settembre 11th, 2009 § § permalink
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Probabilmente ci si rende impopolari a scriverlo (tra i cosiddetti italiani, perchè tra i quattro lettori di queste paginette potrei ottenere la ola), ma non importa: il principale problema di questo paese è Silvio Berlusconi (ma va?). Persino in Italia e persino nel centrodestra, qualsiasi altro politico con certe frequentazioni equivoche (paramafiose, in primis; peripatetiche, in secundis) e certe dichiarazioni neroniane sarebbe caduto, da tempo e giustamente, per “fuoco amico.” Non parliamo poi di un Prodi o di un Veltroni: sai la gara, nel Pd, a chi arriva primo al trono per rovesciarlo!
Senza Berlusconi, finalmente si potrebbe parlare in maniera libera dello stato dell’Informazione: sono convinto che anche nel Pdl si sappia che la Rai non può continuare ad esistere così com’è. Che sia necessario ridurre il numero delle reti, cambiare il sistema di nomina del Consiglio di Amministrazione, aprire ad altri soggetti con nuove concessioni. Una circolazione maggiore delle idee ci renderebbe più equilibrati nelle valutazioni e aperti al cambiamento; credo anche ridurrebbe la cortina fumogena che oggi grava sui fatti del nostro paese.
Ma Silvio resta lì. E’ la popolarità tra la gente a salvarlo? In parte, forse. Sono le televisioni che possiede per dritto o per storto? Certamente, ma non solo. Meglio: le televisioni ne sono braccio armato e conseguenza, ma l’origine di questa straordinaria longevità politica sta (ovvio, lo so) nei danè. Un immenso cumulo di soldi profusi per il Pdl: ad un buffet così ricco, chi non vorrebbe prender parte? Come potrebbe questo partito finto, di cartone, tenuto insieme solo col cerone stantio del suo leader, sopravvivere al creatore? Un agglomerato di soggetti senza una linea politica, che ondeggia al vento dell’opportunismo di giornata (oggi bisogna compiacere la Chiesa, domani Dell’Utri, poi chissà chi altro), al cui cospetto le fibrillazioni del Pd sono almeno un segno di vitalità?
Per quanto il padrone di casa sia solito picchiare figli e consorte, sporcare a bella posta i pavimenti appena puliti, apostrofare i vicini a male parole quando chiedono di abbassare il volume della Tv alle 3 di mattina, se questi è l’unico che porta a casa uno stipendio, la moglie resterà con lui. Magari lo difenderà pure con le amiche, quando riesce a vederle. Non aspettiamoci che Silvio cada, non ci sono Bruto all’orizzonte.
settembre 7th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink
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Capita, ai medici, di montarsi la testa. Passi un giorno in corridoio, saluti un compagno di studi che ti risponde allegro; magari lo fermi, gli chiedi come procedono gli esami e i tirocini. In capo a qualche qualche giorno lo incontri di nuovo, ma lo saluti appena; qualche mese dopo, terzo incontro: circondato da altri camici bianchi ed ammantato della tuta verde da chirurgo, nemmeno ti accorgi di lui. E questi ci resta male. Si chiede: gli avrò fatto uno sgarbo? Non gli ho prestato gli appunti? Gli ho soffiato l’ultima brioche al bar? Piano piano, man mano che i capelli gli si imbiancano, capisce l’arcano: è il naturale processo di decadimento biologico dello studente di Medicina. Non capita a tutti, ma spesso avviene. Il primo passo è la laurea: saltato il fosso, improvvisamente i colleghi universitari diventano “gli studenti”. Cammini 30 cm al di sopra di loro, fraternizzi ancora solamente per necessità (quando entrano, timorosi e con il camice sgualcito, nel reparto cui sei assegnato, li accogli col sorriso di quello che ce l’ha fatta e ti diverti a mostrare loro i casi più strani, ammiccando alla caposala che appena sa chi sei). Il secondo passo è quello dell’ingresso nella Scuola di Specialità: allora gli studenti li scansi proprio e li guardi come fossero beoti scansafatiche; quando li scorgi entrare in reparto corri a nasconderti nel primo bagno disponibile, per non doverli condurre a visitare i tuoi pochi pazienti agonizzanti.
Immaginate quindi la boria quando giungi alla cima e puoi comprarti la targa con la scritta Specialista. Alla fine niente di strano se ti chiamano Padreterno (“Eh, quello si crede un Padreterno solo perchè c’ha la laurea!”): ti farà pure piacere sentirlo dire. Basta non confondere realtà e fantasia, come avvenuto a Foggia:
Sanita’: 11 medici denunciati per truffa a Foggia
Gdf, risultavano presenti contemporaneamente in piu’ strutture
Perchè il dono dell’ubiquità è prerogativa esclusiva del vero Padreterno (e di pochissimi altri scelti e selezionati nell’elite dei dotati di aureola).
settembre 4th, 2009 § Commenti disabilitati § permalink
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Strategia, la definisce il Corriere:
In qualunque modo la si voglia intendere, ha ragione l’avvocato: il Cavaliere è potente, molto.
Saremmo di fronte, insomma, solo ad una questione di lesa virilità:
Bisognerà accertare se Berlusconi è potente, come lui lascia intendere quasi ad ogni comizio, o impotente. «Ho capito. Vuol sapere se noi dovremo fornire prove? No, noi assolutamente no. La controparte, semmai, se crede…».
Querele a profusione, intimidazioni a mezzo stampa e tutto perchè hanno messo in dubbio che il nostro Re (delle) Sole possa fisicamente fungere da utilizzatore finale?Da questa surreale intervista a Ghedino, ricaviamo qualche lezione importante.
La prima lezione è che gli scudieri andrebbero scelti meglio: altrimenti appena allenti un po’ il morso, sparano fesserie come raffiche di mitraglia, con conseguenze spesso disastrose.
Cosa dire, ad esempio, dell’ultima Capezzonata?
(ASCA) – Roma, 3 set – ”C’e’ da immaginare che la scelta di Dino Boffo – e quella del suo editore che l’ha immediatamente accettata- sia stata sofferta e difficile. Cosi’ come sofferti e difficili devono essere stati questi giorni per Boffo, che merita da parte di tutti umana comprensione”. Lo afferma il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone, il quale aggiunge: ”Ma cio’ che e’ politicamente, culturalmente e politicamente inaccettabile e’ l’attacco sferrato dalla sinistra contro Vittorio Feltri”.
O della gaffe sesquipedale di Gasparri (vorrei dirla tracotanza, ma non penso lui capirebbe)?
"Non so quale sarà la pronuncia della Consulta sul Lodo Alfano ma noi supereremo un eventuale giudizio negativo". Lo ha detto il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri parlando alla Summer School della Fondazione Magna Carta a Frascati. "Avremo un avvocato, un Ghedini o Ghedoni – ha ironizzato Gasparri – che troverà un cavillo…".
La seconda lezione riguarda il merito della questione e concerne l’arte del depistaggio mediatico: avvocato Ghedini, lei dice che la querela a “l’Unità” vale a fugare i dubbi sulla virilità del Premier:
«È stata l’Unità a tirar fuori i problemi di erezione di Berlusconi».
Mi consenta: è una balla. Il primo a sostenere che Silvio avesse dei problemi al pennone fu, difatti, Vittorio Feltri: l’Unità si rifaceva a quanto egli aveva dichiarato dopo lo scoppio dello scandalo escort. Perciò andrebbe querelato l’attuale direttore de “il Giornale”.
settembre 3rd, 2009 § Commenti disabilitati § permalink
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E cucchiamoci anche questo. A leggere l’enfatico titolone, l’articolo dovrebbe iniziare più o meno così:
“In un mondo devastato dalla crisi e dal Virus A, solo un uomo può sopravvivere e donare una nuova speranza alla specie umana. Il suo nome è Rambo: ha 24 anni, vive a Monza e ha sconfitto il virus.”
Su questo virus H1N1 per ora si fa tanto allarmismo e si sanno poche cose: tutto sommato è normale, visto che si tratta di una variante nuova di un organismo conosciuto (sempre quello dell’influenza cosiddetta stagionale: questo è un cugino di altro lignaggio) e che solo ora si sta diffondendo abbastanza da fornire valutazioni epidemiologiche adeguate. A quanto pare non è così cattivo come lo dipingono, ma naturalmente è molto pericoloso per le persone più fragili: anziani, cardiopatici e broncopatici, immunodepressi. Come avrete ormai letto dappertutto, non è l’influenza che uccide, ma le sue complicanze: in primis una polmonite sovrapposta (diciamo che il virus “prepara il terreno” perchè i batteri si scatenino). Quindi il vaccino è quanto mai necessario, anche se sicuramente porterà molti soldini alle case farmaceutiche: speriamo non ci marcino troppo sopra.
Vedendo quest’istantanea che ho tratto dal sito de “la Stampa”, possiamo notare l’anticipazione del succulento ed illuminato* parere di un Carlo Rossella ipocondriaco per l’occasione: nel testo, che vi invito a leggere per bearvi nel vuoto cosmico in cui proietta, come sempre Rossella si dimostra lieve come una piuma e fresco come una rosa. Anche discettando delle sue presunte fobie di contagio, da uomo mondano e chic qual è, riesce comunque a citare qualcuno dei suoi viaggi internazionali (qui in Grecia e a Londra), prima di lasciarci con il prezioso consiglio di una casta astensione dai baci.**
*dalle lampade abbronzanti, credo
*dello stesso tenore questo splendido pezzo del Corriere di qualche giorno fa, in cui l’ex-direttore del Tg5 regala altre perle su come tornare al lavoro senza stress, dopo le sudate vacanze.
settembre 2nd, 2009 § § permalink
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Uno dei pochi libri che tra le pagine mantiene quel che in copertina promette. Tante storie di fiancheggiatori della mafia e una ricostruzione molto convincente del cosiddetto “periodo delle stragi” a cavallo tra 1992 e 1993. Spiega quasi ogni cosa e lo fa bene.
Piccole perle sparse qua e là:
- i nomi di tanti, noti e meno noti, con alcune frequentazioni quanto meno pericolose
- destra o sinistra per la mafia pari sono (le cosiddette cooperative rosse qualche scheletro nell’armadio ce l’hanno sul serio)
- da certe parti, se vinci le elezioni non importa di che partito sei: comunque avevi un amico degli amici alle spalle (magari un bossettino di secondo piano, ma c’è quasi sempre)
- quelli del Nord non si fanno molti scrupoli, se ci sono soldini che girano, a impastoiarsi con la mafia
- cos’è esattamente il 41bis, perchè la mafia ha begato per 10 anni per farlo abolire, perchè ora non bega più tanto
- il ritorno del boss: dopo quattordici anni, zio Binu (Provenzano) torna a casa, nascosto in una masseria vicino Corleone. Come nei film in cui una persona dispersa rientra improvvisamente nella vita dei suoi cari, anche il ritorno di Binu mette in moto meccanismi disgregativi dell’equilibrio familiare. I figli non l’hanno quasi mai visto, hanno vissuto esistenze anonime e difficoltose a causa sua; si lamentano delle decisioni paterne, della madre che ha sempre assecondato Binu nelle sue scelte
Aggiungo solo questo: molti politici italiani sono mafiosi, ma non lo sanno. Pensano che per essere mafiosi bisogna portare la coppola e usare la lupara, che bisogna essere stati “combinati” dal boss locale. Bene, se costoro leggessero questo libro ci si troverebbero dentro con tutte le scarpe, anche se i loro nomi non ci stanno e le vicende raccontate riguardano magari altri.
settembre 1st, 2009 § Commenti disabilitati § permalink
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Dal dispaccio del sottotenente Renzo Bossi, infiltrato come agente segreto padano tra le amazzoni guardaspalle di Gheddafi con il nome in codice Al-Trotahili:
(Tradotto dal bergamasco):
“Caro padre,
la mia missione procede a gonfie vele. Qui tutti mi trattano benissimo, sembra che parlare fluentemente il bergamasco sia stata la carta vincente: ci capiamo a meraviglia. Mi fa paura, però, sapere che le nostre lingue sono così simili: saranno mica esseri umani anche loro? No, bando alle fantasie: dopotutto pure questi sono dei bingo bongo, anche se con la pelle più chiara. E comunque, egregio genitore, si vede che non sono molto furbi: quando ho suggerito che le Frecce Tricolori inviate da quei lader di Roma Ladrona avrebbero dovuto omaggiare la Libia con del fumo verde anzichè appunto* tricolore (ah, per inciso, vedi come uso bene le parole: appunto* mi viene dalle ripetizioni per il mio felice ultimo tentativo con la matura), loro ci sono cascati subito! Meno male che la bandiera di questo paese è verde come la nostra, così tutto è stato più facile. Ora non resta che far diffondere le note del Va’ Pensiero durante l’esibizione e la missione sarà compiuta. Oh, vedi di far ragionare quel tizio che comanda gli aerei: sembra l’unico ostacolo al nostro vessillo, ormai (magari fagli telefonare da Silvio, fagli promettere qualche signorina del luogo come regalo: Gheddafi ne ha tante…). Tra poche ore, finalmente, tutto il mondo conoscerà la nostra forza e dovrà chinare il capo alle nostre richieste (a proposito: cos’è che vogliamo? La Cassoeula riconosciuta dall’Unesco come patrimonio dell’umanità, giusto?)
Padanamente tuo,
Renzo Al-Trotahili
*in italiano nel testo. (N.d.T.)