luglio 14th, 2010 § § permalink
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Da sempre, uno degli argomenti preferiti da chi argomenti non ha è cambiare le carte in tavola, trasformando l’oggetto del contendere in una scelta tra bianco e nero, una falsa dicotomia per cui esisterebbero due sole posizioni possibili, senza sfumature: un esempio eclatante è quanto avvenuto nel 2003 con l’invasione americana dell’Iraq, quando alcuni media ed il governo di allora sostennero che non approvare l’intervento armato contro Saddam sarebbe stato equivalente a schierarsi con il dittatore di Baghdad.
Allo stesso modo, ora chi si oppone alla legge bavaglio sulle intercettazioni viene accusato di volere uno stato di polizia, in cui la vita privata di ciascuno è costantemente “attenzionata” dalle lunghe orecchie delle forze dell’ordine, come se non fosse possibile un compromesso tra le esigenze di tutela della privacy e quelle di investigazione e informazione.
Più in generale, poi, nell’Italia di oggi ogni critica (anche le più Fini e sfumate), diventano un attentato al Paese intero (laddove per paese si intende, comunque, un sol uomo ): ecco allora la famosa accusa di essere “anti-italiani” e di “sfascismo ideologico”.
Non stupisce dunque che il ministro per la Nautica da diporto degli Esteri Frattini, dopo la sorpresa e lo sconcerto (forse colto alla sprovvista, con il suo natante, a spasso in qualche mare esotico) per la presa di posizione ONU contro la medesima legge bavaglio, non riesca a rabberciare una difesa migliore delle solite frasi vuote e sprezzanti riservate alle critiche “interne”: invitare il massimo organismo internazionale a “leggersi il provvedimento” (tralasciando la trivialità non certo da diplomatico dell’espressione) e puntualizzare con un pleonastico “il parlamento è sovrano” che –in sostanza- il governo italiano se ne frega, fa pensare alla tracotanza e ai modi dell’Iran o della Corea del Nord, non certo ad uno stato liberale. Il fatto è che esercitare la democrazia esige un po’ di umiltà, perbacco: anche oggi (per non tornare a fatti vetusti come le leggi razziali) ci sono parlamenti e governi “sovrani” e pienamente legittimati che, in nome di una supposta esclusiva sulla “volontà popolare” promulgano leggi antilibertarie e contrarie alla carta dei diritti dell’uomo.
giugno 29th, 2010 § Commenti disabilitati § permalink
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Dell’Utri condannato in appello a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa (rispetto al primo grado, pena ridotta di 2 anni per la non sussistenza delle accuse per i fatti dopo il 1992) e poco ci manca che ritornino fuori i famosi “cannoli” di Cuffaro (ma sono certo che una bottiglietta di spumante se la siano aperta, dietro le quinte): gli avvocati difensori cantano vittoria, l’imputato ride e scherza in conferenza stampa, ribadisce di considerare Mangano “il mio eroe” per essere morto omertoso e si vanta come artefice della strategia berlusconiana di avvalersi, durante i processi, della facoltà di non rispondere (legittima finché si vuole, ma non eticamente accettabile da parte di un politico).
In sostanza, una condanna per aver brigato con la mafia allo scopo (quanto meno) di proteggere e favorire Berlusconi e le sue aziende, sembra a Dell’Utri e a molti del Pdl una bagatella da ragazzetti, di quelli che imbrattano i muri con lo spray (anzi, qualcosa di meno grave, visto con che dispiegamento di forze gli stessi personaggi si scagliano contro i vandali metropolitani).
Un po’ come se uno si rallegrasse perché pure se è stato riconosciuto colpevole di aver ucciso una vecchietta, è stato assolto dall’accusa di averle rubato la borsetta.
giugno 24th, 2010 § § permalink
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Ora, va bene che in tempo di crisi non si butta via niente, che un governo cialtrone può essere meglio di nessun governo, che nel campo dell’opposizione si gioca come la nazionale italiana contro la Slovacchia, che non si può andare a votare ogni anno; va bene tutto, ma quanto a fondo dobbiamo andare ancora, quanto in basso dobbiamo scendere, prima che, non dico la gente per strada, ma quanto meno i sondaggi facciano una grossa pernacchia all’indirizzo di questo Berlusconi IV?
Solo oggi, dai giornali:
- Aldo Brancher, uno la cui semplice biografia dovrebbe essere suffciente a sconsigliarne qualsiasi impiego in ambito pubblico, fedelissimo del nostro premier, nominato “casualmente” solo una settimana fa ministro per il federalismo (carica doppione di quella di Bossi e pure di quella di Fitto), si avvale del legittimo impedimento in un processo che – sempre “casualmente”- vede oggi l’inizio del suo iter
- come rivelato dall’ottimo Fabrizio Gatti, nei fondali dell’arcipelago della Maddalena ci stanno rifiuti tossici in quantità: i lavori di bonifica, eseguiti (eseguiti?) in occasione del G8 poi spostato a L’Aquila, sono stati affidati dall’onnipresente Guido Bertolaso all’ormai famigerato cognato
- per protesta contro i gravi ritardi nella ricostruzione e negli stanziamenti del denaro necessario, il consiglio comunale de L’Aquila si è svolto a Roma, all’aperto, di fronte al Senato; negli stessi momenti, Silvio Berlusconi difende il sindaco di Palermo, che non avrebbe colpa alcuna (“Conosco da lungo tempo il sindaco Cammarata e so che è persona capace e responsabile. So che in ogni cosa mette impegno e passione, ma so anche che, come succede a tutti i suoi colleghi sindaci, non tutto dipende dalla sua capacità, dalle sue azioni, mentre tutti sono pronti sempre a chiedergliene il conto”) se la sua città è costantemente sommersa dai rifiuti (nonostante i cospicui e continui aumenti della Tarsu e gli interventi economici del governo)
- ieri era il ritorno dell’Ici (mascherata però da Imu, imposta unica sugli immobili: almeno salviamo la faccia, no?), oggi è la minaccia delle Regioni di restituire le proporie competenze allo Stato, se nella manovra correttiva (la crisi non c’è, ricordate? è solo un’invenzione della sinistra!) permarranno i drammatici tagli a enti locali e spesa sociale (un solo esempio, il blocco del turn-over in sanità: per ogni 5 sanitari che vanno in pensione, se ne potrà assumere solo 1, con il conseguente aumento degli straordinari per il personale rimasto e lo scontato peggioramento dell’assistenza ai malati): il gioco di dirottare il peso dei sacrifici economici (e quindi l’inevitabile scontento popolare da questi derivante) tutto sule amministrazioni locali è sempre più evidente e smaccato
Potrei continuare ancora, ma credo basti così. O forse no?
giugno 15th, 2010 § Commenti disabilitati § permalink
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Estate, tempo di mondiali, anche la politica ed il dibattito pubblico si adeguano al clima balneare: il debito pubblico avanza inesorabile (è di ieri l’annuncio del nuovo guinness), ma dalle parti del PDL si pensa solo alle intercettazioni. E’ che forse siamo miopi noi, a credere altre le priorità del momento, mentre dovremmo lasciarci condurre dalla guida esperta dell’astuto Tremonti, il quale ha escogitato un piano sottile e diabolico: se ci pensate, infatti, limitare drasticamente le intercettazioni significa ridurre il potere di indagine degli inquirenti; il che porta, a saper guardare bene, almeno due ordini di vantaggi per l’economia italiana.
Innanzitutto, visto che diventerà più difficile perseguire molti reati, sarà necessario impiegare meno personale nel contrasto al crimine organizzato ed economico (che spreco!), con la possibilità di aumentare (a costo zero!) le risorse (umane e finanziarie) per debellare la vera emergenza del Paese, quella piaga che ogni giorno affligge noi cittadini operosi dell’opulenta Italia: la pletora di ambulanti abusivi e di queruli questuanti che infestano le nostre città e le nostre spiagge (leggetevi le cronache locali da quaggiù, si parla solo di questi argomenti) e fanno tanto sanguinare il cuore ai leghisti tutti ordine e disciplina.
In secondo luogo, meno reati perseguiti significa meno processi da istruire, quindi meno magistrati da stipendiare e –più in generale- meno spese per la giustizia: chissà, si potrebbe perfino arrivare ad affittare qualche aula di tribunale per aprirvi un bel centro commerciale (vedete, perfino un volano per l’economia in ristagno).
Insomma, forse la maggiore priorità in Italia è far approvare la nuova disciplina sulle intercettazioni, davvero una panacea per risanare il bilancio dello stato: stolto Fini che pare non averlo capito. Per fortuna, come amano dire dalle parti di Pontida e di Arcore, i cittadini sono con noi.
giugno 11th, 2010 § § permalink
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Giornata di falli di frustrazione, quella di ieri: l‘IDV che occupa i banchi del governo, il PD che lascia l‘aula prima del voto, un gruppo di impavidi che disperatamente cerca di incantare il premier, andando a leggergli la Costituzione sotto il balcone di casa (chissà, magari l’avrà presa come una serenata d‘amore). All‘atto pratico, 3-0 per il cavaliere: un goal all‘opposizione, un goal alla sedicente minoranza interna al Pdl, un goal all‘Italia intera. Difatti, di questi giorni di proteste vibranti resterà solamente il voto compatto del Senato alla cosiddetta “legge bavaglio“, contro la quale si è schierata la stampa tutta (a parte, forse, Minzolini: ma per sapere cosa ne pensa, bisognerebbe sciropparsi il tg1, ed io ne sono felicemente digiuno da almeno un anno, ormai), persino quei noti bolscevichi di Sky (listato a lutto, per l’occasione, il canale all news del gruppo Murdoch). Della ribellione dei finiani, buoni solo a pestare i piedi invano, resta appena qualche distinguo e un accenno di possibili modifiche nel corso della prossima e ultima lettura del provvedimento, a Montecitorio: immagino non se ne farà nulla, visto come il grande capo ha sentenziato l’altro giorno. Tanto tuonò, che piovve, insomma.
Beh, per uno che lamenta ogni cinque minuti di non avere alcun potere reale, non c‘è male: pensa se potesse fare sul serio quel che gli pare.
Nel frattempo, non fai in tempo ad aprire il sito di uno dei grandi quotidiani nazionali, che lo trovi incorniciato da pervasivi e fastidiosissimi spot: le notizie sono compresse da un tripudio di colori, annunci e variegati cosini animati che svolazzano da una parte all‘altra dello schermo; ultimamente, la home page di repubblica è stata rimpicciolita, peggiorandone decisamente la visione, e ciò di certo per incrementare lo spazio a tali nuove forme di pubblicità. Questo per dire quanto bene stiano le imprese editoriali: dubito potrebbero sobbarcarsi le multe salatissime previste dalla nuova normativa.
Quindi, gente, sursum corda: un altro giorno radioso sta per sorgere nel paese di Silvioland, dove tutto va come deve andare e, nonostante si sia sempre tutti indignati, al prossimo turno ci precipiteremo ancora in massa a votare per il sire di Arcore.
giugno 4th, 2010 § § permalink
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Il Tremonti visto ieri sera a Ballarò mi è sembrato un Mourinho senza la Champions League: tanta arroganza, poca concretezza. Particolarmente petulante e fastidioso, ha svolto un unico tema, abilmente svicolando da ogni argomento difficile per sè e per il governo: certo, abbiamo dovuto fare una manovra correttiva dei conti pubblici, ma l’ha fatta tutta l’Europa e comunque noi abbiamo tagliato solamente rami secchi. Peccato che molti dei rami secchi siano invece vitali e portino anche bei soldini al nostro paese (vedi l’ Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste, inizialmente cancellato e tuttora in bilico; oppure l’Insean, i cui rappresentanti erano presenti ad Anno Zero): ma che importa, per Tremonti era tutto un “abbiamo tolto un po’ di auto blu e un po’ di poltrone”. Ovvio che, contro argomenti di questo genere, nessuno possa controbattere senza essere poi accusato di volere difendere le famose “caste”: cosa che è puntualmente avvenuta, travolgendo il povero Bersani nel turbine del populismo di governo. Come un disco rotto, il professor Tremonti accusava l’opposizione di essere “l’unica in Europa” a non appoggiare la manovra del proprio paese, con Bersani costretto -ogni volta- a ripartire da zero, a rispiegare che il PD riconosce la necessità di intervenire nel solco di quanto deciso a Bruxelles, ma non può consentire gli ennesimi tagli a Sanità, Scuola ed enti locali. Contro frasi vuote, ma semplici, veloci e beffarde, quali quelle adoperate da Tremonti, i ragionamenti ampi, articolati e di buon senso temo suonino politichese: e si sa, l’italiano odia il politichese (non sempre a ragione).
Spiace notare che, in questo nostro tempo (ma forse è sempre stato così), anche la politica è trattata come una qualsiasi merce: non importa se hai ragione o torto, basta che tu sappia piazzare la tua aspirapolvere. Poi, se questa non funziona, il tuo incauto acquirente lo scoprirà solamente dopo averti firmato una montagna di cambiali e averti salutato sorridente dall’uscio di casa (“sembrava così onesto e preparato, sapeva tutto della sua macchina…peccato si sia dimenticato di menzionare il fatto che il motore non era compreso nell’offerta!”).
maggio 28th, 2010 § Commenti disabilitati § permalink
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Io credo, in fin dei conti, che ieri Berlusconi fosse in buona fede, quando si è lasciato andare alla raggelante battuta su Mussolini e i gerarchi:
“Chi è nella posizione di capo del governo di potere vero non ne ha praticamente nulla. […] Oso citarvi una frase di colui che era ritenuto un grande e potente dittatore, e cioè Benito Mussolini. Nei suoi diari ho letto recentemente questa frase: "dicono che ho potere, non è vero, forse ce l’hanno i gerarchi ma non lo so. Io so che posso solo ordinare al mio cavallo di andare a destra o di andare a sinistra e di questo devo essere contento". Quindi il potere, se esiste, non esiste addosso a coloro che reggono le sorti dei governi dei vari Paesi.”
[Mode Francesco Alberoni ON]
E’ un po’ il problema di tutti i narcisisti: ogni giorno si guardano allo specchio e si trovano più belli (oppure si asfaltano la pelata e la faccia per convincersene). Vanno in ufficio e notano quanto sono bravi, come spiccano rispetto alla mediocrità dei colleghi. Sanno che il loro capo non vale niente, loro sarebbero capaci di fare molto di più in meno tempo. Se qualcuno li coglie in fallo, non si capacitano di poter sbagliare: anzi -si rincuorano subito- non è stato loro l’errore, ma sempre di altri che non hanno capito o sono in malafede. Magari alle regole ci credono, sempre però finché si applicano agli altri: per loro vale un codice differente, perché sono più bravi.
[Mode Francesco Alberoni OFF]
Tornando a noi (a lui): Berlusconi non mira a fare il dittatore, ma –qualora richiesto- temo non avrebbe il cuore di rifiutare. Come è convinto che sia verità quanto afferma dicendo che, con lui allenatore del Milan, la squadra avrebbe vinto il campionato, così pure crede (a modo suo, ovviamente) nella democrazia e nel valore della libertà (mai parola fu più svuotata di significato, di questi tempi). Purtuttavia, se a chiedergli di fare un passo avanti fosse se stesso, potrebbe magari consentire un’eccezione: “uno così bravo, dove lo trovo,” si direbbe, “Non posso lasciarmelo scappare!” E resterebbe ancora convinto di sacrificarsi “per il bene del paese.”
aprile 22nd, 2010 § Commenti disabilitati § permalink
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Dunque, a furor di popolo (e giustamente, temo), la Campania si è ribellata al “malgoverno della sinistra”, da almeno due anni incarnato da quel Bassolino che (pur sempre a furor di popolo) aveva promesso il nuovo rinascimento napoletano e s’è invece fermato ancora un po’ nel medioevo partenopeo.
Ora il nuovo governatore del Pdl, Caldoro, si è appena insediato e certo non si cambia una situazione così difficile in un mese; nondimeno è lecito attendersi, dalla nuova giunta campana, una prima serie di provvedimenti, magari anche simbolici, di innovazione e discontinuità con quelle pratiche di politica di clientele, spesso prona al malaffare, che tutti (a parole) dichiarano come un disco rotto di voler combattere.
Infatti. Appunto. Già.
Questa settimana il governo del nostro strano paese varerà un provvedimento, in linea con quanto richiesto proprio da Caldoro, per sospendere le demolizioni abusive in Campania –naturalmente in vista di un prossimo condono.
Complimenti. Ci toccherà rivalutare Bassolino fin da subito (pensavo di poter attendere almeno due o tre anni), che almeno a provvedimenti di questo tipo si è a lungo opposto.
Ci si sente alla prossima frana, quando sarà tutto un domandarsi “e lo Stato, dov’era? Ma com’è stato possibile costruire abitazioni dentro il cratere del vulcano/sopra un terreno argilloso/nel letto di un fiume in secca etc.etc…” “Eh, signora mia, è colpa di quelli che c’erano prima! Dei ladri della prima repubblica! Degli imperatori romani che hanno permesso di costruire Pompei ed Ercolano sulle pendici del Vesuvio! Ma ora ci siamo noi: Mai più! Mai più! Statene certi…non vi abbiamo ripulito noi dalla monnezza di Bassolino?”
aprile 13th, 2010 § Commenti disabilitati § permalink
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«Il progetto che stavo per mettere in atto lo portavo in me già da lungo tempo. La sua origine rimontava ai miei anni di studentato. Mi riusciva incomprensibile che io potessi vivere una vita fortunata, mentre vedevo intorno a me così tanti uomini afflitti da ansie e dolori [...] Mi aggrediva il pensiero che questa fortuna non fosse una cosa ovvia, ma che dovessi dare qualcosa in cambio [...] Quando mi annunciai come studente al professor Fehling, allora decano della Facoltà di Medicina, egli avrebbe preferito spedirmi dai suoi colleghi di psichiatria»
Albert Schweitzer
Da bambino, pensavo alla professione del medico come a quella del missionario: mi sembrava impossibile, una volta conseguita la laurea, non partire -per due o tre anni almeno- alla volta di una qualche struttura pericolante nel cuore dell’Africa. Il mio ideale era Albert Schweitzer: nato musicista, divenuto sacerdote, poi medico nel villaggio africano di Lambarenè. Nobel per la pace, ma di quelli veri. Se pure gli anni mi hanno fatto capire di non essere capace di tanta abnegazione e spirito di sacrificio, nondimeno rimango dell’idea che una vita spesa per gli altri sia la massima realizzazione dell’essere umano. In questo senso, Gino Strada è un esempio per tutti, al di là di ciò che possiamo pensare delle sue idee politiche.
Invece, dalle parti de “il Giornale” non amano molto le sottigliezze del pensiero critico. Dalla prima pagina di oggi:
Strada e gli appartenenti ad Emergency avversano ogni forma di guerra: per questo criticano ugualmente sia i governi occidentali che si sono imbarcati nel conflitto in Afghanistan che i talebani, i quali per anni hanno martoriato la popolazione del paese. Per Feltri questa posizione non è concepibile: se critichi le “guerre giuste” sei automaticamente un terrorista. Oppure un pirla (come ebbe a dire Farina anche del povero Enzo Baldoni), a farti arrestare o rapire mentre cerchi di aiutare le vittime di un conflitto armato: perché, insomma, ma chi te lo fa fare? Questi ti sparano addosso e tu continui a curarli gratuitamente? Continui a porger loro l’altra guancia? Devi essere proprio un pirla, veh: te lo diciamo ben noi, unici veri depositari dei valori cristiani, che di andare a rischiare la nostra pellaccia per quelli là non ci attraversa il cervello nemmeno l’idea.
C’è stato, qualche anno fa, un celeberrimo presidente del consiglio di un paese mediterraneo il quale si spinse ad affermare che i magistrati sono “antropologicamente diversi” dal resto della razza umana. Ora, io vorrei poter dire lo stesso di coloro che sul quotidiano di Feltri scrivono cose come quelle odierne: purtroppo, sono ben consapevole invece del fatto che siamo tutti antropologicamente identici. La meschinità è merce di cui ognuno di noi è ben fornito: alcuni, però, evidentemente sentono di esserne più ricchi e, con molta generosità, non si fanno specie di regalarne un po’ al prossimo. La qual cosa mi mette ancor più tristezza e mi costringe a dubitare della bontà del creato.
aprile 2nd, 2010 § § permalink
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È fosco l’aere,
il cielo è muto;
ed io sul tacito
veron seduto,
in solitaria
malinconia
ti guardo e lagrimo,
Venezia mia !
(Arnaldo Fusinato, L’ultima ora di Venezia)
Allora, ricapitolando. Il PD ha perso le elezioni, noi abbiamo perso le elezioni: le abbiamo perse alla grande. Abbiamo perso tutto quello che era umanamente perdibile: ci siamo tenuti giusto la Puglia, Venezia e poco altro. Certo, si resta forti laddove forti si era già, ma si sprofonda in tutto il resto del paese. Qualcuno ci vede un’inversione di tendenza, perché gli pare che l’anno scorso si stesse peggio. Qualche altro si frega le mani perché il PDL nel nord arretra di fronte ai fazzoletti verdi.
Ecco, in tutto questo a me basterebbe uno dei nostri dirigenti che si alzasse a dire una cosa così, più o meno:
“Sì, è vero, è andata malissimo. Siamo ancora un cantiere in pieno restauro, non abbiamo tv a disposizione, non riusciamo a far capire alla gente che certe inchieste e certi giornali non li pilotiamo noi: comunque non ci sono scusanti.
Per questo ora è giunto il momento di lasciare vuote le comode poltrone di Bruno Vespa, la docile platea di Ballarò, le imbelli inquadrature dei tg. Non ci vedrete più a battibeccare sul colore del cielo e su quanta pioggia ci sta per scrosciare addosso: scenderemo tutti i giorni per le strade (non in piazza), a cercare di parlare con la gente ai mercati e nelle case. Ci metteremo seduti nel vostro salotto, al tavolino del vostro bar di fiducia, in oratorio, negli ospedali: staremo lì con voi, con calma e tanto tempo da perdere. Smetteremo di imbastirvi le solite risposte, finché non avremo prima sentito e poi a sufficienza meditato le vostre domande.
Cercheremo persino di ascoltare. Sì, vi sembra incredibile, lo sappiamo: ma vi ascolteremo, sul serio. Perderete la voce a furia di raccontarci i vostri casi; avremo le orecchie che fischiano e la testa che ronza, ma non ci alzeremo finché non avrete finito. Ah, e ci scriveremo tutto su di un quadernino: consumeremo i fogli, la vista e le penne pur di scrivere tutto quel che andrete dicendo. Saremo più silenziosi del vostro parroco, più comprensivi del vostro medico, più curiosi del vostro barbiere. Niente andrà perduto: nessuna delle vostre preoccupazioni, nessuno dei vostri tormenti. Allora, forse, potrete crederci e, chissà, anche votarci.”
Magari è fantascienza; probabilmente è politica.
Venezia ! L’ultima
ora è venuta;
illustre martire,
tu sei perduta …
Il morbo infuria,
il pan ti manca,
sul ponte sventola
bandiera bianca !