinario.

Buona e cattiva sorte

febbraio 17th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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vw-quadrifoglio_000 Quelli che lamentano la “giustizia ad orologeria” per la condanna di David Mills (il legale inglese che si è cuccato quattro anni e rotti per corruzione), in realtà ridono sotto i baffi: la disfatta di Cagliari, con la conseguente implosione del PD, maschera la portata di un evento potenzialmente dirompente per il nostro Silvietto. Perchè, Lodo Alfano o meno, la cosa sta così: l’avvocato Mills è stato riconosciuto  (in primo grado) colpevole di aver intascato 600000 dollari per fornire falsa testimonianza (a favore della difesa) in due processi a carico di Berlusconi.

La domanda banale del cui prodest porta ovviamente in una direzione assai chiara, gettando le ombre che deve gettare sulla figura che sappiamo. Nel consueto paese normale* quella  figura si sarebbe già fatta da parte, pur di non danneggiare la sua parte politica. Qui da noi, come è ovvio, niente: il solo sospetto di avere stuprato qualcuno ti vieta i domiciliari (ovvero ti condanna senza processo), mentre una sentenza di corruzione è una medaglia da appuntarsi al petto. 

Nulla sarebbe successo nemmeno se in Sardegna Soru fosse stato portato in trionfo per tutta la Costa Smeralda tra ali di folla plaudente e festosi sventolii di palme. Volete mettere, però, che rottura di scatole in meno: le dimissioni di Veltroni saranno la prima notizia di ogni TG per giorni, mentre il caso Mills scivolerà inesorabilmente tra le brevi.

 

*ok, è un’espressione che fa venire l’orticaria anche a me; altre non ne avevo, però. Perdonatemi.

Non è tempo per noi

febbraio 17th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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Mentre Soru cola a picco, e con lui anche il PD modello Unione (non basta più nemmeno raccattarsi i cespugli e non avere la Lega tra i piedi per battere la destra), io penso alle Ronde Padane.

A molti sembrano la panacea, la risposta al bisogno di sicurezza dei cittadini: una risposta gratuita, ovviamente –perchè non ci stanno i soldi per la polizia vera. Molti in buona fede, alcuni pensando di fare giustizia, qualcuno solo per smania di menar le mani: ora avranno tutti uno scopo, un motivo per passare qualche serata fuori casa credendosi utili alla collettività. In teoria dovrebbero solamente “presidiare il territorio”: bighellonare con torce e telefonini, avvisando le forze dell’ordine in caso di pericolo. Disarmati.

Finchè un giorno, incontrando un gruppo di soggetti poco raccomandabili e magari alticci, voleranno parole grosse, si passerà alle vie di fatto: chissà, uno di questi cittadini intraprendenti ci resterà secco. E come rifiutare, allora, la concessione di un’arma a questi prodi? Prima un piccolo spray urticante, poi un manganellino (“mò guardi, è leggerissimo; ci fa il solletico, ci fa!”), alla fine il revolverino…

L’amore di Gasparri

febbraio 14th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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Ecco l’unica persona del Pd che, al momento, voterei:

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Eccezionale, oggi, la battuta in tema di Testamento biologico:

"Io mi fido dell’amore di mia figlia, non mi fido dell’amore di Gasparri"

Bisognerebbe stamparla sulle magliette.

Tentazione del bene

febbraio 9th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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Vittorio Zucconi, dal suo blog:

 

Quando si agisce per sondaggi, per diversivi o per demagogia, la “difesa della vita” può diventare il giorno dopo “un’apologia della morte”, magari di fronte al prossimo “rumeno assassino” e alla conseguente collera popolare. Uno Stato che entra nel letto dei pazienti (o degli amanti) naturalmente “a fin di bene”, che è sempre stata la giustificazione di tutti gli orrori della storia e il fondamento di ogni totalitarismo, tende a non uscirne più, perchè questa, di essere invadente, è la natura di ogni Stato, se non viene fermato sulla soglia. Soltanto in Italia chi si proclama “liberale” può non vederlo. Questo, oltre il calvario di una famiglia, è ciò che in queste ore disperanti è in gioco anche per coloro che dicono di non avere opinioni sulla signorina Eluana Englaro e si credono fuori dalla tragedia. Non lo siamo.

 

Berlusconi dice che, al posto di Beppino Englaro, non “staccherebbe la spina” (espressione orrenda, ma forse appropriata): poichè egli è naturalmente giusto e virtuoso, il dubbio non gli appartiene.

Nessuno di noi può dire, in coscienza, cosa farebbe in una situazione del genere: il signor Englaro conosce sua figlia, da 17 anni soffre per lei. Io gli riconosco il diritto di decidere.  Casi come questi dovrebbero essere lasciati alla valutazione congiunta dei medici e dei familiari  del malato, quando non sia possibile accertare direttamente il volere di quest’ultimo. Ben venga il testamento biologico, comunque.

Per qualcuno la vita appartiene a Dio; per altri appartiene all’individuo che la sperimenta ogni giorno: è necessario rispettare entrambe queste posizioni.

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