Panorama italiano V

novembre 26th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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Novembre 2009 – IV settimana

 Una maggioranza solida, coesa e in armonia:screenshot.9

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Se lo dice lui:

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Le parole sono importanti:

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Che bello, quando c’è armonia in famiglia.

 

Chi nasce Rotondi: Palesemente in crisi di visibilità da quando la voce-zerbino del premier è divenuto il tonitruante Capezzone e preso alla sprovvista durante la sua non-pausa pranzo, il ministro (in) ombra Gianfranco Rotondi si è lanciato a magnificare le virtù corroboranti del digiuno a mezzodì: pazienza, i cali di zuccheri sono pericolosi per le menti più acute, figuriamoci per i Rotondi. Tutto sommato, poteva finire lì: bastava la dichiarazione-retromarcia che ne è seguita. Invece, la cosa ha iniziato a montare sempre più: abbiamo avuto pareri autorevoli di nutrizionisti che correttamente ricordano i rischi del digiuno e dichiarazioni varie di approvazione o di biasimo a favore di cronista da parte di sindacalisti e politicume vario. Così, Rotondi si è sentito in dovere di ritornare sulla faccenda e, con una nuova piroetta, quasi di proporre una sorta di via di mezzo (ah, le virtù del centrismo estremo!): beh, chi vuole la fa, chi non vuole potrebbe andare a casa un’ora prima (per stare con la famiglia, beninteso). A questo punto, il nostro prode politico era ormai tornato sulla cresta dell’onda: gli mancava solo un bel No-R day per potersi dire candidabile a più alti servigi. Bene, non ha dovuto aspettare granché.

Morta a Morta: Finalmente Brunone Vespa ha il suo nuovo giallo scabroso da propinarci quando la politica langue: la triste storia di Brenda, il transessuale morto nel suo appartamentino romano, ha tutte le carte in regola per essere il nuovo Cogne. Una vicenda strana, nata da uno scandalo sessuale la cui natura solletica la pruderie come mai prima; una morte improvvisa, ma in qualche modo annunciata e non ben chiarita; un mondo, il sottobosco della prostituzione maschile romana, che torna alle cronache come ai tempi di Pasolini. Torme di opinionisti e schiere di criminologi si stanno già riversando nelle redazioni dei principali “contenitori” pomeridiani e delle trasmissioni cosiddette di approfondimento della seconda serata raiset: non si segnalano ancora tafferugli, ma la crisi si sente anche in questo settore e gli animi rischiano di scaldarsi con niente, soprattutto perché gira voce che a molti non potrà essere rinnovata la collaborazione.

Il caso clinico della settimana: Per la serie “ordinanze di un certo livello,” come sempre i sindaci leghisti si distinguono per la levità di tocco. Questo cartello, posto nel territorio comunale di Varallo Val Sesia, tra le altre cose vieta l’attività a “vu’ cumpra’” e mendicanti.

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Insomma: morite pure di fame, ma fatelo tra le mura di casa.

 

Girare la frittata – Silvio elogia la sinistra

novembre 22nd, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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frittata_contadina Due anni fa, più o meno di questi tempi, nasceva la rivolta contro la Casta: politici spendaccioni e fannulloni, stipendi da favola e (apparentemente) inaccettabile assenteismo parlamentare. Da allora le cose non sono cambiate, ma le circostanze politiche lo sono profondamente: il Pdl si è trovato maggioranza in Parlamento e così la casta percepita è stata relegata a sinistra.

Anzi, amplificando e distorcendo alcuni dati di fatto e facendo leva su quel populismo che sempre premia* chi se ne fa per primo bandiera, ora la vera casta sarebbe quella dei dipendenti pubblici (ma anche dei giudici, dei giornalisti, dei nomadi, degli stranieri): se sei un impiegato e non vai a lavorare in quanto ammalato rischi di essere tacciato di “fannullone”.

Se invece sei parlamentare e salti ripetutamente il voto in aula ti becchi l’elogio di Berlusconi, perché non sei un “professionista della politica” come quei beceri della sinistra:

"Qualche volta manchiamo al voto ma solo perché non siamo professionisti della politica e funzionari di partito come quelli della sinistra. Siamo gente che lavora. […] Stare in Parlamento è davvero molto pesante. Si fanno sedute con tanti emendamenti alle leggi, ma questa è la democrazia ed è giusto che sia così. La maggioranza è molto solida e continueremo a governare per i prossimi tre anni e mezzo, intendiamo portare a termine responsabilmente il mandato assegnatoci dagli elettori".

L’etica del lavoro vale solo per farsi i propri affari, evidentemente. Prima di diventare un insulto, la professionalità era qualifica di merito; per quanto ni riguarda, ancora lo è. Dunque, ben vengano questi riconoscimenti per l’opposizione: ringraziamo Berlusconi.

 

*nel breve periodo, almeno: vedi appunto la parabola già discendente della polemica sulla Casta e la popolarità in calo delle iniziative di Grillo.

 

White Christmas (il catechismo del leghista)

novembre 20th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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Ora, mentre si trovavano in quel luogo,

si compirono per lei i giorni del parto.

Diede alla luce il suo figlio primogenito,

lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia,

perché non c’era posto per loro nell’albergo.

(Luca 2, 6-7)

Si avvicina il Natale, quelli della Lega han deciso di fare il presepe a modo loro (ma forse l’han confuso con Halloween):

L’amministrazione comunale di Coccaglio, nel Bresciano, poco meno di settemila abitanti, 1.500 stranieri, ha inaugurato l’operazione ‘White Christmas’: fino al 25 dicembre i vigili urbani andranno casa per casa a suonare il campanello di circa 400 extracomunitari, quelli che hanno il permesso di soggiorno scaduto da sei mesi e che devono aver avviato le pratiche per il rinnovo, "se non dimostrano di averlo fatto la loro residenza viene revocata d’ufficio", dice il sindaco Franco Claretti.

 

L’assessore alla sicurezza (saggio e teologo sopraffino, come si può ben vedere):

Natale non è la festa dell’accoglienza ma della tradizione cristiana

 

Bossi (non il figlio trota, il patriarca in persona):

"E’ sgradevole il nome ma il comune ha applicato la legge. Non c’era bisogno di chiamarla White Christmas, si poteva chiamare ‘Natale controllo della regolarita”. A volte anche la forma e’ sostanza”.

Non gli piace il nome, porello. E certo! Natale ormai evoca troppo il consumismo. In inglese, poi: fosse stato dialetto, magari…

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Dice: che vuoi aggiungere? Ne han parlato quasi tutti, quelli là son dei balenghi (pericolosi).

Io non aggiungo niente, in effetti. Per una volta vorrei lasciare il campo a uno che qualcosa ne sa e che potremmo definire “il diretto interessato”, insomma il Fondatore:

Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. 35Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, 36nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. 37Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? 38Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? 39E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? 40Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. 41

(Matteo 25, 34-40)

 

Metti una sera a casa Gheddafi

novembre 17th, 2009 § 1 comment § permalink

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Centinaia di modelle reclutate da una delle solite agenzie (hostessweb, nello specifico), con l’accortezza che siano giovani, carine e vestite in modo sobrio. Caricate su pullman (carri bestiame?) e portate a destinazione (no, non palazzo Grazioli, bensì l’ambasciata di Libia). Ricompensa: una cena-buffet, 60 euro di gettone, una copia del Corano e un incontro con il mitico Muammar Gheddafi.

 

«Cercan­si 500 ragazze piacevoli, tra i 18 e i 35 anni, alte almeno un me­tro e 70, ben vestite ma, rigoro­samente, non in minigonna o scollate», è stato il messaggio dell’agenzia, che ha offerto ad ognuna un «gettone» di 60 eu­ro. Per fare cosa? «L’obiettivo è avere alcuni scambi di opinione e donare omaggi libici», chiari­va la «lettera d’ingaggio».

 

Ma non si tratta di un festino: è l’ora di religione coranica in salsa libica. Un giorno una lectio magistralis, il giorno dopo un botta e risposta con il più famoso dei sosia di Micheal Jackson. Argomento unico: l’Islam.

Pensate all’invidia dei poveri docenti cattolici: costretti ad entrare in classi dove molti nemmeno li vorrebbero, ridotti a far la guardia ai crocifissi e a parlare di droga e castità a sbruffoncelli che intanto fanno i compiti per la lezione successiva. A casa Gheddafi invece si fa la fila per entrare e farsi indottrinare su diritti e doveri della donna musulmana e sulla necessità della conversione. Addirittura ci si affolla per il casting online come in un grande fratello islamico: pure con un certo successo, se è vero che molte delle invitate si sono dichiarate lusingate per l’opportunità ricevuta. Ogni cosa ormai è un happening, un evento mondano di cui gloriarsi al prossimo aperitivo.

Alcune perplessità assortite:

- ai fini di una completa parità di genere, c’è differenza tra provinare le escort regalando loro ciondolini a foggia di farfalla e indottrinare le hostess regalando loro il Corano?

- le donne più basse di 1.70, di oltre 35 anni o meno piacenti non sono degne di ascoltare le parole del Profeta?

- da 1 a 10, quanto debbo credere che tutta questa pagliacciata abbia come scopo il proselitismo religioso?

- non c’è una signora Gheddafi che possa scrivere una lettera ai giornali parlando di ciarpame senza pudore?

- …e una mamma Gheddafi, da avvertire della nefasta influenza che Silvio ha sul suo pargoletto libico?

 

Della Gioconda desnuda e di titolisti spericolati

novembre 17th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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Ci hanno ricamato sopra in tutte le salse, su quello stramaledetto sorriso (che magari era solo l’esito di una paralisi a frigore del facciale); ci hanno perfino appiccicato sopra la foto di Leonardo in persona, per vedere se combaciava (e vai di teorie psicotendenziose sull’omosessualità repressa).

Quando uno storico dell’arte si sveglia mal girato e svogliato, è la volta che pensa ad un libro sulla Gioconda: si mette di buona lena, trova un documento incredibilmente rimasto per secoli a far da fermaporta in una qualche biblioteca del Chiantishire, costruisce una nuova e mirabolante teoria –meglio se nel filone complottardo da seguace di Dan Brown (pensate cosa ci hanno tenuto nascosto fino ad oggi! E loro sapevano, sapevano tutto!). 

Siamo dunque qui a commentare un altro di questi studi, in attesa di sapere cosa ne pensano quelli di Voyager. La cosa è semplice e financo banale, nel suo squallore: uno di quei sordidi accidenti  familiari che soli immaginiamo possibili nelle pieghe più estreme delle faccende della dinastia Forrester, mentre evidentemente potevano accadere pure nella colta Firenze del Rinascimento.

E allora, signore e signori: il segreto indicibile della Gioconda è che aveva una gemella nuda! Ebbene sì, nuda!

Svergognata!

Leggete coi vostri occhi:

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Uh, ma chi l’avrebbe detto mai: una signora così per bene, così a modo. Con un portamento, poi! Mica come quell’altra spagnola senza pudore che piaceva tanto a Goya, la Maja: quella sì, tutta desnuda!

 

Ucci ucci, sento odor di Ghedinucci…

novembre 11th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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Ricetta del giorno:

Prendete una norma di apparente semplicità e condivisibile largamente, applicatela ad uno stato con le tasche sempre più vuote…voilà, la prescrision c’est là…

Il processo più breve è, a ben vedere, quello che non si celebra affatto: così, zero è la somma algebrica data dalla legge in discussione da oggi al senato sulla durata breve dei processi e dalla situazione della giustizia in Italia nel 2009. Vediamo perché.

Alacremente preparato questa notte (secondo Bonaiuti) da indefessi peones della maggioranza (visualizzate immagini di camicie spiegazzate e sudate, cestini ricolmi di mozziconi, fogli accartocciati e bicchierini da caffè), il provvedimento sul “processo breve” sarà in aula già oggi: spiace non rilevare la stessa rapidità (è di appena 24 ore fa l’incontro-rissa chiarificatore tra Berlusconi e Fini) per provvedere ai malati di SLA in sciopero della fame da giorni.

Comunque, il provvedimento stabilisce, per i reati la cui pena prevista sia inferiore ai 10 anni, che i tre gradi di giudizio non possano richiedere più di 6 anni: 2 per il primo grado, 2 per l’appello, 2 per la Cassazione. Tutto questo solo per gli incensurati: e già non si capisce perché uno dovrebbe aver diritto ad un processo più rapido solo in quanto non è mai stato condannato prima. In aggiunta non è stato chiarito da quando dovrebbero essere contati questi due anni: capite bene che se si trattasse di due anni a partire dall’apertura delle indagini, mai sarebbe possibile terminare un procedimento che sia uno (ucci, ucci, sento odor di Ghedinucci…).

L’obiezione naturale a questi rilievi me la faccio da solo: eh, ma i processi nel nostro paese durano troppo! Una norma che riduca i tempi tecnici ad una scadenza prefissata (ma non c’era già la prescrizione?) potrebbe servire a rendere più laboriosi i famigerati fannulloni tanto cari a Brunetta!

Giusto, almeno in teoria: ma qui entra in gioco la questione “Italia 2009”. Che poi è la questione delle nozze coi fichi secchi: va bene sveltire la burocrazia (senza renderla inefficiente più di ora, però), ma come pretendere di ottenere giudizi più rapidi semplicemente imponendoli? E chi paga i cancellieri, la carta, un aumento di magistrati per le sedi carenti? E come si pretende di informatizzare la pubblica amministrazione quando si negano investimenti per la banda larga? Immaginate: nel tribunale tutti in rete tra di loro, documenti pronti in un battibaleno, migliaia di fogli raccolti in un bel Pdf. Poi tocca mettere tutto in una chiavetta usb e chiamare Ciro il fattorino che la recapiti alla locale caserma dei carabinieri (o viceversa).

 

Panorama italiano III

novembre 10th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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Il futuro che non arriva: Tabacci lascia l’UDC? Di nuovo? E quando c’era rientrato, il figliuol prodigo? Io ero rimasto alla prima fuga, quella della “Rosa Bianca”. Stavolta andrebbe con Rutelli, il che lo porterebbe a ritornare, di nuovo ma da fuori, a Casini. Mentre Rutelli è uscito dal PD, ma del suo ex vuol rimanere amico per costruire un’alternativa al centrodestra: il che lo porterebbe a ritornare, di nuovo ma da fuori, a Bersani. Tutte queste manovre paiono patetici bisticci su chi trova il posto più al centro nel centro: mi dicono invece sia politica vera, quella alta e nobile. Chiedersi quali risultati concreti per il paese abbiano prodotto in questi ultimi anni le fibrillazioni anarco-centriche (che io ricordi, giusto la porcheria di legge con cui votiamo il parlamento) sarebbe fare un torto alla grande intelligenza politica di Casini e soci: loro guardano sempre oltre, al futuro. Che colpa ne hanno se il futuro non arriva mai?

 

I devoti di San Euro: Credo che Tremonti, nel chiuso della sua stanza più segreta, abbia un altarino con l’effigie di Romano Prodi che ostende la moneta unica: nei momenti tragici, è sempre San Euro a lanciare un salvagente al nostro paese. Ricordate l’incredibile sorpasso della settimana scorsa ai danni della perfida Albione? L’Italia “sesta potenza economica, sorpassata la Gran Bretagna”? Sembrava una fesseria, nevvero? Beh, si dà il caso che lo fosse.  Tutto è legato al fatto che il Pil inglese è espresso in sterline, quello italiano in Euro: la famigerata crisi ed il deprezzamento della moneta britannica sulla divisa europea hanno fatto il resto.  In quell’occasione, un Tremonti gongolante ha sentenziato che “il tempo è galantuomo”. Chissà se lo pensa ancora, dopo l’uscita dei dati sulla produzione industriale di settembre: Italia –5,3%, peggiore risultato da quando è iniziato il rilevamento di questo parametro.

 

A quando i cadaveri ammucchiati lungo la via? Non seguo la tg-soap Studio Aperto –beh, solo alle volte, per diletto masochista- ma, se conosco i miei polli, scommetto che han sostituito gli stucchevoli collegamenti sul meteo dalle grandi città italiane con analoghi bollettini sui morti dell’influenza suina. E’ un andazzo molto comune, intendiamoci: però per queste cose quelli di Italia 1 hanno una marcia in più. Pare incredibile, ma fanno meno notizia alluvioni e colate di fango che un po’ di gente a letto con la febbre.

 

Iniziative culturali: Fece storia televisiva, qualche anno fa, la serie di letture della Divina Commedia Gassman legge Dante. Visto che è il ministro della Cultura, Sandro Bondi non ha voluto essere da meno. Dal sito del PDL:

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Crucifige!Tutta ‘sta caciara per difendere “il crocifisso” nelle aule scolastiche è deprimente: sindaci che lo infilano dovunque (ai bagni pubblici sono già arrivati?), tabelle stradali che invece di segnalare gli ingorghi dipingono la croce, gente che vuole piazzare l’immagine del Papa al posto di quella di Napolitano. Poi vai a vedere e ti accorgi che i difensori dell’icona sacra sono quelli stessi che promuovono leggi per privare i senza tetto delle panchine, che vogliono “censire gli islamici,” che vorrebbero bombardare i migranti. Allora ti domandi se il Crocifisso sia più presente quando pubblicamente appeso al muro o quando nascosto (ma vivo) nel cuore delle persone. 

 

Panorama italiano II

novembre 4th, 2009 § 1 comment § permalink

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la settimana nel Belpaese

Notizie dalla cisalpina: Mentre le truppe progressiste, nascoste nelle loro ridotte tra i boschi, ancora attendono dispacci per capire chi saranno i nuovi capoccia locali, sulle spoglie della Gallia Cisalpina si fronteggiano –ormai quasi in campo aperto- i sedicenti alleati PDL e Lega. Apparentemente, terreno di scontro sono i fondi per la sicurezza: la Lega, forse risvegliata dal flop delle ronde, si è accorta (bontà sua: ma fino ad oggi dove stavi, Bobo?) dei tagli alle forze dell’ordine. Maroni minaccia quindi di votare con l’opposizione. In realtà si tratta di stabilire quale vessillo dovrà sventolare sulla pianura padana nei prossimi 5 anni: otterranno i leghisti di candidare Cota in Piemonte e Zaia in Veneto? Berlusconi riuscirà a dissuadere Galan dal farsi una lista tutta sua, che rimetterebbe clamorosamente in corsa il pur derelitto PD (alle regionali non c’è doppio turno)? Ecco tutto: è una questione di predominio nel territorio. Non a caso giunge l’ennesimo rinvio del vertice a tre che avrebbe dovuto sancire le candidature in vista delle regionali di marzo.

Il governo del (non) fare: Un tempo i biografi dei potenti si chiamavano Tacito o Plutarco: oggi abbiamo Bruno Vespa. Le ultime anticipazioni da questo ”Donne di cuori” che, quasi si vergognasse di venire alla luce, non esce mai  danno un Berlusconi sempre più voglioso di riforme che aumentino i poteri del presidente del consiglio: sarebbe molto interessante sapere cosa se ne farebbe, visto come non riesce a gestire nemmeno quel poco che ha (nonostante, in teoria, tutti gli alleati si dichiarino compatti come non mai). Mentre sui famosi problemi del paese le risposte latitano, sulle questioni marginali il centrodestra marcia unito: non toglieteci i crocifissi dalle aule (tanto cadranno da soli con l’intonaco, tra poco)! Toglieteci piuttosto posti di lavoro e borse di studio, che non protesteremo! Il cardinal Bertone ringrazia: per una volta con una battuta, invece che con le solite litanie sulla decadenza morale (“questa Europa del terzo millennio ci lascia solo le zucche delle feste recentemente ripetute e ci toglie i simboli più cari”).

Vacanze romane:  il Parlamento non può lavorare per “mancanza di copertura finanziaria”: è inutile legiferare, tanto non ci sono i soldi per mandare a regime le eventuali nuove norme. Quindi: Montecitorio è chiuso per fallimento.

L’arte di arrangiarsi: Aspettando le nuove carceri, costruite con le maestranze schiavizzate sul modello l’Aquila, ci si arrangia come si può per svuotare quelle attuali: la politica fa il suo con la prescrizione breve; le forze dell’ordine collaborano moltiplicando le misteriose cadute dalle scale; i detenuti si adeguano togliendosi di mezzo da soli.

 

 

Prehistorical Graffiti (l’informazione scientifica in Italia)

ottobre 30th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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valcamonica_5a Dall’ultimo numero (30 ottobre 3009 a.C.) di Prehistorical Graffiti, rivista di informazione e cultura rupestri, pubblicata su roccia a partire dall’ultimo Neolitico:

 

C’è ancora grande scalpore nel villaggio dopo lo strano pomeriggio di ieri. Uno stimato membro della comunità, il professor Kraniuth, aveva convocato nello spiazzo di fronte all’altare dei sacrifici tutta la popolazione, per mostrare una sua nuova scoperta: uno strano arnese di forma rotonda, di pietra (ça va sans dire), che faceva muovere sul terreno con la spinta delle braccia. Secondo Kraniuth questa cosa, che lui diceva aver chiamato “masso rotante”, sarebbe potuto servire in moltissimi modi diversi: addirittura  per il trasporto di persone. La gente raccolta per l’evento era divisa: alcuni trovavano l’idea molto originale e innovativa, ma altri ponevano dei dubbi. Ad un certo punto, dalla sua spelonca, è uscito come una furia Mink-Hion, lo stregone, urlando come un ossesso che quel nuovo strumento sarebbe stato la fine del nostro villaggio. “Ma come” – ha attaccato – “non vi ricordate cos’è successo quando Kraniuth se n’è uscito con quell’arnese a punta?” “Beh” –ha risposto qualcuno- “ora possiamo cacciare più animali e mangiamo di più.” “Però” – ha aggiunto un altro – “c’è stata un’impennata di furti a mano armata nelle grotte!” “Appunto –ha allora rincarato la dose Mink-Hion- “queste invenzioni portano scompiglio e depravazione! Vedrete poi, quando tutti avranno uno di questi arnesi rotanti,  quanti ci resteranno schiacciati sotto! E pensate al rumore e al traffico, qui nella piazza, se molti se ne usciranno tutti insieme sul loro masso rotante!” A queste parole, la gente del villaggio rimase sulle prime stranita e dubbiosa: poi, però, il grande prestigio dello stregone ebbe la meglio e tutti chiesero a Kraniuth di far scomparire per sempre quell’arma maledetta.

(Skrib-Ak-Kin per Prehistorical Graffiti, 30 ottobre 3009)

 

Lo stato dell’informazione scientifica in Italia è più o meno fermo all’età della pietra. A partire dalle vicende dell’influenza suina, di cui tutti i giornali si occupano senza capirci niente, al modo con cui è stato trattato il resoconto dell’articolo apparso su Nature che prospetta la possibilità di ottenere gameti da cellule staminali (per ora embrionali, presto si spera da cellule della pelle). Secondo i nostri giornali, si stanno per fabbricare (letteralmente!) figli senza padre nè madre.

Ora, basterebbe ricordare che si parla di cellule germinali, di gameti (spermatozoi, quelli con la codina; e ovociti, quelli grossi e tondi): ovvero dei precursori dello zigote, la cellula fecondata dalle cui divisioni origina l’embrione. Quindi niente bambini artificiali, semmai gameti. Inoltre, queste cellule progenitrici da qualcuno dovranno pur essere ottenute: quindi, niente bambini senza genitori.

Ulteriori studi potrebbero garantire, in un futuro non credo così vicino, dei figli propri a coppie altrimenti sterili. Questo è quanto, depurato delle teorie e dalle accuse di deriva culturale che vengono perfino da genetisti di rango come Dallapiccola (il quale stravolge, per ragioni sue di fede, la ricerca di Nature).

 

 

Forse trovate questo pezzo anche qui su Metilparaben.

Panorama italiano

ottobre 29th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink

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Cosa succede in Italia? Qual è lo stato di salute del nostro paese? Viaggiamo verso una stentata ripresa o siamo ancora nel pantano della crisi? E pioggiachi ci governa sa quel che fa? A queste domande io non so rispondere, posso al massimo segnalare alcuni fatti emblematici.

 

 

La polizia scende in piazza contro i tagli del governo, la Brunetta e le ronde -che, per inciso, raccolgono pochi volontari: sarà colpa del freddo, forse non immaginavano che a presidiare il territorio tocca andarci anche sotto la neve.

I carabinieri, più creativi, cercano di raggranellare soldi per le volanti con mezzi spicci e contributi non del tutto volontari: hanno imparato da Corona, il quale infatti si è un po’ risentito e avrebbe voluto almeno i diritti sul metodo.

Berlusconi si è cuccato la scarlattina: ci dicono una forma lieve, ma deve avere una febbre ben alta per essere intervenuto a Ballarò ancora sui giudici comunisti (il comunista di questa volta ha condannato Mills ieri, ma due anni fa aveva assolto Silvio sulla faccenda Sme).

Irap giù, Irap su: non appena tornati tutti amiconi con Tremonti, sembrava fatta per l’abolizione dell’odiata tassa. Ora il ministero dell’Economia fa sapere che non ci sono i soldi. Nuovo pellegrinaggio ad Arcore in vista.

La riforma dell’Università si farà con i fondi ottenuti grazie allo scudo fiscale: per dire quanto ci contino, alla riuscita della cosa. Senza contare che due settimane fa Tremonti sosteneva una cosa differente: «I fondi dello scudo fiscale saranno destinati innanzitutto a finanziare il 5 per mille»(ovvero il no profit).

Perfino il Corriere ha notato che all’Aquila la ricostruzione del centro storico non è mai iniziata: Bruno Vespa busserà a Palazzo Chigi per chiederne conto?

A proposito di Bruno Vespa: in questi giorni, dalle “anticipazioni” sul suo ennesimo ultimo libro, abbiamo appreso nell’ordine: che Rutelli lascia il PD; che Veltroni ritiene un suicidio il “rifluire nel socialismo”; che Bersani pretende un rapporto civile con Berlusconi; che lo stesso Berlusconi non vuole elezioni anticipate nel Lazio.  Neanche Nostradamus sarebbe stato in grado di prevedere i fatti con tanta lungimiranza: chissà se nel libro ci trovo anche l’anticipazione sui numeri del superenalotto della settimana prossima.

 

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